È in rampa di lancio l’atto conclusivo delle ATP Finals Next Gen, che vedrà scendere in campo a Milano Sebastian Korda e Carlos Alcaraz .
Finale annunciata
Per ogni torneo di tennis che si rispetti, seppur governato da regole molto differenti rispetto a quelle che siamo abituati a vedere durante gli eventi più o meno importanti della stagione, il pronostico è sempre materia per pochi eletti, ma la nobile finale del Next Gen ATP Finals, ha rispettato in toto ogni previsione.
Sebastian Korda e Carlos Alcaraz giocheranno per il titolo dopo aver disputato un torneo per certi versi diverso, durante il quale lo spagnolo ha avuto pochissimi passaggi a vuoto, a differenza di quello dello statunitense che ha dovuto faticare in più di una occasione per portare la vittoria a casa.
Percorso netto, o quasi, per Alcaraz
Fin dalla prima giornata di questo evento, è parso da subito chiaro che il giocatore da battere sarebbe stato il baby fenomeno spagnolo, esploso durante la stagione che si sta per concludere, anche al cospetto di avversari ben più titolati di lui.
Il numero 32 del mondo ha perso fin qui soltanto un set, quello ceduto nell’ultima partita del round robin, quando, probabilmente per un ininfluente calo di concentrazione dovuto alla qualificazione già conquistata, l’argentino Cerundolo ha sporcato l’immacolato cammino del giovane iberico.
L’ennesima dimostrazione di forza è arrivata ieri sera in semifinale, quando l’altro argentino in tabellone, Sebastian Baez, ha messo in campo strenua resistenza ed è caduto in tre soli set al termine di una partita che ha avuto la ridottissima durata di poco più di un’ora di gioco.
I parziali, 4-2/4-1/4-2, mettono in evidenza una superiorità schiacciante da parte del tennista spagnolo, che non ha mai perso il proprio servizio e, anzi, ha messo a segno un totale di 7 ace contro zero del suo avversario.
Ma la differenza tra i due è soprattutto palesata dal dato dei 16 colpi vincenti di Alcaraz, vero e proprio cercatore seriale di quelle dorate parti di campo più vicine alle linee che delimitano lo delimitano.
Una vittoria schiacciante per lo spagnolo che ha messo a segno l’84% dei punti con la prima di servizio e addirittura il 92%, 11 su 12, con la seconda.
Ancora una battaglia e una vittoria per Korda
Per la seconda volta in questo torneo, invece, Seb Korda ha dovuto faticare ben più del previsto per avere la meglio del proprio avversario, in questo caso del meno quotato Brandon Nakashima.
Korda aveva rischiato grosso all’esordio col francese Hugo Gaston, sconfitto al quinto set esattamente come successo nella semi di ieri contro il californiano.
La chiave tattica del match giocatosi ieri è stata abbastanza chiara fin da subito, con Korda che ha cominciato a picchiare violentemente sul dritto di Nakashima, il colpo decisamente meno debole del suo rivale, e con ottimi risultati.
Il primo set è stato chiuso da Korda al Tie Break, anche se la sua vena sembrava mettere in chiaro chi tra i due avrebbe avuto vita facile a prescindere dal poco margine con cui il figlio di Petr ha messo in tasca la prima frazione.
Da quel momento Korda ha levato le mani dal volante e gli si è spenta la luce, lasciando campo libero a Nakashima che, da vero lottatore come ha dimostrato di essere fin dall’inizio di queste Next Gen, ne ha approfittato per vincere piuttosto nettamente il secondo e il terzo set.
Ma l’andamento del match ha preso definitivamente la via di Korda all’inizio del quarto set, quando i servizi e i colpi vincenti sulla parte destra del campo del californiano, hanno ricominciato a fioccare come pietre sul pur volenteroso Nakashima che è definitivamente caduto prima al quarto e poi al decisivo quinto set.
Si gioca alle 21,00
Korda e Alcaraz si ritroveranno all’Allianz Cloud del capoluogo lombardo alle 21,00, in quella che sarà una sfida totalmente inedita tra i due.
Non esiste nessun precedente, infatti, tra i finalisti ed entrambi hanno speso parole al miele per il proprio avversario di questa sera, sabato 13 novembre.
Il cruccio più significativo di Korda fa capo alla già accennata possibilità che durante alcune parti del match, la tenuta mentale non sia sempre la migliore. Nei due match a cui abbiamo fatto cenno nel paragrafo precedente, Korda ha dimostrato un certo nervosismo, confermato a fine partita dalle parole proferite in sala stampa dallo stesso statunitense.
A fare da contraltare c’è ovviamente la classe che già si intravede in un ragazzo così giovane, 21 anni perfettamente plasmato da papà Petr, campione di qualche tempo fa, che vinse anche uno slam, gli Australian Open del 1998.
Dall’altra parte c’è tutta la potenza compatta e tascabile di Alcaraz, finora il miglior giocatore del torneo e senza dubbio il più continuo, che proverà a mettere in difficoltà Korda con le sue armi migliori, il cambio di ritmo che lo ha contraddistinto fino a qui e quella lucida follia che permette al giovane iberico di inventarsi dei colpi spettacolari che spesso portano i match dalla sua parte.
Sarà un incontro comunque molto spettacolare, anche in virtù del fatto che la formula funziona, anche se, come espressamente affermato da tutti i partecipanti, vi è la necessità di non commettere nemmeno un errore, visto che tra killer point e set ridotti, non vi è quasi mai spazio per rimonte e correzioni in corsa.