La Vuelta Espana 2021 sembra ormai saldamente nelle mani di Primoz Roglic.
Dopo la strepitosa prova di mercoledì, nella tappa di ieri, la temuta Salas-Altu d’El Gamoniteiru, il fuoriclasse sloveno ha saputo tenere botta ai disperati attacchi di Egan Bernal e Miguel Angel Lopez e ha chiuso al secondo posto, a 14’’ da Lopez, vincitore della tappa, e mettendo altri 6” tra sé e Mas, giunto terzo. A questo punto in classifica generale Roglic ha 2’30” di vantaggio su Enric Mas e 2’53” su Lopez, e può ormai toccare con mano la sua terza Vuelta consecutiva.
Dopo gli impegnativi arrivi ai Lagos de Covadonga e all’Altu d’El Gamoniteiru, infatti, Roglic e gli altri corridori ancora in gara alla Vuelta Espana 2021 troveranno una tappa decisamente più semplice da affrontare.
Tappa da fuga
La 19ª frazione infatti, disegnata tra Galizia e Asturie, presenta un profilo altimetrico molto meno esigente rispetto a quelli delle due tappe precedenti e consentirà, a chi avrà ancora energie da spendere, di andare a caccia di un prestigioso successo parziale. In linea teorica, la frazione sorriderebbe ai velocisti visto che negli ultimi 87 dei 191 chilometri in programma il percorso, tolto qualche strappetto, non proporrà montagne degne di questo nome.
Il problema per le ruote veloci rimaste in gruppo è che nella prima parte della tappa ci saranno comunque da superare tre Gran Premi della Montagna di un certo spessore, difficoltà queste che, unite alle fatiche fatte negli ultimi giorni, non aiuteranno le squadre interessate allo sprint a tenere cucita la corsa ed evitare che sia un nutrito gruppo di attaccanti ad involarsi verso il traguardo di Monforte de Lesmo.
I più tenaci, sulle rampe dell’Alto de Sela de Entorcisa (10 chilometri al 3,9% medio), dell’Alto da Garganta (10,3 km al 5,6%) e dell’Alto de Barbeitos (11,8 km con una pendenza del 3,8%), troveranno terreno fertile per sganciarsi dal plotone e prendere subito diversi minuti di margine, mentre dietro i vari Fabio Jakobsen, Alberto Dainese e Jordi Meeus è verosimile che perdano presto contatto dal gruppo.
Con molti uomini dunque che si lanceranno all’attacco e diversi velocisti nelle retrovie (l’unico che potrebbe resistere piuttosto bene a tre salite come quelle di oggi è Michael Matthews), è plausibile che i big, disinteressati a un traguardo piatto come quello odierno e ancora alle prese con le scorie del giorno prima, lascino andar via una fuga piuttosto numerosa e che quindi sia un manipolo di coraggiosi a contendersi la vittoria di tappa.
Attenzione in questo senso ai nomi di Magnus Cort Nielsen, Matteo Trentin, Andrea Bagioli e Andreas Kron, ovvero corridori dotati di un buono spunto veloce e che, al contempo, sanno digerire piuttosto bene salite di media difficoltà.
Al loro fianco non è utopistico veder muoversi gente già più volte in fuga in questa Vuelta come Clement Champoussin, Dylan Van Baarle, Carlos Verona, Nick Schultz, Julen Amezqueta, Lilian Calmejane, Tom Pidcocke Quinn Simmons, uomini ai quali (se avranno il via libera dai rispettivi capitani) potrebbero aggiungersi anche Luis Leon Sanchez, Omar Fraile, Jan Tratnik e Mark Padun, a lungo impegnati i giorni scorsi al fianco dei propri leader.
Molto difficile in sostanza, di fronte a un così folto numero di possibili attaccanti, che i velocisti, una volta ritrovato il gruppo principale in discesa, possano con le loro squadre avere ancora la forza di ricucire e impostare il rush finale.
Se però le prime asperità di giornata dovessero essere affrontate a ritmo blando consentendo agli sprinter di limitare i danni, ecco che allora le chance per Arnaud Demare, Jakobsen, Dainese, Meeus, Aberasturi, Minali e Allegaert tornerebbero ad aumentare con la fuga che in questo caso non avrebbe vita così facile per arrivare fino in fondo.