Tra le rivalità di lungo corso che ancora oggi possono godere due dei protagonisti principali degli ultimi anni che possono fregiarsi dell’asterisco “in attività”, posto di fianco al loro nome, quella tra Roger Federer e Rafael Nadal, è probabilmente la più memorabile degli ultimi 20 anni.
La storia contemporanea del tennis
Va da sé che i campioni che più hanno tenuto incollati milioni di telespettatori in tutto il mondo alle proprie TV, ai propri devices, alla stampa più o meno specializzata, sono i due appena citati e Novak Djokovic, ma la verità è che la vera rivalità tra i più forti campioni dell’ultima decade, è certamente quella tra lo svizzero e lo spagnolo.
Il primo dato che salta all’occhio, è quello che separa i due se parliamo di data di nascita.
Roger Federer ha visto la luce in quel di Basilea, l’otto agosto del 1981, mentre Rafael Nadal è cinque anni più giovane, essendo nato il 3 giugno del 1986.
Questo divario gioca e giocherà a favore dello spagnolo, soprattutto in virtù di ciò che accadrà da qui alla fine della sua carriera, visto che già in un anno come il 2021, ben prima di quanto ha fatto lo svizzero, il nativo di Manacor, ha cominciato a tenere conto della sua situazione fisica in relazione agli anni che passano.
Testa a testa
La carriera dei due giocatori, è stata costellata da paragoni più o meno interessanti e, soprattutto, più o meno giustificati.
Federer passò professionista nel 1998, mentre Nadal lo fece all’inizio del 2001 e se vogliamo guardare ai meri e freddi scontri diretti, Nadal è avanti sul suo rivale per 24 vittorie a 17.
Tutta la differenza del mondo la fanno, ovviamente, gli incontri sulla terra, dove lo spagnolo è avanti per 14 a 2.
Sulle superfici dure, lo svizzero conduce invece 12 a 9, così come sull’erba, dove Nadal ha vinto una volta sola contro le 3 del “Re”.
Nonostante il computo delle vittorie nei match testa a testa sia favorevole a Nadal, i titoli vinti in carriera sorridono a Federer, visto che quest’ultimo ha sollevato il trofeo del torneo al quale ha partcipato ben 103 volte, mentre Nadal si è fermato a quota 88.
Molto simile, infine, Prize Money, $120 milioni per Federer e $124 milioni per Nadal.
Tecnica e stile
Sotto il punto di vista prettamente tecnico, senza entrare nei particolari che ci porterebbero via parecchie pagine del nostro portale, i due possono considerarsi due giocatori piuttosto completi, anche se è opinione di molti che per quanto riguarda lo stile dei colpi (Nadal è macino, mentre Federer è destrorso), lo svizzero abbia sempre fatto vedere qualcosa in più.
Tocco, fantasia, senso della posizione, precisione, hanno sempre fatto dello stile di Federer i maggiori cavalli di battaglia, ai quali va aggiunto il rovescio a una mano, leccornia tentatrice ormai in disuso tra i “Next Generation”.
Al contrario, Nadal, in termini di stile è quasi l’opposto del suo avversario, ed è probabilmente per questo che le partite dei due sono sempre state molto avvincenti.
Nadal ha sempre utilizzato potenza e velocità, difendendo la propria linea di fondo come pochi altri hanno fatto nella storia di questo sport.
Dotato di un dritto potentissimo, Nadal ha fatto la sua fortuna grazie ad una tenuta mentale che ancora oggi tutti gli riconoscono essere quella più performante di tutti i tempi.
Difficilmente Nadal è crollato mentalmente durante un match, ma al contrario è uscito da situazioni scabrose, recuperando match che sembravano persi.
I momenti topici delle due carriere
Ci sono tutta una serie di record che i due hanno battuto in simbiosi, come ad esempio il fatto che tra il torneo di Wimbledon e del 2003 e il Roland Garros del 2011, i due hanno vinto qualcosa come 26 titoli del Grande Slam su 32 disponibili.
Nessuno duo ha giocato più finali di un torneo del Grande Slam uno contro l’altro come loro, ben nove.
Dagli Open di Francia del 2005, fino agli US Open del 2007, Federer e Nadal hanno vinto tutti gli Slam consecutivamente.
Strokes Of Genius, la più grande partita mai giocata
Strokes of Genius, del quale molti di voi avranno sentito parlare, è un libro scritto all’indomani della finale di Wimbledon del 2008, la partita che, a detta di molti osservatori, andrebbe ricordata come il più grande match di tutti i tempi.
Dieci anni dopo, nel 2018, fu girato pure un documentario con lo stesso titolo del libro.
L’alone magico, misterioso e indimenticabile che quel match si portò dietro, fu dovuto, tra le altre cose, alle continue interruzioni per la pioggia, che costrinse i due campioni a giocare, interruzioni comprese, per qualcosa come più di 7 ore, dalle 14,00 alle 21,15 locali.
All’inizio di quella partita, Federer occupava il numero 1 della classifica mondiale da 4 anni e mezzo, 231 settimane, e vinceva il torneo di Wimbledon da ben 5 anni.
Al contrario, Nadal fremeva dalla voglia di conquistare un titolo al di fuori della terra di Parigi, suo feudo, allora, per tutti i precedenti 4 anni.
Alla resa dei conti Nadal la fece franca al quinto set, ma fu tutta la partita a portare lo spettacolo del tennis ai suoi massimi livelli.
Dopo 4 ore e 48 minuti di gioco effettivo, Nadal chiuse con il punteggio di 6-4 6-4 6-7 6-7 9-7, riprendendosi nell’ultimo parziale dalla feroce rimonta del suo avversario.
La vittoria di Nadal assunse ancor maggior valore, non solo perché riuscì a spezzare il dominio dello svizzero a Wimbledon, ma anche perché veniva dall’ennesima vittoria colta a Parigi e avrebbe voluto completare la doppietta Terra/Erba, un’impresa che riesce storicamente a pochi, per il difficile adattamento tra le due superfici e il poco tempo a disposizione per abituarsi a due stili di gioco divergenti.
Qualche mese prima di quella partita, verso la fine di febbraio, Federer ricevette l’ok dai medici per poter riprendere a giocare e ad allenarsi, dopo aver contratto la mononucleosi alla fine dell’anno precedente e rimane ancora oggi in dubbio la sua perfetta forma fisica all’inizio di quel torneo.
Dal canto suo Nadal dichiarò di aver giocato tutte le partite con una vistosa ferita al piede, che peraltro venne anestetizzato prima della finale.
Una partita epica, che in tanti considerano come la vera e propria summa di una rivalità che verrà ricordata per sempre e che, speriamo, possa regalarci ancora almeno un’altra sfida, prima che i due si ritirino dalle scene.