Ora che la fiamma olimpica dei giochi di Tokyo si è spenta, vediamo ancora più chiaramente la luce che i nostri azzurri hanno fatto risplendere in un evento che è stato storico oltre ogni più rosea previsione. Record di ogni tipo sono stati battuti, conferendo alla spedizione italiana la dimensione epica di qualcosa che rimarrà per sempre nella memoria di chi ha assistito a questo spettacolo.
Troppe le storie e le particolarità da raccontare per poterle comprendere tutte in qualche riga, ci limitiamo quindi a percorrerne una sintesi in un pagellone olimpico che però rappresenta la punta dell’iceberg di tutte le emozioni che ci hanno regalato.
Voto 10 e Lode – Marcel Jacobs
Tra le tante storie e le tante vittorie di questa Italia a cinque cerchi, dovessimo fare un solo nome sarebbe però probabilmente in suo: Marcell Jacbos.
Nessun italiano prima di lui era arrivato a una finale olimpica dei centro metri, un traguardo già di per sé storico. Ma lui ha voluto esagerare, vincendo la medaglia d’Oro con tanto di record Europeo a sigillo. Il bis con i suoi compagni della 4×100 è qualcosa di cui sicuramente si parlerà negli anni a venire, come un ricordo indelebile per tutti noi che lo abbiamo vissuto in questi giorni.
Voto 10 – Le dieci medaglie d’Oro azzurre
Dieci in pagella, come dieci sono le medaglie d’Oro conquistate dall’Italia in questa edizione. Ma per essere chiari, bisognerebbe dire 40, perchè a suo modo tutte le medaglie portate a casa dagli azzurri (stabilendo il nuovo record assoluto) sono a coronamento di storie che meriterebbero il massimo dei voti.
Di Lamont Marcell Jacobs abbiamo già detto, ma un discorso a parte si potrebbe fare anche per l’incredibile Oro di Gianmarco Tamberi, altra lode meritata dopo le sofferenze degli ultimi cinque anni con l’infortunio che gli aveva fatto saltare Rio nel suo momento migliore. E che dire di Antonella Palmisano e Massimo Stano che in due giorni si sono aggiudicati altrettante vittorie nella marcia. Poi la quinta impresa dell’atletica italiana, con la storica vittoria di Lorenzo Patta, Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu, che pure ne aveva di sassolini da togliersi in quell’ultima frazione da vero eroe.
Oltre all’atletica sono arrivati gli ori di Federica Cesarini e Valentina Rodini nel doppio pesi leggeri, e la rivincita del ciclismo (molto sotto tono su strada) con la squadra di inseguimento maschile che ci ha regalato anche un fantastico record del mondo: sono Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan.
Prima volta italiana anche nel Karate, specialità Kumitè, con Luigi Busà che ha la meglio su agguerritissimi rivali e fa il paio con quella del Taekwondo vinta da Vito Dell’Aquila. Storica anche la medaglia d’Oro nella vela con il Nacra 17 Misto vinto da Ruggero Tita e Caterina Banti.
Dieci medaglie fantastiche, tutte con storie che meriterebbero un libro a parte. Oltre al punteggio massimo nel nostro pagellone.
Voto 9 – Vanessa Ferrari e Federica Pellegrini
Due atlete straordinarie accomunate non solo dal partecipare a quella che dovrebbe essere la loro ultima Olimpiade, ma anche di una carriera costellata da grandi vittorie e grandi soddisfazioni.
Per la Divina Pellegrini non si poteva questa volta ambire alla zona medaglie, ma si è riusciti comunque nell’impresa storica che prima d’ora non era mai riuscita a nessun atleta: partecipare a cinque finali olimpiche nella stessa specialità. E Fede ce l’ha fatta, conquistando il diritto di giocarsi l’oro nei suoi 200 metri stile libero. Chiude settima in vasca, ma prima al mondo.
Vanessa doveva fare i conti con una cabala che l’aveva vista presente a quattro olimpiadi, ma senza riuscire mai a portare a casa una medaglia, nonostante un palmares di caratura mondiale. Sfortuna, occasioni sfumate per un soffio, qualche giudice non troppo magnanimo e ovviamente avversarie decisamente ostiche, le avevano impedito di coronare il suo sogno olimpico. Questa volte invece ce l’ha fatta, a trent’anni suonati, si mette al collo una medaglia d’argento pazzesca.
