Ogni grande nazionale ha la sua notte magica. Ma per ovvi motivi, quello che per alcuni è qualcosa da ricordare per sempre, per altri è un incubo che non si riesce a dimenticare. Ecco, il 1982 per l’Italia è sicuramente un anno da incorniciare, con quel Mondiale portato a casa in terra spagnola e un “Pablito” Rossi matador.
Ma solo qualche serata prima della nostra storica finale, la Germania aveva giocato un’altra partita destinata a entrare negli annali di storia del calcio. Tutti la ricordano come “La notte di Siviglia“: i tedeschi con il sorriso di chi ha comunque compiuto un’impresa, i francesi con la smorfia della grande occasione persa.
Il Mondiale di Spagna
Siamo a inizio luglio del 1982, il cinque per l’esattezza. Italia e Brasile disputano una partita incredibile che come ormai sappiamo finisce 3-2 per gli azzurri, che volano in semifinale contro la Polonia. In molti si apprestano a dire che si tratta di una delle più belle partite della storia dei Mondiali, e come per la partita del secolo (Italia-Germania 4-3), sono ancora gli azzurri protagonisti.
Non in molti immaginano però che da lì a qualche giorno, un altro match è destinato a entrare nella memoria collettiva del grande calcio. L’altra semifinale infatti è tra la nazionale francese guidata da Michel Hidalgo e quella tedesca con Jupp Derwall al timone.
Quando le due squadre entrano in campo, l’Italia ha già da qualche ora liquidato Boniek e compagni con un secco 2-0 e sono tutti probabilmente lì davanti al televisore, ad attendere i loro avversari. E forse nessuno di loro immagina di vedere uno spettacolo del genere.
La Francia di Hidalgo
O per meglio dire, la Francia di “Le Roi” Platini, che guida un gruppo partito non benissimo in questo mondiale (come del resto anche l’Italia), ma che proprio nel girone a tre contro Austria e Irlanda del Nord aveva espresso il meglio di sè.
Hidalgo contro la Germania decide di fare alcune variazioni sul tema, in particolare lasciando in panchina Soler preferendogli Six che non a caso gioca proprio in Germania nello Stoccarda. Per il resto Rocheteau sembra recuperato dopo un problema fisico contro l’Irlanda, mentre Tiganà e Giresse sono i soliti motorini offensivi.
La Germania di Derwall
Il Campionato del Mondo dei tedeschi si presenta subito in salita, vista la sconfitta all’esordio contro l’Algeria che complica di molto la qualificazione al primo girone (ottenuta solo per differenza reti con arrivo a tre insieme ad Austria e la stessa Algeria).
E prosegue a fatica anche nel girone successivo, in un difficile gruppo insieme a Inghilterra (favorita) e Spagna. Proprio grazie al pareggio inutile degli spagnoli con i leoni all’ultima giornata, sono i tedeschi ad approdare in semifinale.
Qua Derwall opta per una scelta piuttosto particolare, lasciando in panchina alcuni dei top player tedeschi: da Rummenigge a Hansi Muller, passando per Hrubesch.
Lo sviluppo della partita
L’andamento della partita sembra inizialmente dare ragione al tecnico tedesco, tanto che è proprio Littbarski (una delle sue scelte di giornata) ad aprire le marcature al diciottesimo, dopo aver peraltro preso una traversa solo qualche minuto prima.
I francesi sembrano smarriti in questo inizio dalla veemenza avversaria, eppure proprio nel momento migliore della Germania arriva il colpo di genio di Platini che smarca in area Rocheteau che viene atterrato. Per l’arbitro è rigore, che Le Roi si incarica di mettere in rete come suo solito.
Dopo una fase di sostanziale equilibrio, è la Francia però che sembra pian piano prendere il possesso del match. Soprattutto a inizio secondo tempo, quando i blue sono padroni del campo e sfiorano il gol in diverse occasioni, fino all’ingresso in campo di Battiston e alla sua unica occasione, prima dell’infortunio.
Il terribile incidente a Battiston
Azioni da ambo le parti, possesso di palla alternato. Stiamo pur sempre parlando di una bellissima partita di calcio, per quanto con la tensione alle stelle e qualche giocatore sopra le righe dell’agonismo. Il portiere tedesco Schumacher in particolare, è apparso più volte agitato tanto da litigare in campo persino con alcuni suoi compagni di squadra.
In questo clima molto pesante entra in campo anche Patrick Battiston, giocatore particolarmente veloce e con una grande intesa proprio con Platini (compagni al Saint-Etienne ed entrambi nati in Lorena). Proprio dai piedi del futuro juventino arriva il lancio che sembra vincente per Battiston, che si invola lasciando i difensori avversari alle spalle.
Verso di lui però si lancia il portiere tedesco Schumacher, anche se sembra un attimo in ritardo. La sua velocità però è forte e data la massa, probabile che l’attaccante francese abbia perso quella frazione di secondo per dare uno sguardo a questo colosso che stava per piombargli addosso. Però ci arriva, tocca il pallone che dalla prima immagine si vede uscire di poco sulla destra.
L’immagine più terribile però è la seconda, con il francese disteso a terra immobile, colpito in pieno dal portierone in corsa che lo prende in pieno volto. Sono attimi di grande tensione, Battiston è svenuto e sulle prime non si riesce a rianimarlo. Poi per fortuna sempre riprendere i sensi, ma il colpo è stato pazzesco e si teme il peggio (tanto che uscirà dall’ospedale solo qualche giorno dopo con un trauma cranico, il collare e qualche dente in meno).
