Neanche il più ottimista degli italiani, forse neanche il presidente della Repubblica Mattarella, poteva immaginare uno sviluppo così positivo per il nostro Paese.
Dopo che la Nazionale di Meo Sacchetti ci ha regalato un sogno in Serbia, l’Italia del calcio e quella del tennis, stanno regalando un sogno al nostro paese. Domenica 11 luglio può diventare il giorno più incredibile della nostra storia sportiva. Matteo Berrettini giocando in scioltezza è arrivato in finale a Wimbledon. È la prima volta in 134 edizioni e già fa impressione. Ma la cosa sorprendente è il come, perché Berrettini ha massacrato gli avversari. Tra cui l’uomo che ha distrutto Federer ai quarti. Due set concessi in tutto il torneo, una sicurezza e una serenità davvero da supereroe. È contro Djokovic che cerca il Grande Slam la finale, un’impresa quasi impossibile contro un fantastico robot piena di garra e di talento. A Parigi però, è suonato per Nole un piccolo campanello d’allarme contro la grinta di Matteo, nemmeno sulla sua superficie preferita. Non siamo favoriti, ma ce la giochiamo, se la gioca soprattutto Matteo.
Non siamo favoriti a Wimbledon e non siamo favoriti nemmeno a Wembley. E non perché la nostra Nazionale valga meno di quella inglese, ma perché è equilibrata, direi 55-45 per noi. Ma in quell’equilibrio Wembley incide. Fa rumore, come direbbe Diodato. E fa rumore senza chiedere permesso, all’improvviso. Mi aspetto una partita tirata, combattuta, con pochissimi gol. E col rischio di vederla finire oltre il minuto 90. La storia dice che l’Italia ha sempre avuto la meglio, domenica vincere sarebbe ancora più importante, perché vorrebbe dire completare la rivoluzione culturale iniziata da Mancini sulle ceneri di Ventura.
Un motivo in più per tifare, un motivo in più per urlare tutti insieme: football is coming Rome.
Undici luglio 2021. Avanti Italia.