Per un portiere, non c’è nascondiglio. Diceva Brad Friedel. E aveva ragione, perché quando sei l’ultimo baluardo della difesa ogni tuo errore è letale. Per questo è così importante avere tra i pali chi ne commette meno possibile.
Poi c’è bisogno anche di tante altre cose per essere il miglior portiere della storia: abilità, pazienza, carisma, carattere. E anche un pizzico di fortuna. Ecco perchè non è mai facile stilare classifiche, perchè tanti sono i parametri in gioco e le variabili per stabilire chi è il più forte. Però ci vogliamo provare: qual è il più forte portiere italiano della storia del calcio?
Pochi dubbi in vetta: Buffon e Zoff
Se sul resto della Top10 possiamo discutere a lungo (e lo faremo), non ci sono molti dubbi su quali sono i migliori portieri italiani della storia: Gigi Buffon e Dino Zoff. Ora, il problema semmai potrebbe essere metterli nel giusto ordine, ma per questo ci affideremo ai semplici numeri, che portano a pensare al portierone di Carrara come numero uno assoluto.
Per Buffon parlano i successi e i record che si è cucito addosso. Da quello come giocatore con più presenze in assoluto in Serie A, passando alla sua striscia di imbattibilità nel massimo campionato (974 minuti consecutivi). Ma anche il record di porta inviolata (311 partite) e quello per maggior numero di campionati vinti (10) e con il maggior numero di presenze in nazionale maggiore (176 di cui 80 da capitano). E potremmo anche continuare. Unico neo, la mancata vittoria di una Champions League e quella finale persa all’Europeo del 2012 che gli lasciano due grandi buchi in una bacheca comunque zeppa di trofei come nessun altro.
Alcuni dei record di Gigi non a caso appartenevano prima proprio a Dino Zoff, che dal canto suo può vantare però può vantare se non altro la doppietta in nazionale tra Mondiali (nel 1982) ed Europei (nel 1968), mentre la Champions è stata stregata anche per lui in maglia bianco nera. C’è poi da dire che tutto l’inizio della sua carriera si è svolto in squadre come Mantova e Napoli, quindi probabilmente alcuni “record” di imbattibilità sono arrivati solo dopo il suo arrivo alla Juventus nel 1972.
Due portieri che hanno fatto la storia del calcio italiano, pur con due caratteri e personalità molto diverse, così come le loro caratteristiche tra i pali, utili a essere i migliori nel ruolo proprio nel periodo storico che li ha visti protagonisti.
L’interregno di Zenga e Pagliuca
Quando hai due cannibali che in pratica hanno monopolizzato la maglia numero uno della nazionale per trent’anni, non è poi così facile entrare nella storia dalla porta principale. Tra i due regni di Zoff e Buffon però, c’è stata almeno una finestra in cui ci sono stati diversi nomi a mettersi in mostra: Walter Zenga e Gianluca Pagliuca (oltre a Peruzzi di cui parleremo dopo).
Due carriere peraltro che si sono intrecciate anche nei destini e nelle maglie di club e nazionale. Zenga ha difeso la porta dell’Inter per oltre 450 partite (di cui oltre 180 mantenendo la porta inviolata) e quella della maglia azzurra per per tutta la seconda metà degli anni ottanta e fino allo sfortunato mondiale del novanta giocato in casa. Poi il passaggio alla Sampdoria prima delle ultime apparizioni e la carriera da allenatore.
Percorso inverso invece per Pagliuca, che proprio dai blucerchiati ha iniziato la sua ascesa (oltre 200 partite) prima di sostituire lo stesso Zenga sia in maglia nero azzurra dell’Inter, sia tra i pali della nazionale maggiore (con cui ha disputato circa 40 partite alla fine). Carriera poi chiusa con il passaggio a Bologna, di cui è stato bandiera a lungo (sette stagioni in rosso blu).
Palmares certo più ridotti, con l’epopea Doriana vissuta da Pagliuca (dallo storico scudetto del ’91 alla finale Champions persa per un soffio), e i successi con l’Inter in Italia (1989) e in Europa (due Uefa) per Zenga. Restano due figure storiche comunque nel panorama dei portieri italiani.
Enrico Albertosi: eroe in Messico e a Cagliari
Se fino a ora abbiamo parlato soprattutto di numeri, per Albertosi forse questa metrica non è sufficiente. Non ci saranno grandi record nel suo palmares, ma per esempio il suo storico scudetto con il Cagliari è comunque qualcosa di irripetibile. Così come la sua presenza tra i pali in quella che è considerata (a ragione) come la più bella partita di calcio della storia: quel Italia-Germania 4-3 dei mondiali del 1970.
E proprio in nazionale ha sempre dato il suo contributo avvicendandosi con Zoff prima di lasciargli il posto da titolare (anche durante la vittoria agli Europei del ’68, ma solo per un suo infortunio).
A macchiare la sua fantastica carriera fatta anche di un successo nazionale con la maglia del Milan, il suo finale, costretto a un ritiro anticipato dopo le vicende del 1980 e la relativa squalifica.
