Torna la Serie A, sosta nazionali quasi alle spalle e ottava giornata all’orizzonte.
Tra gli incroci più suggestivi c’è lo scontro tra Simone Inzaghi e il suo passato: Lazio-Inter, il ritorno dell’ex nella Roma biancoceleste.
Per la prima volta l’allenatore diventa avversario di una realtà che è stata casa sua per oltre 20 anni. Emozioni forti e la stessa voglia di vincere anche con il nerazzurro addosso, lì dove è cresciuto come uomo ed è diventato allenatore.
Quello che ha raccolto l’eredità di Conte dopo un breve tira e molla con Lotito: sembrava destinato a restare a Roma ma nonostante la stretta di mano con il presidente alla fine Simone ha sposato il progetto interista.
Un’occasione troppo grande, una scelta che alcuni laziali hanno accettato e altri meno; per capire quanti lo hanno perdonato davvero si deve aspettare sabato, il giorno del ritorno.
A Milano Inzaghi ha portato la capacità di adattarsi alla situazione, appresa proprio alla Lazio. Chiamato dopo il dietrofront di Bielsa, nel 2016, è riuscito a riportare la squadra in Champions e a vincere tre trofei.
Il percorso a Milano, finora, è stato forse superiore alle aspettative: il gruppo è cambiato pur restando ambizioso, il nuovo allenatore non ha stravolto quanto fatto da Conte ma ha mantenuto alta l’asticella. Ora l’ostacolo Lazio, primo big match fuori casa e prova di cuore per Inzaghi.
Sarà un ritorno anche per Mourinho, atteso a Torino da una Juventus e uno Stadium che ricordano bene l’ultimo incrocio. Novembre 2018, con il suo United José ribalta la Juve ed esce dal campo con l’orecchio teso e le tre dita sollevate per ricordare il triplete interista.
Il passato nerazzurro, il presente alla Roma, lo stesso obiettivo. Vincere contro un avversario storico, su un campo in cui – dal 2011 – i giallorossi hanno raccolto solo 3 punti.
Quattro sono oggi i punti in meno della Juventus, che ha chiuso il ciclo precedente con tre vittorie importanti. Allegri continua con i suoi esperimenti tattici e vuole nuove certezze per proseguire la rincorsa ai primi posti; anche Mou cerca sicurezze e risultati, e un successo in uno scontro diretto darebbe una spinta notevole a tutto l’ambiente.
Il rumore dei nemici che torna a farsi sentire, una sfida di quelle che esaltano il portoghese. I bianconeri però non possono concedersi altri passi falsi, il ritardo dalla capolista è già troppo. Sentimenti e orgoglio sull’asse Torino-Roma-Milano. La rincorsa al Napoli può ricominciare.