Nobile decaduta del calcio europeo, l’Ungheria arriva a questo Europeo come “Cenerentola” di un girone a dir poco di ferro. Sono lontanissimi i tempi dell’Aranycsapat, la Squadra d’Oro del mitico allenatore Gusztav Sebes e del totem del calcio ungherese Ferenc Puskas che dominò il calcio a cavallo degli anni ‘50, eppure la selezione guidata dall’italiano Marco Rossi è stata capace di ottenere una difficilissima qualificazione alla competizione continentale e a riscaldare i cuori della tifoseria magiara.
Il CT: Marco Rossi
Difensore cresciuto nel Torino, Marco Rossi ha esordito da giocatore in Serie A con la maglia del Brescia ed è stato anche compagno di squadra del commissario tecnico dell’Italia Roberto Mancini nella Sampdoria. In seguito fece le sue prime esperienze nel calcio internazionale, in Messico con l’America e in Germania con l’Eintracht Francoforte.
Chiusa la carriera da professionista in Serie A con il Piacenza, dopo qualche stagione nei dilettanti ha iniziato ad allenare in Serie C, fino a quando nel 2012 non viene chiamato alla guida dell’Honved, club ungherese con molti legami con l’Italia.
Nel 2017, dopo qualche anno turbolento tra dimissioni e successi, si laurea campione d’Ungheria, passando quindi agli slovacchi del DAC Dunajska Streda. Dopo aver conquistato un terzo posto (miglior piazzamento della storia dello Streda), il 20 giugno 2018 viene scelto dalla federazione magiara come nuovo ct dell’Ungheria, portando la squadra a qualificarsi dopo i vittoriosi play-off contro l’Islanda.
La stella: Willi Orban
La stella della squadra è senza ombra di dubbio Dominik Szoboszlai, ma il giovane e talentuoso centrocampista, dopo una serie di ottime prestazioni nella prima parte di stagione, tra le fila del Red Bull Salisburgo, si è trasferito a gennaio al RB Lipsia, di fatto chiudendo la stagione a causa di un infortunio muscolare agli adduttori che l’ha costretto ai margini della squadra per tutta il resto della stagione. Nonostante i tentativi di recupero, ha dovuto gettare la spugna e rinunciare alla competizione.
Ma Szoboszlai non è l’unico giocatore ungherese che si è messo in mostra in Europa nelle ultime stagioni: nella sua squadra attuale, quel Lipsia arrivato fino alle semifinali di Champions due stagioni fa, infatti militano i connazionali Peter Gulacsi e Willi Orban, portiere e difensore.
In particolare il difensore, nato in Germania da padre ungherese e madre polacca, è una colonna della nazionale da quando, nel 2018, ha accettato la convocazione da parte del ct Rossi, rinunciando alla maglia tedesca che aveva indossato con la selezione Under 21. In poco più di due anni Orban ha collezionato 20 presenze e 5 reti con la nazionale magiara: 1 gol ogni 4 partite, una media eccezionale per un difensore. La sua doppietta nella vittoria dell’Ungheria per 31- in Azerbaigian è valsa il pass per la partecipazione a Euro 2020.
Difensore solido e particolarmente abile di testa, Orban si fa apprezzare per la sua rapidità in marcatura e la grande attenzione che mette in campo e che stimola anche nei compagni di reparto. Dotato di una buona tecnica individuale, nel Lipsia di Nagelsmann è migliorato moltissimo nella costruzione del gioco, qualità che può diventare fondamentale in questa Ungheria orfana di Szoboszlai per mettere in movimento i rapidi attaccanti esterni.
La sorpresa: Roland Sallai
In Bundesliga giocano molti dei giocatori più interessanti della selezione ungheres, a parte la colonia ungherese del Lipsia, composta da Szoboszlai, Gulacsi e Orban, tra le fila del Mainz troviamo il capitano magiaro, l’attaccante Adam Szalai. Ma il giocatore da tenere d’occhio è Roland Sallai, ala del Friburgo che vanta anche una sfortunata parentesi (1 gol in 22 apparizioni), non ancora ventenne nel disgraziato Palermo del campionato 16/17.
Dopo la Sicilia Sallai si è messo in luce nel campionato cipriota, con la maglia dell’APOEL Nicosia per poi approdare in Germania e vestire la maglia del Friburgo nell’estate 2018. Dopo un anno e mezzo di ambientamento, ha conquistato una maglia da titolare dei cosiddetti Brasiliani di Brisgovia dopo lo stop dovuto alla pandemia.
Compiuti da poco 24 anni, Sallai è maturato e sta eliminando i deficit di concentrazione nell’arco delle gare che rappresentavano il suo punto debole: quest’anno ha chiuso il campionato con 8 gol e 6 assist in 28 partite.
L’Ungheria a Euro 2020
Gli ungheresi non possono certo farsi troppe illusioni riguardo al cammino della propria nazionale a Euro 2020: già esserci è un ottimo risultato, ma il girone in cui sono stati inseriti, con Francia, Portogallo e Germania, non lascia intravedere spiragli di qualificazione alle fasi successive.
L’obiettivo ragionevole della selezione magiara sarà quello di fare bella figura e cercare di strappare un risultato prestigioso in uno dei match contro le ben più blasonate avversarie. Certo, se un risultato a sorpresa dovesse concretizzarsi immediatamente contro il Portogallo, il calendario potrebbe anche offrire qualche speranza di cogliere la qualificazione nell’ultimo match contro la Germania, ma siamo più nel campo dei sogni che delle probabilità.