Nella storia del calcio sono state indossate centinaia di migliaia di magliette, dalle più classiche alle più moderne. Nessuno però ha osato tanto quanto il Camerun, che si presentò alla Coppa d’Africa del 2002 indossando una maglietta che non aveva veramente nulla della normale casacca calcistica, ma era una vera e propria canotta, simile ad una divisa da basket.
La Coppa d’Africa 2002, un’edizione che si preannunciava memorabile
Il Camerun si presentava alla Coppa d’Africa del 2002 in Mali come campione in carica e squadra favorita: una coppia d’attacco splendidamente assortita, composta da Patrick M’Boma e Samuel Eto’o e tutta una serie di giocatori che si stavano imponendo nei maggiori campionati europei, come Pierre Wome, Rigobert Song, Njitap Geremi, Eric Djemba-Djemba o Salomon Olembé, fino al centrocampista Marc-Vivienne Foé che l’anno successivo, durante un match di Confederation Cup, sarebbe rimasto vittima di un letale attacco cardiaco in campo che sconvolse il mondo intero.
In un’edizione che presentava una qualità media forse mai raggiunta fino a quel momento dalla competizione continentale africana, grazie al Senegal di El Hadji Diouf e Khalilou Fadiga, la Nigeria di Jay-Jay Okocha e Finidi George o al Sudafrica di Siyabonga Nomvethe e Benny McCarthy, il Camerun esplicitò immediatamente le sue ambizioni di primato presentandosi con una divisa che suscitò scalpore dal primo momento.
Una canotta da basket in un campo da calcio
Alla tradizionale maglietta verde dei Leoni Indomabili infatti si sostituì una sorta di canotta, una maglietta in cui le maniche erano state completamente eliminate. La maglia seguiva in tutto e per tutto la tradizione, con pantaloncini rossi e calzini gialli a completare tutti i colori della bandiera del paese insieme al verde della maglia. Ma lungo le spalle e le ascelle dei giocatori la maglietta si interrompeva, con delle finiture giallo e rosse, mentre lungo la schiena e i fianchi le cuciture erano realizzate in verde, tono su tono.
Il numero di maglia era stampato in caratteri gialli, sulla schiena e sul petto, in posizione centrale sullo sterno, sotto il marchio dello sponsor tecnico. Ai fianchi del numero, sul lato frontale trovavano spazio da un lato il logo della FECA (Fédération Camerounaise de Football), sull’altro il simbolo stilizzato del leone con criniera, in giallo, simbolo della nazionale camerunense, i cui giocatori sono soprannominati Leoni Indomabili.
Il divieto FIFA per il Mondiale 2002
La FIFA osservò con sconcerto i camerunensi disputare e vincere la Coppa d’Africa, dopo una tiratissima finale conclusa ai calci di rigore contro il Senegal. Di lì a pochi mesi si sarebbero disputati i Mondiali in Giappone e Corea del Sud, e la possibilità di vedere una squadra indossare delle canottiere che sembravano più adatte ad un parquet di basket che ad un campo da calcio in una competizione di tale importanza fu scartata senza discussioni.
Al Camerun fu fatto divieto di disputare la competizione con una divisa che non rispettasse i dettami FIFA, che prevedono la presenza di maniche, che siano lunghe o corte. Ormai in ritardo per realizzare un nuovo modello e vincolati dal contratto con lo sponsor tecnico, i Leoni Indomabili ovviarono ai dettami FIFA indossando una maglietta termica nera a maniche corte sotto le canotte, rispettando così le prescrizioni stilistiche ma mantenendo comunque la loro caratteristica maglietta.
Il “body” e l’ulteriore sanzione FIFA
Non contenti dell’irritazione della FIFA per la maglietta senza maniche, due anni più tardi il Camerun e il suo fornitore tecnico ci riprovarono, proponendo in occasione delle qualificazioni ai Mondiali 2006 un’altra maglia inedita e dalle caratteristiche decisamente fuori dai canoni calcistici.
Eto’o e compagni infatti scesero in campo nella prima partita di qualificazione contro la Nigeria indossando una sorta di body simile a quello dei ciclisti o dei ginnasti, un pezzo unico in cui maglietta e pantaloncini erano fusi insieme. La FIFA non si limitò semplicemente ad ammonire la FECA questa volta, ma gli diede ben 6 punti di penalizzazione. Grazie alla mediazione dello sponsor tecnico, in seguito la sanzione fu ritirata, ma da allora il Camerun non tentò più di indossare qualcosa che esulasse dai classici maglietta, pantaloncini e calzettoni.