Voto 8 – Gregorio Paltrineri
Da lui tutti ci aspettavamo tre ori. Perchè Gregorio è uno di quei talenti mondiali che possono fare tutto. E almeno fino a un mese dalle Olimpiadi, forse lo pensava anche lui. Poi arriva la mononucleosi a sbarrare la strada, tanto che persino la sua stessa presenza è in bilico. Ci prova lo stesso l’azzurro a scendere in vasca. E la prima batteria con un tempo di gran lunga sotto i suoi standard ci racconta che sarà durissima.
Poi in finale negli 800 metri stile libero intravediamo sprazzi di quello che sarebbe potuto essere se fosse riuscito ad allenarsi al meglio. Centra una medaglia d’argento incredibile per la sua situazione, piazzandosi poi 4° nei 1500, una gara che per come è andata, avrebbe probabilmente vinto in carrozza. Non contento, si presenta anche in una delle gare più difficili e faticose dell’intero palinsesto, la 10 chilometri in acque libere. E Gregorio fa ancora un mezzo miracolo, piazzandosi sul terzo gradino del podio.
Due medaglie incredibili per le condizioni in cui si è presentato. Che non possono fare altro che dare un voto altissimo a lui e mettersi alle spalle tutto il rammarico per ciò che invece sarebbe potuto essere stato.
Voto 7 – Nazionale di Basket azzurra
Già qualificarsi per queste Olimpiadi è stata un’impresa a dir poco incredibile (avendo la meglio su una Serbia di grande livello e senza alcuni dei nostri migliori elementi come Gallinari). Ma Coach Sacchetti è riuscito a creare un ottima amalgama nel gruppo, tanto da riuscire persino a passare il turno e qualificarsi per i quarti di finale, dando filo da torcere anche a nazionali decisamente più quotate sulla carta.
Anche nella gara da dentro a fuori contro la Francia non partiamo certo favoriti. I transalpini sono farciti di giocatori NBA come Gobert, Batum e tanti altri. E infatti gli azzurri soffrono, vanno sotto, poi pareggiano, poi vanno di nuovo sotto e riescono a pareggiare di nuovo. In poche parole, lottano sempre e non si arrendono mai. Se non alla sirena finale, che sancisce l’eliminazione, ma a testa altissima (con la Francia peraltro che arriva a giocarsi l’Oro facendo anche soffrire gli USA fino alla fine).
Voto 6 – Benedetta Pilato
Dalla vasca è arrivata qualche gioia, ma anche diverse dolenti note (non a caso non c’è stato nemmeno un oro dalla piscina). In linea di massima ci è sembrato diversi azzurri non siano arrivati proprio in perfette condizioni fisiche, o mentali.
Per la nostra Benedetta Pilato, probabilmente entrambe. Era arrivata a Tokyo forte del record del mondo nei 50 rana, presentandosi quindi tra le possibili favorite nella gara dei 100 di specialità, oltre che nella staffetta mista. Invece in vasca non era lei. Male nelle qualificazioni al punto da venire squalificata, male nel controllo mentale tanto da non partecipare nemmeno alla gara della staffetta.
Il sei è politico, perchè non dimentichiamo che Benedetta ha solo 16 anni e avrà ancora tante altre possibilità per fare meglio. Così come abbiamo visto ben altri esempi andare in crisi in questa edizione, segno che non era per niente facile restare tranquilli e concentrati con tutte le pressioni della gara (e della pandemia).
Voto 5 – Le squadre azzurre: pallavolo e pallanuoto
Nessuno dei team azzurri è riuscito non solo a portare a casa una medaglia, ma nemmeno ad andare vicino a giocarsela. Ma se per il basket le attenuanti e i motivi di consolazione ci sono eccome, più difficile darsi pace nelle prove della pallavolo (maschile e femminile) e in quelle della pallanuoto.