A peggiore il tutto c’è la completa indifferenza del portiere tedesco, che dalle immagini ha compiuto un’uscita palesemente violenta e atta a fare male. La situazione è assurda, e lo stesso Platini che accompagna fuori dal campo in barella il suo amico e compagno, ora sembra particolarmente colpito e innervosito dall’accaduto.
I supplementari
Ciò nonostante, la partita non solo va avanti (e Schumacher pure, visto che per l’arbitro è stato “involontario”), ma diventa ancora più entusiasmante, forse proprio per quell’agonismo ancora più acceso e i tatticismi ormai saltati. È ancora la Francia a tenere in mano il pallino del gioco, anche se il risultato non cambia e si va verso i supplementari.
Il primi minuti sono un incubo per la Germania. La Francia passa in vantaggio con un gol di Tresor al 93°. Per i blue le condizioni ora sono perfette per agire in contropiede con gli avversari ormai spezzati in due e votati all’offensiva. E infatti è proprio il solito Platini a lanciare l’azione che poi passerà dai piedi di Six e dal tiro finale di Giresse che si fermerà in rete per il 3-1 che sembra chiudere la partita.
A Derwall non resta che giocare la carta Rummenigge, a cui bastano soltanto cinque minuti dall’entrata in campo per segnare il gol che riapre la partita. C’è da soffrire ora per la Francia, schiacciata dalla potenza offensiva tedesca e soprattutto dagli animi ora completamente ribaltati.
Il gol del pareggio arriva così al minuto 108, e vista la serata particolare, non può essere una rete normale. Il pallone di Hrubesch per Fischer infatti non è perfetto e l’attaccante tedesco per arrivarci è costretto a un numero in rovesciata che però gli riesce al meglio, con il pallone che finisce all’angolino opposto per un 3-3 spettacolare.
C’è spazio ancora per qualche azione soprattutto a favore della Germania, ora incontenibile. Ma non c’è niente da fare. Si va ai calci di rigore. E non è cosa da poco visto che non era mai successo in tutta la storia della Coppa del Mondo fino a quel momento.
I calci di rigore e il rammarico francese
Difficile immaginare lo stato d’animo con cui i francesi si avviarono a quegli storici calci di rigore. Difficile pensare a come si possa dimenticare e mettere da parte da un secondo all’altro tutto quanto successo fino a quel momento.
Il terribile incidente a Battiston, la convinzione di aver subito un grave torto da parte di Schumacher, un arbitraggio che i francesi (anche a ragione) hanno sentito spesso come molto sfavorevole, il vantaggio dilapidato, la convinzione di avere già la finale in tasca svanita sul più bello.
Grandi professionisti, certo, ma forse non in molti così esperti a livello internazionale per poter gestire una situazione del genere. Non che dall’altra parte fossero rose e fiori, soprattutto quando al rigore numero tre, Stielike si fa parare il tiro da Ettori e crolla in lacrime.
Altra occasione per i francesi, che ora hanno un’attaccante sul dischetto. Six aveva ben figurato in questa partita, ma il suo tiro viene parato da Schumacher che indovina l’angolo giusto (leggenda vuole, dopo indicazione di Hansi Muller).
Il quinto rigore è una pura formalità per i due rispettivi fuoriclasse, Rummenigge e Platini. Si deve andare a oltranza. E visto che mai si era andati nemmeno ai rigori, questa circostanza coglie tutti quasi impreparati, ben lontani dalle liste già predefinite a cui siamo abituati.
Insomma chi tira, chi non tira, è Maxime Bossis a prendersi la responsabilità per a Francia. Tiro un po’ fiacco, che Schumacher intercetta buttandosi appena sulla sua destra. Dall’altra parte tocca a Hrubesch che quasi in trance non tocca nemmeno il pallone posizionato dall’arbitro. Tiro secco, senza troppa potenza ma con Ettori che si butta dalla parte opposta.
Il gol che vale la finale per la Germania. E la grande delusione per i francesi, che certo possono recriminare parecchio (specie su Corver che ha diretto non al meglio), ma a cui resta la consapevolezza di aver giocato una delle più belle partite della storia del calcio.
Il Tabellino
Germania Ovest – Francia 3-3 (5-4 dcr)
Germania Ovest: Schumacher, Kaltz, K.H. Forster, Stielike, Briegel (96 Rummenigge), B. Forster, Dremmler, Breitner, Littbarski, Magath (72 Hrubesch), Fischer. All. Derwall.
Francia: Ettori, Amoros, Janvion, Bossis, Tigana, Tresor, Genghini (52 Battiston, 62 Lopez), Giresse, Platini (c), Rocheteau, Six. All. Hidalgo.
Arbitro: Corver (Olanda)
Reti: Littbarski 17’, Platini 26’ rig., Tresor 92’, Giresse 98’, Rummenigge 102’, 3:3 Fischer 108’.
Sequenza Rigori: Giresse gol, Kaltz gol, Amoros gol, Breitner gol, Rocheteau gol, Stielike parato, Six parato, Littbarski gol, Platini gol, Rummenigge gol, Bossis parato, Hrubesch gol.