A un mese e mezzo dall’inizio delle WSOP (live), scoppia un caso che minaccia di compromettere il buon esito dell’edizione 2021. La questione riguarda un articolo del regolamento, inserito per gestire le situazioni di rischio legate al coronavirus.
La Regola 115 prevede infatti che l’organizzazione del torneo possa decidere di squalificare i giocatori che sono stati in contatto con persone risultate positive al test per il COVID-19 o che mostrano i sintomi della malattia. Il testo “incriminato” è il seguente (il regolamento completo può essere visualizzato/scaricato da qui):
Il punto critico della regola è questo: un giocatore potrebbe pagare il buy-in, sedersi al tavolo e iniziare a giocare, solo per venir squalificarlo dal torneo senza alcuna forma di rimborso.
La reazione della community dei players non si è fatta attendere. In molti hanno chiesto chiarimenti, minacciando di non partecipare alla competizione. Immediata la replica delle WSOP, attraverso questo tweet:
In sostanza: la salute collettiva e il rispetto delle normative vigenti negli States vengono prima di tutto. E il modo più sicuro per evitare problemi è quello di presentarsi al Casinò Rio (forse alla sua ultima edizione WSOP…) muniti di un certificato di vaccinazione completa.
Chi non si è vaccinato può comunque partecipare, ma si assume il rischio di essere squalificato nel caso si presentino le condizioni indicate nella Rule 115. Vale la pena ricordare che la vaccinazione può essere considerata completa solo dopo 14 giorni dalla seconda inoculazione del siero. C’è quindi un mese di tempo per i giocatori che intendono garantirsi un posto “sicuro” alla 50ma edizione delle WSOP.
Gli organizzatori, inoltre, hanno ricordato l’obbligo di utilizzare le mascherine all’interno del casinò, a meno che questa restrizione non venga eliminata dallo Stato del Nevada prima del 30 settembre, data d’inizio della kermesse.
Sembrano tutte indicazione sensate. Questione risolta quindi? Non proprio, perché i giocatori hanno sollevato altre perplessità. La principale, a nostro avviso, è la seguente:
In altre parole: quali strumenti e quale personale qualificato ci sarà al Rio per poter valutare i casi di rischio e, di conseguenza, l’eventuale squalifica del giocatore?
Senza contare le accuse – che potrebbero finire per vie legali – tra giocatori vaccinati e giocatori che non lo sono. Qualcuno ha commentato: “E’ una truffa clamorosa per chi non è vaccinato. E’ altamente probabile che prima o poi qualcuno venga in contatto con un giocatore malato o positivo. Non vale la pena correre il rischio di perdere i soldi del buy-in. Cancello subito la prenotazione su Airbnb e salto le WSOP quest’anno!“.
DJ MacKinnon suggerisce di compensare il giocatore squalificato con un ICM chop, in base allo stack. Ma questo non risolve il problema dell’integrità/regolarità delle partite, oltre al più importante rischio di un focolaio di COVID-19 all’interno del casinò, cosa ben più grave.
Forse sarebbe più corretto richiedere una copertura vaccinale obbligatoria per tutti e prima dell’inizio della manifestazione, ma la scelta potrebbe impattare sul numero di partecipanti. Il punto cruciale è proprio questo e non si tratta di una decisione facile da prendere per le WSOP, al loro rientro dopo un anno e mezzo di purgatorio, lenito solo parzialmente dall’edizione mista online-live dello scorso anno.
Staremo a vedere quale sarà l’ultima parola delle WSOP (o del Governatore del Nevada) in merito alla Regola 115. Nel frattempo è chiaro che la pandemia ha chiesto ancora dazio al poker giocato dal vivo.
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