La Laver Cup è una competizione tennistica nata soltanto qualche anno fa (prima edizione nel 2017), ma che ha subito catalizzato una certa attenzione avendo molte caratteristiche utili per un format di successo: molti tra i più grandi giocatori del tennis mondiale, un programma compatto e avvincente, una rivalità sempre presente tra Europa e Resto del Mondo oltre che tra due mostri sacri della specialità come Borg e McEnroe.
Tutti ingredienti che potranno in futuro renderla uno dei grandi classici del circuito, anche perchè arriva proprio a fine stagione dopo l’ultimo degli Slam, gli US Open e gli atleti lo possono giocare senza troppe pressioni visto che non assegna punti per il ranking.
L’origine della Laver Cup
L’idea di base della competizione è venuta niente meno che a quel geniaccio di Roger Federer, il quale insieme al suo manager Tony Godsick ha preso spunto dal torneo di golf della Ryder Cup chiedendosi quanto sarebbe interessante proporre un format simile anche nel mondo del tennis.
Da una parte un team di sei giocatori di nazionalità europea, scontrarsi con altrettanti tennisti provenienti invece dal resto del mondo. Ma non solo. Non bastasse infatti la semplice rivalità di campanile territoriale, nulla in campo tennistico richiama più agonismo che una delle sfide più appassionati della storia di questo sport: l’eterna rivalità tra Bjorn Borg e John McEnroe. Ed ecco così lo svedese messo al comando del Team Europe, scontrarsi di nuovo contro la squadra capitanata dall’americano.
Mancava solo il nome adatto, e nulla sembrava più adatto se non quello di Rod Laver, unico ancora oggi ad aver completato per ben due volte il Grande Slam (nel 1962 e nel 1969). Non stiamo però parlando di una rievocazione storica, perché in campo da ambo le parti ci vanno i migliori tennisti sulla piazza, con la presenza di molti della top10 del ranking mondiale e una immutata voglia di vincere anche questo trofeo.
La formula della competizione
Uno dei motivi per il successo di questo evento è sicuramente la sua formula particolarmente spettacolare. Tutto il torneo si disputa nell’arco di tre giorni consecutivi, con i sei giocatori per squadra impegnati in 12 partite totali di cui nove singolari e tre in doppio (al meglio dei due set con la particolarità di giocare un tie-break secco a 10 punti per aggiudicarsi il match in caso di parità).
Per ogni incontro vinto la squadra riceverà dei punti: 1 per gli incontri vinti nel primo giorno di gara, 2 quelli nel secondo giorno e 3 nel terzo. Chi dei due team arriverà per primo a 13 punti si aggiudicherà la sfida. Per evitare di dare troppo peso solo ai giocatori più forti, nessun tennista può giocare più di due singolari nel corso del torneo, così come almeno in quattro per squadra dovranno giocare in doppio. Se dopo tutto questo le squadre sono ancora in parità, la vittoria sarà affidata a un extra-doppio da un solo set.
I protagonisti delle edizioni precedenti
L’esordio della Laver Cup avvennè nel 2017 dove sui campi della O2 Arena di Praga, si affrontarono alcuni tra i migliori tennisti al mondo: Rafa Nadal e Roger Federer guidarono la truppa Europea (che comprendeva anche Zverev, Cilic, Thiem e Berdych), mentre gli americani Querrey e Isner (allora numero 16 e 17 del mondo) facevano parte del resto del Mondo (insieme a Kyrgios, Sock, Shapavalov e Tiafoe). Malgrado il divario tecnico, l’Europa vinse la competizione solo all’ultimo incontro quando Federer ebbe la meglio contro Kyrgios chiudendo sul 15-9 finale. Fu anche la volta di un doppio davvero incredibile con Federer e Nadal in coppia, vittoriosi contro Querrey e Sock (ma solo al tie-break decisivo).
Nel 2018 la sfida si sposta a Chicago negli States, con molti dei protagonisti ancora presenti. Per l’Europa al fianco di Federer questa volta tocca a Djokovic, affiancati da Zverev Dimitrov, Goffin ed Edmund. Dall’altra parte invece sono Anderson, Isner, Schwartzman, Sock, Kyrgios e Tiafoe a scendere in campo per il Resto del Mondo. Anche in questa occasione l’Europa ha la meglio con un 13-8 conclusivo dopo sole 11 partite giocate, nonostante un Djokovic non certo in grande condizione sconfitto entrambe le volte che è sceso in campo (nel doppio insieme a Federer e nel singolare contro Anderson).
Si gioca sul cemento di Ginevra nell’edizione del 2019, che vede anche l’esordio per il primo italiano convocato per la Laver Cup. Con Nadal, Federer, Thiem, Zverev e Tsitsipas infatti, c’è anche il nostro Fabio Fognini, allora numero 11 al mondo. La formazione Europea ha praticamente sei giocatori dei primi dieci al mondo (c’è anche Agut come riserva), nettamente favorita su quella guidata da McEnroe che oltre ai soliti Isner, Sock e Kyrgios, mette in campo Raonic, Fritz e Shapovalov (con Thompson come riserva). Il gap però non si vede in campo, tanto che i due team danno vita all’edizione più combattuta di tutte fino ad ora, con un 13-11 finale dopo che l’Europa era stata anche in netto svantaggio per 7-11 e due match per trovare almeno una vittoria. Federer e Zverev però hanno la meglio negli ultimi due incontri su Isner e Raonic e l’Europa fa tripletta. Male l’esordio per Fognini, che incappa in una delle sue giornate “No” e perde in due set contro Sock (che vince addirittura 6-1 il primo set).
Nel 2020 invece, l’edizione è stata rinviata per la pandemia.
La Laver Cup del 2021
L’edizione del 2021 invece si terrà in quel di Boston, dal 24 al 26 settembre. E per la prima volta molto probabilmente non vedremo in campo l’organizzatore della kermesse, visto che Roger Federer è alle prese con un problema fisico che potrebbe tenerlo fuori a lungo dai giochi.
Pur con qualche dubbio però, la formazione Europea guidata da Borg si presenta ancora con praticamente tutti i migliori al mondo in squadra. Presenti Medvedev, Nadal, Thiem, Zverev e questa volta anche il nostro Matteo Berrettini, con la sua ottava posizione del ranking e una serie di risultati estremamente positivi.
A dimostrazione che potrebbe essere la sfida con il più alto tasso tecnico (e di ranking) tra quelle disputate, ecco che nel Resto del Mondo invece dovrebbero confermare la loro presenza Shapovalov (numero dieci al momento), Schwartzamn (14) e Felix Auger-Aliassime (15). Ma mancano ancora alcuni tasselli che verranno risolti solo a ridosso della competizione.