È stato il talento abbacinante di Steph Curry a illuminare la notte dell’NBA. Grazie ad una monumentale prova del due volte MVP, Golden State si sbarazza di Atlanta (127-113) e conquista la nona vittoria su dieci gare di regular season disputate.
Nessuno, in tutta l’NBA, ha un record migliore dei Warriors. Merito soprattutto di uno Steph Curry inarrestabile. Contro gli Hawks del povero Danilo Gallinari (quattro punti in 22’ di gioco), l’All Star dei Warriors ha segnato ben 50 punti con 14/28 dal campo (9/19 nel tiro da tre) e 13/13 dalla lunetta, fornendo anche 10 assist e catturando pure sette rimbalzi. Il tutto giocando 35’.
Un solo uomo al comando
“È stata una straordinaria prestazione di Steph“, ha detto l’allenatore Steve Kerr. “… È stato fantastico. Voglio dire che non ho mai visto niente di simile. Anche se lo guardo giocare da sette anni e quindi ho già visto qualcosa di simile, resta semplicemente incredibile quello che ci fa vedere in campo”. Ad ogni giocata da fuoriclasse, il pubblico del Chase Center, ha sempre risposto con un caloroso “MVP, MVP, MVP…” gridato a squarcia gola.
Per Steph Curry si tratta della decima gara in carriera con almeno 50 punti a referto. È diventato anche il terzo giocatore nella storia dei Golden State Warriors a segnare 50 punti con anche 10 assist sfornati. Prima di lui ci erano riusciti Wilt Chamberlain (13 febbraio 1963) e Rick Barry (23 febbraio 1974).
“La mia fluidità offensiva? Difficile da spiegare. Ho segnato i primi due, erano canestri in ritmo, sono usciti bene dalle mani. Resti con quella sensazione ci costruisci su il tiro successivo. Porti tutto quello slancio nello spogliatoio e poi torni a fare il tuo lavoro nel terzo e nel quarto periodo e vai avanti così”, le parole di Steph Curry nel post match riportate da ESPN.
Nonostante i 33 anni, Steph Curry sembra più in forma che mai: “Non invecchia, tranquilli. Spero che la gente capisca quanto è competitivo. Questa sera, con la squadra sotto di 15 punti, ha messo in mostra tutto il suo talento. Credo che sia nella miglior condizione fisica e mentale della sua carriera. E’ una macchina, non si stanca mai”, la chiosa di Steve Kerr, coach ei Warriors.
Ma c’è un’altra buona notizia all’orizzonte. Klay Thompson, dopo il lungo infortunio (due stop gravi), è quasi pronto a tornare in campo per ricomporre il fantastico duo degli Splash Brothers. La sensazione è che i veri Warriors siano tornati per davvero, avversari avvisati.
Le altre gare della notte NBA
Il big match di serata, comunque, si giocava a Chicago e sono stati i Bulls ad aggiudicarselo, battendo Brooklyn con un perentorio 118-95 grazie a un poderoso quarto periodo da 42-17. Protagonisti come sempre DeMar DeRozan con 28 punti e Zach LaVine con 24, ma da sottolineare anche la doppia doppia di Nikola Vucevic (11 punti e 13 rimbalzi) e i 15 punti in 20’ della matricola Dosunmu. Ai Nets non è bastata una performance da 38 punti e 10 rimbalzi di Kevin Durant.
Vince l’altra New York, quella dei Knicks, che sbancano Philadelphia per 103-96 con i 31 punti e 12 rimbalzi di Julius Randle. Successo per nulla banale per New York, che conferma il discreto inizio di stagione (7-4) contro la squadra prima a Est e alle spalle della sola Golden State come record assoluto, anche se priva di diverse pedine fondamentali come Joel Embiid.
Vincono anche i Lakers, sebbene in modo decisamente meno eclatante: 126 a 123 contro Charlotte dopo un supplementare. Non c’era LeBron James, e così il proscenio se lo sono presi Westbrook con la solita tripla doppia (17 punti, 14 assist e 12 rimbalzi), Davis top scorer con 32 punti e un Melo Anthony da 29 punti. Dall’altra parte si registrano il 25+15 di LaMelo Ball e i 29 di Terry Rozier. E il record di Los Angeles torna a essere positivo (6-5).
Nelle altre partite disputate nella notte, da sottolineare il successo di Phoenix a Sacramento – 16 punti e 5 assist per Chris Paul, ma il mattatore di serata è stato Cameron Payne con 24 punti – e quello di Dallas contro i derelitti Pelicans. 108-92 per i Mavs, alla settima vittoria in dieci gare e secondo miglior record a Ovest alla pari con i Jazz e dietro soltanto Golden State.
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