Nel volley il risveglio dalle illusioni è cocente. La nazionale maschile chiude il suo ciclo pendendo dalla non certo irresistibile Argentina ai quarti, stessa sorte delle ragazze, sconfitte invece dalla Serbia. Tanti gli errori da ambo le parti, sia in campo che fuori, con scelte organizzative forse da riconsiderare in toto.
Anche in vasca il settebello non ha certo fatto impazzire, impressionando solo a tratti nei momenti in cui riuscivano a compiere rimonte incredibili. Troppi però i momenti di appannamento (con parziali difficilmente colmabili contro squadre di livello) e troppo poco il peso offensivo (pochi gol per gli azzurri). Finisce con un settimo posto che è però decisamente troppo poco.
Voto 4 – La programmazione RAI
Per chi ha seguito le Olimpiadi degli azzurri in chiaro sulla RAI, sono stati molti i momenti di difficoltà. Un canale unico per tutte le discipline, ha portato spesso a sovrapposizioni per cui si sono persi momenti decisivi di alcuni italiani.
A questo si aggiungeva poi il palinsesto fin troppo rigido del canale, tanto che proprio durante l’incredibile gara di Tamberi nel salto in alto, si è dovuto seguire parte dell’evento in un piccolo e silenzioso riquadro durante il TG. Insomma male, ma non malissimo.
Voto 3 – Andrea Cipressa e la scherma azzurra
Durante un’Olimpiade ci sono sempre medaglie che arrivano e non ti aspetti e altre che invece sembravano certe ma non arrivano. Il voto bassissimo alla nazionale (maschile e femminile) di scherma non è quindi tanto o solo per non essere riusciti a portare in bacheca nemmeno un Oro Olimpico (tre finali, tutte perse per altrettanti amarissimi argenti) quanto per il durante e il dopo.
La spedizione di scherma torna a casa con cinque medaglie, un bottino che in altri sport sarebbe decisamente buono. Ma è apparso chiaro fin da subito che qualcosa non stesse funzionando al meglio nella squadra italiana.
Il vaso di pandora è stato aperto solo a fine dei giochi, quando atleti, addetti ai lavori e lo stesso Andrea Cipressa (CT azzurro) hanno cominciato una battaglia di male parole che la dice lunga su quale fosse lo stato d’animo di questo gruppo. Ci sarà quindi molto da lavorare in futuro, non solo dal punto di vista tecnico.
Voto 2 – I detrattori social
Queste Olimpiadi ora lo sappiamo, saranno ricordate per i tanti record azzurri, a cominciare da quello per numero di medaglie, 40. Mai così tante. Mai così belle peraltro.
Eppure, nemmeno a metà delle gare, c’era già chi sui social lamentava dure accuse nei confronti di Malagò e non solo per i risultati scadenti che stavano arrivando (eravamo indietro con gli ori in quel momento e con qualche medaglia attesa che non era arrivata, vedi scherma e nuoto per esempio).
Messaggi politici più che sportivi, che non solo lasciano il tempo che trovano durante competizioni di questo genere, ma che, almeno in questo caso, hanno ottenuto un effetto decisamente particolare. Destino vuole infatti, che proprio dopo quei messaggi social, l’Italia cominci a vincere a raffica, salendo sul tetto del mondo nelle più svariate discipline, a cominciare proprio dall’Atletica, fiore all’occhiello delle Olimpiadi.
Voto due quindi ai detrattori social, sperando però che continuino a provarci anche tutte le altre volte che gli azzurri scendono in campo, se questi sono i risultati!
Voto 1 – La stampa anglosassone
E a proposito di chi proprio non riesce a saper perdere, che dire della stampa inglese (e anglosassone in generale) che dopo lo smacco dell’Europeo di calcio, si è ripetuta in maniera anche peggiore quando gli azzurri della velocità hanno annichilito i suoi rappresentati nella gara dei 100 metri?
Dalle poco velate accuse di doping per Jacobs, alle frecciatine dei commentatori inglesi (chi è Tortu?), un’altra brutta pagina di (poca) sportività si è giocata nei giorni delle vittorie olimpiche azzurre, arrivate come capita spesso di questi tempi, proprio ai danni di atleti inglesi.