La questione di come rendere economicamente sostenibile un’organizzazione esportiva rimane uno dei temi aperti di un settore in continua crescita. Soprattutto in Italia, dal momento che nel nostro Paese il boom degli eSports è cosa recente, con i pro e i contro del caso.
I pro sono rappresentati da un mercato giovane, aperto e con una tendenza espansiva superiore a quella di mercati consolidati da più tempo. I contro sono invece costituiti da carenze a livello legislativo, di strumenti e anche di cultura e mentalità. Ne abbiamo parlato qualche tempo fa con Enrico Gelfi, co-fondatore dell’Osservatorio Italiano ESports.
Nell’ambito delle organizzazioni – o società – di eSports è possibile individuare tre tipologie. Al top ci sono quelle super professionistiche, consolidate da molti anni di competizioni internazionali. Parliamo dei Cloud9, Team Liquid, Damwon Kia, T9, Mad Lions, PSG Talon, G2 Esports, Suning, FaZe Clan, Tsm e altre ancora. Di fatto, queste società costituiscono una “superlega”, un mondo a sé. I loro team partecipano agli eventi più ricchi, potendosi permettere di pagare franchigie milionarie. Hanno un mare di followers a livello globale e giocatori che valgono ognuno centinaia di migliaia di dollari, se non di più. Grazie a tutto questo, riescono a chiudere deal con sponsor di primo piano (BMW, Red Bull, Benq etc).
All’estremo opposto ci sono le organizzazioni amatoriali, costituite quasi esclusivamente da amici-giocatori il cui unico scopo è quello di competere a livello nazionale. In mezzo ci sono società che sono ben attrezzate sia per competere che per fornire contenuti media e dotate di un discreto seguito di appassionati, ma che per il momento lottano per rimanere a galla, spostando nel tempo l’obiettivo del profitto. E questo è il tipo più diffuso nel nostro Paese.
Nella top tre italiana ci sono senza dubbio i Mkers i quali, recentemente, hanno cercato una nuova via per sostenere il proprio modello di business, che coniuga competizione e comunicazione.
Nell’attesa che i grandi sponsor si accorgano anche del nostro mercato esportivo, i Mkers hanno deciso di diventare una Società per Azioni (S.p.A.). E il risultato è stato notevole. Nell’arco di un mese la società ha raddoppiato quanto raccolto in precedenza, arrivando a quota due milioni di euro.
Tra i soggetti che hanno deciso di puntare sui Mkers ci sono soprattutto sportivi di professione. E questo è un elemento da non trascurare. Lo sport tradizionale, infatti, vede gli eSports come uno strumento di comunicazione fondamentale per raggiungere le generazioni più giovani. Su tutti c’è il calcio.
Tra gli investitori dei Mkers c’erano già gli ex-calciatori della Roma Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi. Nella nuova SpA sono entrati anche Vlad Chiriches e Federico Peluso, attuali difensori del Sassuolo, Marco Parolo, centrocampista della Lazio, e Sergio Floccari, attaccante e capitano della Spal. Tutti soci di Mkers Spa, che nel frattempo è diventata proprietaria al 100% della corrispondente società sportiva.
Per quanto riguarda i ruoli, il presidente è Thomas De Gasperi, con Luca Beccaceci che veste i panni dell’amministratore delegato e Paolo Cesaria quelli del direttore generale e amministratore della società sportiva. Questo il commento dei vertici della società all’operazione SpA: “Abbiamo raggiunto un traguardo importante a soli quattro anni dalla nostra costituzione. Il nostro processo di trasformazione è strettamente connesso con la crescita strutturale ed organizzativa di Mkers, grazie ad investimenti rilevanti sia nella nuova Gaming House che soprattutto nello staff di professionisti che quotidianamente gestiscono le nostre attività. Raggiungiamo questo fondamentale traguardo nell’anno in cui non soltanto abbiamo vinto un Mondiale per club di FIFA 21, ma siamo riusciti anche nell’impresa di portare per la prima volta un team italiano al mondiale di Rainbow Six Siege“. (fonte esportsmag.it)
Fondata nel 2017, i Mkers sono oggi un’eccellenza italiana anche nell’ambito di League of Legends, oltre ad essere partner della Roma Calcio per il settore esportivo (PES).
Il modello Società per Azioni potrebbe fare da apripista per altre organizzazioni italiane. Di certo per i Mkers sta funzionando, tant’è che la società ha già in programma un nuovo round di investimenti con obiettivo a 10 milioni di euro, prima di pensare alla potenziale quotazione in borsa.
Foto di testa credits Mkers
Fonte di riferimento: www.esportsmag.it