Parlare di Quake significa fare un salto indietro nel tempo, alle origini degli eSports, perché lo sparatutto in prima persona (o FPS, first person shooter) sviluppato da iD Software ha fatto da apripista per le competizioni virtuali.
Il Red Annihilation Tournament di Quake, organizzato al World Congress Center di Atlanta (USA) nel 1997 è infatti unanimemente considerato il primo torneo ufficiale di videogiochi. Da quel momento in avanti si è cominciato a parlare di eSports e di videogamer professionisti. Dopo Quake sono arrivati Starcraft e Warcraft di Blizzard Enterteinment e Halo di Bungle Studios. Da lì in avanti è stato tutto un crescendo, fino alla scena esportiva così variegata di oggi.
Una scena di cui Quake fa ancora parte a pieno diritto, oggi nell’ultima versione targata Bethesda, cioè Champions. Il titolo ha resistito negli anni, anche se il field si è un po’ ridotto a favore di FPS più giovani come Fortnite, Call of Duty, Counter Strike e Rainbow Six. Ciononostante vincere un Quakecon, il campionato del mondo di Quake come i Worlds lo sono per LoL, ha ancora il sapore di un’impresa gloriosa per qualsiasi appassionato di videogame.
Qualche giorno fa in questa impresa ci è riuscito un giocatore italiano, Marco Ragusa.
Noto nel mondo di Quake con il nickname da battaglia “Vengeur“, il 22enne di Palermo nel weekend scorso ha messo in mostra (online) una performance straordinaria. Nessuno è riuscito a frapporsi tra lui e una vittoria che probabilmente era stata solo rimandata lo scorso anno, quando aveva chiuso al terzo posto.
Al Quakecon 2021 Vengeur è arrivato da protagonista, dopo una stagione disputata ad altissimo livello. E ha dimostrato l’ottimo stato di forma anche durante il mondiale, durante il quale non ha perso nemmeno un match. E’ sempre rimasto saldamente all’interno del Winner Bracket, concedendo solo un game nella prima finale a Raisy, compagno di squadra nei Myztro Gaming, battuto per 3-1.
L’ungherese è riuscito a risalire dal Loser Bracket e a sfidare Vengeur di nuovo nella finalissima per il titolo. Un rematch più combattuto, ma terminato con lo stesso esito: 4-2 per l’italiano che ha potuto finalmente alzare al cielo la cintura di campione del mondo. Non senza un pizzico di commozione.
Foto di testa: Marco “Vengeur” Ragusa (courtesy of Bethesda)