“Wake me up when september ends” cantavano i Green Day in una hit di una quindicina di anni fa. Nel mondo del calcio i risvegli, più o meno bruschi, invece avvengono proprio nel corso del nono mese dell’anno.
La fine dell’estate segna il ritorno alla normalità anche nel mondo del calcio: passate le prime giornata in cui le squadre stanno ancora trovando l’assetto migliore, chiuso il calciomercato e smaltite le fatiche dei ritiri estivi, la Serie A entra nel vivo e iniziano anche le coppe europee.
Ma quanto l’andamento delle squadre a settembre è effettivamente indicativo del resto della stagione? Andiamo a verificare quanto è successo negli scorsi campionati
Settembre: la Serie A riparte a pieno regime
Quest’anno la stagione è stata estremamente dilatata, visti gli innumerevoli giocatori impegnati tra Europei, Copa America e Gold Cup, fino alle Olimpiadi in agosto, ma allo stesso tempo molto compressa.
La Serie A 2020/21, nonostante la necessità di concludersi entro metà maggio dati gli Europei in giugno, iniziò estremamente tardi, a causa della sospensione del campionato precedente per la pandemia globale, che costrinse le squadre a finire la stagione in luglio (con una coda ad agosto per quelle ancora impegnate nelle coppe europee). Di conseguenza il campionato ripartì a fine settembre, e non possiamo tenerne conto nel paragone con le altre stagioni.
Dobbiamo quindi tornare con la memoria a prima del 2020 per cercare di leggere i risultati di settembre. Andremo quindi a rivedere i risultati delle stagioni 2018/19 e 2019/20 e a capire in che misura sono stati indicativi del reale valore delle squadre su tutto il campionato.
I risultati di settembre nella parte alta della classifica
Vediamo quindi come nel 2018 l’ultima Juventus del primo Allegri, che avrebbe chiuso la stagione in testa con 90 punti e vinto anche la Coppa Italia, partì immediatamente con l’acceleratore premuto, vincendo tutti i match, compresi gli scontri al vertice con Lazio e Napoli e l’esordio in Champions con il Valencia, incappando nel primo pareggio solo a ottobre inoltrato, contro il Genoa.
Nella stagione successiva l’arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina causò qualche incertezza: al rientro dalla pausa per le nazionali, a metà settembre, i bianconeri impattarono per 0-0 contro la Fiorentina e per 2-2 contro l’Atletico Madrid, chiudendo comunque il mese di settembre con un terzetto di vittorie in campionato. A fine stagione, dopo la sospensione del campionato, questa Juventus avrebbe vinto il 9° titolo consecutivo a quota 83 punti, ma lasciando molti punti per strada dopo che la matematica li aveva già incoronati.
Per quanto riguarda la parte alta della classifica le squadre che sono andate a competere per i piazzamenti in Champions League hanno accusato alcune battute d’arresto nel mese di settembre: il Napoli che nel 2018 subì una sconfitta contro la Samp a inizio settembre e quindi venne sconfitto dalla Juve a fine mese alla fine arrivò secondo, con 11 punti di ritardo sui bianconeri.
Nel 2019 l’inizio degli azzurri fu promettente, ma la sconfitta casalinga con il Cagliari il 25 settembre fu un primo campanello d’allarme: a fine ottobre iniziò un periodo privo di vittorie che si protrasse fino a dicembre, causando un forte ritardo in una classifica che alla fine vide i partenopei al 7° posto.
Nel caso dell’Inter, l’inizio agostano da incubo di Luciano Spalletti nella stagione 18/19, con la sconfitta di Sassuolo e il pareggio in casa con il Torino, fu parzialmente riscattato da un settembre ricco di vittorie, anche se sporcato dalla sconfitta casalinga con il Parma. La stagione proseguì con inaspettate battute d’arresto dopo corti ed esaltanti minicicli di vittorie, con una qualificazione alla Champions arrivata grazie al 4° posto conquistato in extremis.
Con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina nerazzurra nel 2019 gli interisti partirono invece alla grande in campionato (incappando però in un deludente pareggio casalingo in Champions con lo Slavia Praga), vincendo sfide importanti come il derby contro il Milan e il match contro la Lazio. Le prime delusioni sarebbero arrivate più avanti, con la sconfitta contro la Juve ai primi di ottobre, e la stagione avrebbe visto i nerazzurri inseguire inutilmente i bianconeri, avvicinandosi solo nel finale di campionato quando la vittoria era già stata assegnata.
