Sono passati nove anni (sic!) da quando il Borussia Dortmund riuscì a strappare, al termine di un campionato meraviglioso, il titolo della Bundesliga tedesca al Bayern Monaco. Quella dei bavaresi, dall’anno successivo ad oggi, sarà un’egemonia troppo spesso sottovalutata, sottaciuta dai media internazionali. Almeno fino a quest’anno.
Le due leader del calcio tedesco
Il Dortmund targato Marco Rose, infatti, si trova attualmente a un solo punto di distanza – con le stesse partite giocate – dal temibilissimo Bayern Monaco di Julian Nagelsmann. Parliamo di due allenatori giovani, uno giovanissimo, le cui idee innovative e – per certi versi – rivoluzionarie stanno portando ad un campionato di assoluto valore, come non si vedeva da anni.
Trenta punti per il Borussia Dortmund secondo, trentuno per il Bayern Monaco primo. Da una parte una squadra ferita dalle scorie internazionali della Champions League – dove il Dortmund chiuderà presumibilmente al terzo posto del girone, approdando così ai preliminari di Europa League – dall’altra una delle favorite della Coppa dalle grandi orecchie. Al di là dei punti fatti in campionato, quello che sorprende di Dortmund e Bayern è la loro specularità.
Lo abbiamo già detto, entrambe godono di un tecnico giovane ma sapiente in panchina. Entrambe hanno finora fatto (quasi) il massimo in campionato, entrambe soprattutto giocano col 4-2-3-1.
E i giocatori che schierano in mezzo al campo sono molto simili per caratteristiche. Vediamo meglio.
Le armi del Borussia dalla cintola in su
Partiamo dal Borussia Dortmund di Marco Rose. Fatte salve le dovute differenze difensive – i gialloneri hanno preso 19 gol in 13 partite, non proprio un’inezia, mentre il Bayern ne ha presi finora 13, e anche i bavaresi dovranno aggiustare qualcosa dietro – quello di cui ci interessa parlare è la formazione dalla cintola in su.
In mezzo al campo il Dortmund dovrà fare a meno di un giocatore il cui talento, già splendente nel 2021, sarà al centro del dibattito calcistico europeo e internazionale nei prossimi 2/3 anni. Parliamo di Jude Bellingham, già colonna della nazionale inglese. A sostituirlo ci sarà Axel Witsel, al suo fianco il solito Emre Can che – errori europei e strafalcioni a parte – forse la Juventus si è lasciata scappare con troppa frenesia.
Il duo a centrocampo del Dortmund garantisce sì fisicità, ma non disdegna di certo la qualità. Entrambi, Witsel quanto Can, sanno palleggiare molto bene e senza troppi fronzoli, puntando a verticalizzare appena dopo il recupero palla – la loro vera arma in più. Quando c’è grande equilibrio in campo, ed è questo il caso di Dortmund vs Bayern, molto passa dai duelli a centrocampo. Rose lo sa, ma Nagelsmann non è uno sprovveduto.
Dalla trequarti in poi, il Dortmund è pura fantasia.
Sulla trequarti c’è un ragazzo troppo spesso sottovalutato, che però sta facendo grandi cose quest’anno e che, ad un passo dall’addio questa estate, si sta riconquistando la fiducia di squadra, società e tifosi. È l’ex Leverkusen (terzo in classifica con 24 punti) Julian Brandt, potenziale crack del calcio tedesco.
Ai suoi fianchi agiranno Malen da una parte e Marco Reus dall’altra. Inutile spendere ulteriori parole per il capitano e colonna tecnica del Borussia Dortmund, permetteteci invece di lanciare una postilla profetica sul talento olandese ex PSV: è da queste partite che si vede quanto vali.
Arrivato per sostituire Jadon Sancho, Rose e i tifosi del Dortmund da lui si aspettano tantissimo. E occhio, perché dietro – lo vedremo tra un attimo – il Bayern Monaco non schiera esattamente una corazzata (dalla sua parte ci sarà Pavard, non di certo Paolo Maldini).
Il duello dei bomber
Per i gialloneri, davanti, c’è un giocatore che davvero non ha bisogno di presentazioni, semmai di premonizioni. Erling Haaland doveva stare fuori almeno due mesi. Ha recuperato a ritmi record, si è scaldato contro Wolfsburg e da quando è entrato a quando ha segnato sono passati appena sette minuti. Entrato al posto di Malen (in gol, dopo il rigore di Emre Can) al 73’, ha chiuso il match all’80’ con un gol in spaccata alla Haaland.
Il norvegese ha saltato sei partite in Bundesliga quest’anno. Ha segnato dieci gol in sette gare, andando a segno quasi sempre quando è sceso in campo (l’unica volta che ha mancato la rete è stato contro il Friburgo, sorpresa del campionato). Haaland ha anche realizzato quattro assist, mettendo a tacere chi in lui vede ESCLUSIVAMENTE una macchina da gol.
Dall’altra parte ci sarà Robert Lewandowski, al centro del dibattito negli ultimi giorni per via dell’annosa questione sul Pallone d’Oro – che ciclicamente infiamma i calciofili di tutto il mondo. Factos, ha scritto Cristiano Ronaldo commentando un post di una sua fan page in cui venivano elencati i fatti contro l’assegnazione del riconoscimento a Lionel Messi. Factos non fa rima con Lewandowski, ma in fondo chissenefrega: i numeri parlano per l’attaccante polacco, vero pericolo per la retroguardia del Dortmund.
Quattordici gol e un assist in tredici partite per l’uomo che il Dortmund di Klopp rese grande. L’ultima volta che il titolo veniva strappato ai bavaresi, lui c’era.
C’erano anche Marco Reus e Mats Hummels, in campo dopodomani sera sì, ma col Dortmund ancora. È un’immagine, comunque, emozionante: la sfida tra i nuovi talenti generazionali (Haaland, Malen, Reyna, Musiala) e i noti volti (Lewa, Muller, Reus, Hummels).
Solidità bavarese contro gioventù giallonera
Quest’anno le due squadre si sono già affrontate in Supercoppa di Germania (3-1 per il Bayern). Sono pronte ad affrontarsi di nuovo a distanza di quattro mesi, con certezze diverse e motivazioni capovolte. Della formazione del Dortmund abbiamo già detto.
Di quella del Bayern, basti sapere che nel 4-2-3-1 schierato da Nagelsmann i due “mediani” sono Tolisso e Goretzka, non esattamente due cagnacci timorosi della fase offensiva.
Dietro Lewandowski, possibile match-winner, ci saranno Sané, Muller e Gnabry. Non è mai facile prevedere una partita così equilibrata, a meno che non sia proprio l’equilibrio il fattore su cui fare la propria previsione.
Pareggio con gol? Non sarebbe una follia per due squadre molto simili, molto forti, che però dietro concedono sempre qualcosa. Inutile dire che molto, se non tutto, passerà dal duello a distanza tra i due cavalli dell’attacco: Eerling Haaland e Robert Lewandowski.