Gianpiero Combi: il miglior portiere dell’anteguerra
C’è probabilmente un abisso tra il calcio che si gioca oggi e quello a cui si assisteva nell’anteguerra, ma se parliamo di estremi difensori di quel periodo, tutto porta a pensare che Gianpiero Combi sia uno dei massimi esponenti tra gli italiani.
Una carriera vissuta tutta in maglia bianco-nera, dalle giovanili e fino ai cinque scudetti conquistati tra gli anni venti e trenta. Ma anche in nazionale è stato a lungo il nostro baluardo difensivo, sia nel 1934 quando arrivò alla conquista del Mondiale, sia in quel bronzo Olimpico del 1928.
Francesco Toldo: il para rigori
Forse uno dei numericamente meno titolati del gruppo fin qua, eppure Francesco Toldo ha qualche caratteristica che lo rende unico in questa classifica. Intanto è uno dei pochi(ssimi) ad avere in bacheca l’onore di una Champions League, conquistata con l’Inter in quel magico 2010 del Triplete (inutile dire che è anche l’unico ad averlo fatto), dopo una serie di ben cinque scudetti di fila peraltro.
Qualche soddisfazione è arrivata però anche dalla nazionale. Prima con la conquista dell’Europeo Under21 e poi con un Europeo dei “grandi” nel 2000, vissuto da assoluto protagonista tanto da prendere il premio come miglior portiere della manifestazione. Occasione unica, perché Toldo ha avuto una grande sfortuna in carriera: quella di vivere nello stesso periodo di un Gigi Buffon insostituibile in nazionale. Eppure proprio in quell’occasione, Gigi era infortunato e il portierone di Fiorentina e Inter colse la palla al balzo mettendosi in mostra.
Chi non ricorda l’incredibile partita contro l’Olanda? Toldo è praticamente imbattibile e para tutto quello che gli arriva, compresi tre rigori (uno nei novanta minuti e ben due alla lotteria dal dischetto che ci qualifica in finale). È una partita a suo modo storica per lui, che non avrà molte altre occasioni in nazionale a dire il vero, prendendosi però la scena con l’Inter dimostrando quanto sia necessario avere il suo nome in questa classifica.
Da Sebastiano Rossi a Peruzzi: il carisma dei numeri uno
Può un portiere che non ha praticamente mai giocato in nazionale essere in questa classifica? Beh, secondo noi sì. Specialmente se, come Sebastiano Rossi, ti sei guadagnato i gradi difendendo la porta dei Campioni d’Italia del Milan per cinque stagioni nel corso degli anni novanta, oltre a una Champions League e 1 Coppa Intercontinentale.
Non solo. Suo era infatti il record di imbattibilità per il campionato italiano, stabilito sempre in maglia rosso nera nel 1994, quando arrivò a 929 minuti senza subire gol. Insomma di certo uno dei migliori, almeno fino all’arrivo del solito Gigi Buffon a strappargli il record.
Proprio Angelo Peruzzi lo ha spodestato da quel ruolo di numero uno azzurro che si è tenuto stretto diverse volte prima dell’esplosione di Buffon. Più di altri ha girovagato tra le big del campionato, vestendo le maglie di Roma e Inter, ma soprattutto di Juventus e Lazio. Con la Juventus i suoi più grandi successi, dalla Champions all’Intercontinentale, passando per ben tre scudetti. È anche riuscito a vincere la Coppa Italia con ben tre maglie diverse (Roma, Lazio e Juventus), portandosi a casa con la maglia della nazionale anche il Campionato d’Europa Under 21 (nel 1992) e il Campionato del Mondo nel 2006, facendo ovviamente da secondo al solito Buffon.
Gigio Donnarumma: il futuro
Lo abbiamo messo per ultimo, perchè a soli ventidue anni ancora non ha i numeri per approdare ai piani alti di questa classifica. Però lo sappiamo, il futuro è suo.
L’esordio a soli 16 anni in Serie A con il Milan, lo porta a scrivere da subito numeri importanti malgrado la giovane età, quasi da veterano. Ampiamente oltre le duecento presenze in massima serie, già a quota 33 in nazionale. Sembra davvero solo questione di tempo perché possa arrivare a scrivere il suo nome in tante caselle dei record assoluti. Per ora è il più giovane a vestire la maglia da titolare nella nazionale, il più giovane a raggiungere le 100 e le 200 partite in serie A. E chissà quanti altri ne batterà da qua a molto presto.
Certo dopo il suo passaggio al PSG, dovrà forse rinunciare (per ora) a ritoccare qualche numero nel nostro campionato, ma altrettanto facilmente dovrà fare ulteriore spazio in bacheca per i trofei, dopo aver centrato fino ad ora soltanto una supercoppa con il Milan ma controbilanciata dalla clamorosa vittoria agli Europei con la nazionale maggiore, in cui viene anche premiato come miglior giocatore del torneo.
C’è tempo insomma per scalare questa e altre classifiche. E per rispondere alla domanda: sarà lui il più forte portiere di tutti i tempi? Staremo a vedere.
La classifica dei migliori portieri italiani della storia
- Buffon
- Zoff
- Zenga
- Pagliuca
- Albertosi
- Combi
- Toldo
- Peruzzi
- Rossi
- Donnarumma