Il primo turno dell’Europeo ha visto ormai scendere in campo tutte le partecipanti a questa fase finale e possiamo finalmente cominciare a tirare le somme sullo stato di forma delle varie nazionali e su questo tanto atteso Europeo aspettato dodici mesi.
Tra gesti sportivi di altissimo livello, nuovi record che subito sono stati scritti nella storia della competizione, favorite che si sono confermate e altre che invece stanno ancora stendando, ecco che sono saltati fuori spunti particolarmente interessanti in positivo, ma anche in negativo.
Le cose migliori della prima giornata dell’Europeo
Dopo tanta attesa e tanta fatica (con un Europeo itinerante come non si era mai visto), possiamo finalmente parlare anche di calcio giocato, con le nazionali favorite che hanno subito dato segnali importanti.
Perché la prima cosa bella vista in questo torneo, è proprio il calcio offerto da alcune delle protagoniste sul campo, a cominciare proprio dai nostri azzurri, arrivati al 28° risultato utile consecutivo (diventati già 29 dopo la Svizzera) e avvolti da una sorta di aura positiva che speriamo non si esaurisca troppo presto.
Non è stata la sola ovviamente, perché stessa impressione (e stesso risultato) l’ha fatta anche il Belgio, con un super Lukaku che si conferma tra i migliori e più in forma attaccanti del mondo. Bene anche l’Inghilterra, in cerca di conferme sul campo e soprattutto una Francia che anche con il minimo sforzo ha vinto quella che forse era la partita più attesa di tutte contro la Germania.
Troppo presto per dare un giudizio definitivo, ma certo questo avvio ha confermato che tra queste quattro squadre, potrebbe trovarsi la favorita d’obbligo per l’Europeo.
Il gol di Schick da 45 metri
Parliamo di calcio abbiamo detto, e forse uno degli spot più belli di questa prima giornata è proprio il gesto tecnico fatto da Patrik Schick con la sua Repubblica Ceca che ha avuto la meglio per 2-0 sulla Scozia.
Una rete che è insieme un condensato di balistica, genio sportivo e potenza, con quel tiro scagliato da metà campo a oltre 45 metri dalla porta, che coglie totalmente impreparato il portiere scozzese David Marshall trovando il gol che vale oltre alla vittoria per la sua nazionale, anche il record assoluto di distanza per quanto riguarda la fase finale degli Europei di calcio.
E vale forse, anche tutta una serie di rivincite personali dopo che per diverse stagioni in giro per il continente, non era più riuscito a replicare quanto visto all’inizio proprio nel nostro campionato con la maglia della Sampdoria.
Il record di gol di Ronaldo
A proposito di record, è bastata la sola prima partita a Cristiano Ronaldo per battere il record di Platini agli europei, diventando ora il giocatore che ha segnato più gol in assoluto nella fase finali della competizione.
“Le Roi” Platini si era fermato a 10 (segnandone però 9 solo nel 1984 quando si laureò campione d’Europa con la Francia), ma l’asso portoghese è andato a quota 11 con la doppietta rifilata all’Ungheria (in un 3-0 sbloccato però solo nei dieci minuti finali).
A coronamento del tutto, per Ronaldo c’è anche un altro record: quello dei cinque europei disputati in carriera. E se pensate che questo sia certamente l’ultimo, è perchè non conoscete bene Ronaldo.
Le cose negative dopo la prima giornata
Se da una parte abbiamo molte delle favorite che hanno dato conferma sul campo del loro ruolo da protagoniste, dopo la prima tornata di gare si sono viste però anche diverse delusioni.
Quella più roboante è probabilmente la partita deludente della Spagna, che non solo viene fermata sullo zero a zero da una non irresistibile Svezia, ma mostra anche qualche segno di cedimento dal punto di vista di convinzione e di gioco. Con una punta come Morata che dopo essersi mangiato due gol incredibili, viene sostituito uscendo mestamente dal campo. L’attenuante dell’assenza di Busquets è solo parziale, c’è ben più di qualcosa da fare per Luis Enrique per uscire da questo impasse.
Colpo di scena anche per la Polonia, sconfitta dalla Slovacchia, e naturalmente tanti pensieri anche per Low con la sua Germania. Non tanto per la sconfitta contro i Francesi, squadra di livello assoluto, quanto per il modo in cui è scaturita: un solo tiro in porta nonostante la batteria di attaccanti a disposizione, è un grande segnale di allarme per i tedeschi.
La Danimarca e quella partita che non si doveva giocare
Tra tutte le cose accadute in questa prima giornata, non c’è dubbio che quella che rimarrà per sempre negli occhi di tutti, è l’immagine di Christian Eriksen che si accascia sul campo, con tutto quello che ne consegue (peraltro rimasto anche troppo in evidenza dalle immagini televisive che indugiano nei delicati momenti del primo intervento).
Momenti terribili per tutti, ma in particolare ovviamente per gli stessi giocatori danesi, che nonostante lo spavento e l’apprensione (malgrado mitigata dalle prime confortanti notizie) tornano comunque in campo per concludere la partita (perdendola).
Ora, la versione ufficiale racconta di una UEFA che d’accordo con gli stessi giocatori decide di riprendere il match, ma le voci in merito sono tante e non è da escludere che alla fine i giocatori si siano sentiti quasi costretti a scendere in campo, vista l’alternativa della sconfitta a tavolino.
Comunque sia andata, non è un bello spot vedere come nonostante una tragedia sfiorata, gli interessi televisivi e di calendario siano andati oltre persino a una situazione del genere.
Una partita che, molto semplicemente, non doveva essere giocata quella sera.
Il VAR e gli arbitri agli Europei
Allora, ne avevamo avuto subito un assaggio pesante proprio con l’esordio degli azzurri al campionato Europeo. Il segnale, evidente, che le indicazioni date agli arbitri in questo torneo sono state particolarmente precise: lasciare giocare e fischiare il meno possibile.
Ora, posto che in alcune circostanze (vedi il rigore negato all’Italia) ci è sembrato davvero assurdo il mancato intervento non solo in campo (episodio non così difficile da vedere) ma soprattutto del VAR (quasi mai chiamato in causa in tutte queste partite), i numeri sono evidenti anche per quanto riguarda falli e cartellini.
Su 12 partite giocate, gli arbitri hanno tirato fuori soltanto 21 cartellini, di cui al massimo 4 in una sola partita. E indovinate da parte di chi? Orsato. Che evidentemente è l’unico ancora tarato sul campionato italiano.
Intendiamoci, avere un gioco più fluido e con meno interruzioni è cosa gradita a tutti gli spettatori. Ma ci è sembrato che in diverse occasioni si sia esagerato nel lasciar correre (tra simulazioni evidenti, falli molto duri, falli volontario che impediscono la ripartenza e anche interventi quasi killer come quello su Pavard che poteva finire molto peggio) senza tirare fuori nemmeno un giallo.