Filippo Ganna è campione del mondo nella cronometro individuale.
Nella tana dei rivali Van Aert ed Evenepoel, il fuoriclasse piemontese ha compiuto una vera e propria impresa, entrando di diritto nella leggenda: Pippo ha già fatto meglio Francesco Moser e Fabian Cancellara come cronoman puro, ma può puntare anche alle Classiche.
Per il gigante piemontese è il bis iridato nella specialità dopo l’oro conquistato a Imola 2020. La gara è stata praticamente tutto un testa a testa tra Van Aert e Ganna dalla partenza da Knokke-Heist, sul Mare del Nord, fino all’arrivo a Bruges dopo 43,3 chilometri.
Al primo intermedio era in testa il belga di sette secondi, al secondo i due erano in sostanziale parità, ma sul traguardo il guizzo vincente è stato quello dell’azzurro, che ha concluso rifilando sei secondi di distacco al belga e coronando così un’estate strepitosa. All’Olimpiade di Tokyo, infatti, Ganna aveva vinto l’oro olimpico con il quartetto.
“Avevo buone sensazioni ma non sapevo come sarebbe finita, per me è molto importante aver mantenuto questa maglia” le parole del piemontese della Ineos-Grenadiers dopo il traguardo.
Obbiettivo grandi classiche
È lecito ora aspettarsi da lui un ruolo di protagonista delle corse in linea (già lo è in parte viste le tappe inanellate in serie al Giro dello scorso anno), nonché in quel folle salto indietro nel tempo quale è la Parigi-Roubaix? Forse Filippo è più uomo da grandi classiche, i lunghi Giri snaturerebbero la sua essenza.
Intanto c’è da godersi questo successo che dopo i 43,3 chilometri da Knokke-Heist a Bruges (tempo di 47’47″83, media straordinaria) ha – con tutto il rispetto del circuito di Imola tanto caro ai colori azzurri dove vinse lo scorso anno – una valenza ancora maggiore.
Arriva infatti su strade che rappresentano l’università del ciclismo, davanti ad un pubblico che nella bicicletta identifica lo sport nazionale, praticamente una fede. Un pubblico che ha metaforicamente soffiato alle spalle di un campione ancora più completo di Ganna, ma che nonostante tutto si è dovuto inchinare alla potenza di Ganna.
Wout Van Aert arriva stremato, non che Ganna sia fresco come una rosa, ma appare più lucido: si rende conto di aver vinto, capta gli umori del momento ed alza perfino il braccio, alla belga, come fosse uno sprint.
E al traguardo l’amarezza del campione belga è tangibile: “Un’altra medaglia di argento, ormai ho perso il conto di quante ne ho”, prova a ironizzare Van Aert, secondo ai Mondiali 2020 sia nella crono che nella prova in linea. “Ho fatto una buona gara contro uno specialista come Ganna. Razionalmente dovrei essere contento della mia prova, ma le emozioni sono un’altra cosa purtroppo”.
Facile e doveroso a questo punto proiettarsi avanti di una settimana: con due così il Belgio sarà la squadra da battere. Tutti correranno contro i padroni di casa, ma il rischio è che loro stessi finiscano per farsi la guerra.
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