La regola dello showdown prevede che a mostrare le carte sia l’ultimo aggressore. Se non c’è un aggressore, si procede secondo l’ordine normale di azione.
La domanda è: l’aggressore (o il giocatore di turno) può fare un “auto-muck”? Secondo la versione più recente del TDA, sì. Non è detto però che sia una mossa intelligente, visto che viene offerto all’avversario un piatto senza showdown.
E’ raro, ma è successo.
L’azione si svolge al Main Event dell’EPT di Barcellona 2010 (Stagione 7). I protagonisti sono il pro tedesco – ma di chiare origini italiane – Giuseppe Pantaleo (1,4 milioni di dollari in carriera) e lo spagnolo Jesús Cortes Lizano (3,4 milioni). Entrambi sono al final table e, nel momento della mano incriminata, dispongono di stack importanti.
Con bui 40.000/80.000 tutti foldano fino a Pantaleo che da bottone apre 165mila con J♦8♠. Lozano difende il BB con J♥10♥. Scende il flop: 2♣Q♠6♣.
Nonostante siano tre carte buone per provare a rubare il piatto, nessuno dei due giocatori investe chips. Il doppio check porta una Q♣ al turn. A questo punto, Cortes Lizano prova chiudere il discorso uscendo con una puntata da 230mila chips, circa metà piatto. Per tutta risposta, il tedesco chiama.
River: 2♥. Di nuovo lo spagnolo esce puntando, questa volta sono 330mila gettoni. Pantaleo rilancia 790.000. Tutti si aspettano il raise o il fold da parte di Cortes Lizano il quale invece opta per un call!
Una decisione discutibile, ma il problema non è questo. Il problema è che Pantaleo butta via le carte senza farle vedere, dando per scontato di essere battuto. In realtà, allo showdown si sarebbe trattato di uno split pot, un piatto diviso!
In questo caso l’aggressore è Pantaleo, che ha rilanciato al river. Se l’azione fosse stata check-check, sarebbe stato lo spagnolo a dover mostrare per primo. Pantaleo sceglie di non mostrare le proprie carte perché è in bluff. Dà però per scontato che il suo avversario abbia un punto o una carta più alta.
Certo il call di Lizano ha davvero poco senso, anche se non è la prima volta che si assiste ad una giocata di questo tipo con una mano marginale. D’altra parte, Pantaleo ha poco da tenere nascosto: quando il tedesco rilancia per poi fare muck, il suo bluff è rivelato. E così ha perso l’occasione di vedere la mano del suo avversario, che da regolamento non è più obbligato a mostrare le hole cards.
Una scelta poco saggia da parte di Giuseppe Pantaleo che chiuderà quel torneo al 5° posto per €170.000.
Cortes Lizano invece arriverà all’heads-up, solo per arrendersi allo svedese Kent Lundmark, ma incassando comunque 525.000 euro di premio.
Foto di testa: il momento del call di Lizano (YouTube)