Settembre è stato spesso un mese bugiardo per l’Atalanta: nel 2018, dopo l’eliminazione dai preliminari di Europa League, la squadra di Gasperini visse un mese da incubo, con tre sconfitte e due pareggi in campionato. A partire da fine ottobre però la squadra si risollevò e si rese protagonista della clamorosa cavalcata culminata con la finale di Coppa Italia (persa contro la Lazio) e la prima storica qualificazione in Champions giunta grazie al 3° posto in classifica.
Anche nella stagione successiva gli orobici vissero un settembre di rodaggio, venendo sconfitti in casa dal Torino e incassando un pesantissimo 4-0 in Champions League dalla Dinamo Zagabria. Anche in questo caso però i bergamaschi vennero fuori sulla distanza, arrivando poi fino ai quarti di finale della Champions e conquistando per il secondo anno consecutivo il 3° posto in classifica.
Prendendo in esame il settembre del Milan del 18/19, notiamo come sin da subito la squadra di Gennaro Gattuso apparve incostante, collezionando 3 pareggi e 1 vittoria in campionato, oltre alla vittoria di misura in Lussemburgo in Europa League. Nella stagione successiva, con Marco Giampaolo alla guida, settembre fu un vero e proprio disastro: una vittoria di misura a Verona seguita da 3 sconfitte, contro Inter, Torino e Fiorentina. Già ad ottobre sulla panchina rossonera ci fu l’avvicendamento con Stefano Pioli, che riuscì ad invertire la tendenza nel girone di ritorno.
Settembre in zona retrocessione
In coda alla classifica molto spesso settembre offre già una fotografia abbastanza accurata della lotta per non retrocedere. Vediamo infatti come nel 18/19 il Frosinone perse tutte e 4 le partite di campionato giocate a settembre, così come il Chievo ottenne solo 2 pareggi (vanificati però dai punti di penalizzazione comminati per irregolarità amministrative).
Le due squadre avrebbero quindi chiuso la stagione agli ultimi due posti in classifica, a 25 e 17 punti, staccati dai 38 punti dell’Empoli terzultimo e retrocesso solo per la differenza reti nei confronti del Genoa, quartultimo a pari punti.
Alla stessa maniera, nella stagione successiva, i match settembrini di SPAL e Brescia indicarono chiaramente il destino delle due squadre: i ferraresi, nonostante una vittoria inaspettata contro la Lazio, persero le successive 3 partite incassando 8 gol e segnandone solo 1, mentre i lombardi vinsero 0-1 a Udine ma persero di misura tutte le altre partite. A fine stagione la classifica avrebbe visto la SPAL ultima a quota 20 punti e il Brescia penultimo con 25 punti.
Il Lecce, che invece centrò 2 vittorie e 2 sconfitte, lottò per la salvezza molto più a lungo, chiudendo terzultimo con 35 punti a 4 di distanza dal Genoa quart’ultimo.
Che indicazioni possiamo trarre dai risultati di settembre?
Dalla lettura dell’andamento dei due campionati presi in esame, possiamo vedere come dai risultati di settembre si possono identificare delle tendenze che si confermeranno nell’arco della stagione.
Sulla base dei risultati settembrini è facile identificare le squadre più forti. In genere però si riconosce da subito la “lepre”, ovvero la squadra che detterà il ritmo del campionato e a cui le altre si accoderanno nel tentativo di superarla ad un certo punto.
Le altre inseguitrici in genere vivono stagioni fatte di periodi più o meno fruttuosi, spesso influenzati anche dall’andamento nelle coppe, per cui è difficile trovare identificare da subito un pattern chiaro dai loro risultati.
Certamente si riesce a capire quali saranno le squadre che parteciperanno alla corsa, e prestando un po’ di attenzione si può capire quali riusciranno ad avere più regolarità e quali vivranno di fiammate imprevedibili.
Ma ancor più chiaramente si identificano quelle squadre per cui la stagione inizia in maniera sciagurata e per le quali sarà estremamente difficile recuperare il terreno perduto.
Le rimonte miracolose in chiave salvezza sono possibili, e restano impresse nella storia, come il Venezia 1998/99 o il Crotone 2016/17, ma si tratta appunto di imprese straordinarie.
Le squadre che nel mese di settembre dimostrano grandi limiti di tenuta difficilmente riescono a correre ai ripari in tempo per evitare la retrocessione.