Se chiedete a un giocatore NBA quale sia la massima aspirazione da raggiungere nell’arco della sua carriera, non avrà dubbi nel rispondervi che baratterebbe volentieri qualsiasi altro titolo personale, con l’anello.
La competitività dei giganti d’oltre Oceano, la conosciamo tutti e sappiamo anche che essa si traduce nella asfissiante speranza di raggiungere le NBA Finals e vincere la serie decisiva.
MVP vs Anello
Va da sé che, seppur agognati e sognati dai protagonisti della regular season, i vari titoli di carattere personale, come quello di MVP, siano un gran bel riconoscimento, ma nella scala dei valori delle speranze di ognuno dei giocatori professionisti della NBA, esso non sia esattamente in testa alla classifica.
Tra di loro c’è addirittura un super campione, Kareem Abdul-Jabbar, che, caso più unico che raro, conquistò il titolo di MVP senza fare nemmeno i playoff coi Los Angeles Lakers, nella stagione 1975/1976.
L’enunciato appena espresso è piuttosto presente a quei giocatori che non hanno raggiunto la vittoria di un campionato, nonostante siano riusciti a conquistare il titolo di MVP.
Sono 9 e ben tre di loro hanno raggiunto la pleonastica doppietta!
Charles Barkley 1993
Scelto dai 76ers nel 1984, Charles Barkley approdò a Phoenix nel 1992 e diventò subito uomo-franchigia, tanto che conquistò immediatamente il titolo di MVP alla sua prima stagione coi Suns.
Sembrava anche l’anno buono per vincere l’anello, ma Sir Charles e compagni furono sconfitti in finale dai Bulls di Micheal Jordan, per poi non approdare più a una finale NBA.
Karl Malone 1997-1999
Uno dei tre giocatori che non sono mai riusciti a mettere l’anello al dito pur conquistando per ben due volte il Maurice Podoloff Trophy, risponde al nome di Karl Malone.
Anche in questo caso buona parte delle responsabilità è da imputare a Michael Jordan e ai suoi Bulls che misero al tappeto i Jazz nella finale del 1997 e nel 1998.
Allen Iverson 2001
La carriera di Allen Iverson è indissolubilmente legata ai Philadelphia 76ers, che portò alle Finals del 2001, sconfitti poi dai Lakers.
Rappresenta probabilmente il prototipo di giocatore che ha regalato, più di altri, dei momenti indimenticabili, ma non è riuscito ad essere il giocatore che ha cambiato più stagioni consecutive a favore di una sola franchigia.
Le occasioni di vittoria dell’anello si sono esaurite abbastanza presto, una sorta di celestiale eterno incompiuto.
Steve Nash 2005-2006
Il giocatore canadese ha il record, se così lo possiamo chiamare, di essere stato il primo giocatore non americano a conquistare il titolo di MVP, nel 2005, bissandolo poi l’anno successivo, entrambe le volte coi Phoenix Suns.
Non raggiunse mai nemmeno le Finals, portando per ben tre volte i suoi alle finali di Conference, obiettivo raggiunto anche con Dallas nel 2003.
In particolare, il suo secondo titolo MVP conquistato nel 2006, fu oggetto di grosse polemiche, visto che gli osservatori di quel tempo, furono piuttosto propensi a volerlo assegnare a Kobe Bryant, che giocò una delle più grandi stagioni della sua carriera.
Derrick Rose 2011
Il più giovane giocatore di tutti i tempi a ottenere il riconoscimento di cui stiamo parlando, è invece Derrick Rose, talento infinito che riuscì nell’impresa coi Bulls nel 2011, prima che un infortunio devastante lo fermasse l’anno successivo.
Negli ultimi anni, D-Rose è infatti ancora in attività, ha girato parecchie squadre disputando stagioni altalenanti, toccando picchi significativi senza mai però tornare ai fasti di inizio carriera.
Russell Westbrook 2017
Più volte bistrattato, criticato, odiato dai suoi detrattori per l’esagerata predisposizioni al gioco esente da qualsivoglia condivisione della palla coi compagni, Westbrook è uno di quei giocatori divisivi che si ama o si odia.
Non ha fino a qui fatto le fortune delle squadre con cui ha giocato, ma la verità è che inanella triple doppie a grappoli in ogni stagione, croce e delizia delle squadre che lo hanno in organico.
Vince il titolo di MVP nel 2017 con Oklahoma City, ma gli viene imputata la sconfitta nella serie contro Houston, quando segna un’infinità di punti, ma si prende anche una caterva di tiri che saranno poi effettivamente decisivi per l’eliminazione in gara-5.
James Harden 2018
L’addio di James Harden agli stessi Oklahoma City Thunder, gli è invece valso immediatamente il titolo di MVP con gli Houston Rockets nel 2018.
In quella stagione fu il giocatore che subì più falli, presentandosi nella line della carità qualcosa come 11 volte a partita, che significava 10 punti assicurati per ogni gara.
Celestiale tiratore da tre punti grazie al suo mortifero step-back, Harden ha puntellato quella stagione anche grazie al suo “euro-step” che gli valse ulteriori viaggi in lunetta e svariati giochi da tre punti.
Nel momento in cui andiamo online, è in piena lotta per vincere il suo primo anello con i Brooklyn Nets.
Giannis Antetokounmpo 2019-2020
Oltre a Malone e Nash, anche un giocatore dei “giorni nostri”, ha già conquistato per ben due volte il titolo MVP, nel 2019 e nel 2020, senza ancora essere riuscito a vincere il Campionato NBA.
Anche per lui vale il discorso di James Harden, visto che proprio i Bucks contendono la semifinale di Conference ai Nets proprio in questi giorni.
Nella sua prima stagione da MVP, “Giannino”, segnò la bellezza di di 27,6 punti di media a partita, tirando oltre il 60% dal campo.
Percentuali migliorate nella stagione successiva, 29,5 punti e 11,4 rimbalzi, quando ha centrato il suo secondo MVP.
Nikola Jokic 2021
Il titolo di MVP della stagione 2020/2021 è andata ancora una volta a un giocatore europeo, quel Nikola Jokic che ha fatto fuoco e fiamme a Denver Nuggets, peraltro eliminati al secondo turno per 4-0 contro i Suns di Chris Paul.
Il riconoscimento è sembrato tutto sommato meritato, ma le continue eliminazioni ai playoff dei Nuggets cominciano ad essere una costante che rischia di trasformare “The Joker” nell’ennesimo prodotto di successo, che vince il titolo MVP, ma non quello NBA.