Più di una volta abbiamo sentito la cantilena che la patria del calcio sia l’Inghilterra, che il football sia nato in questa nazione e che storicamente nessun’altra nazione ha il passato prestigioso come quello dei “Tre Leoni”.
Ammesso e non concesso che le cose stiano in questo modo, i risultati della nazionale inglese vanno in netta controtendenza.
Delle 15 partecipazioni ai Campionati del Mondo, i bianchi ne hanno portato a casa una sola, quella del 1966 giocata tra le mura amiche.
Ma noi di Campionato Europeo dobbiamo parlare e qui le cose non vanno certamente meglio, anzi.
Alla fase finale di questa manifestazione, l’Inghilterra ha partecipato per ben 10 volte dal 1968 ad oggi, centrando un misero bottino di due semifinali, per un terzo posto all’esordio, quando ancora esisteva la “finalina” e una semifinale nel 1996, anche in questo caso nell’edizione disputata in casa.
In quell’occasione furono gli acerrimi nemici della Germania ad estromettere la nazionale inglese, dopo una partita molto nervosa, terminata solo dopo l’errore di Southgate (corsi e ricorsi storici…) dal dischetto dopo ben 10 perfetti tiri dal dischetto realizzati da compagni e avversari.
Per l’ennesima volta l’Inghilterra si presenta all’appuntamento europeo come una tra le favorite, potendo contare su tutta una serie di giocatori giovani ed emergenti che potrebbero davvero ben figurare.
Il Gruppo dell’Inghilterra è il “D”, che la squadra disputerà in compagnia di Croazia, Scozia e Repubblica Ceca, rispetto al quale non dovrebbe avere grossi problemi di qualificazione, ma qualcuno in più per il conseguimento della prima posizione.
L’esordio della squadra inglese avrà luogo domenica 13 giugno e sarà un battesimo di fuoco, visto che si partirà subito con il big match tra Inghilterra e Croazia, che fornirà più di un’indicazione rispetto a quello che accadrà nel Gruppo D.
Il CT: Gareth Southgate
Nonostante la sua giovane età, il Commissario Tecnico della nazionale inglese, guida la panchina dei Leoni d’Inghilterra dal 2016 con risultati alterni, ma la Federazione inglese ha deciso di lavorare nel segno della continuità, almeno fino al termine degli europei in partenza l’undici giugno.
Gareth Southgate ha cominciato la sua carriera da allenatore nel 2006, subito dopo l’addio al calcio giocato, prendendosi la responsabilità di guidare un club prestigioso come quello del Middlesbrough.
Fu una scelta che suscitò qualche malumore, visto che Southgate non aveva ancora conseguito tutti i permessi per sedersi nelle panchine di squadre così importanti.
La tenacia dell’ex giocatore di Crystal Palace, Aston Villa e dello stesso Middlesbrough, lo portò a sostenere tutti gli esami in poco tempo, in modo tale da fugare ogni dubbio sulla sua possibilità di allenare.
Le prime due stagioni del nuovo Mister inglese, furono entrambe tutto sommato positive e molto simili tra loro, tanto che colse un 12° e un 13° posto, ben lontano dalle posizioni più pericolose per la retrocessione in Championship.
La terza stagione di Southgate non fu altrettanto semplice come le due dell’esordio e il Middlesbrough retrocesse, lasciando mestamente la Premier League.
Il risultato non fu fatale per lui, visto che la dirigenza lo confermò, anche se un inizio caracollante l’anno successivo in Championship, lo portò all’esonero.
Seguì un lungo periodo di inattività, circa 4 anni, durante i quali Southgate, a suo stesso dire, si preparò con una certa meticolosità per un rientro in grande stile.
L’occasione propizia arrivò con la chiamata alla guida della nazionale Under 21 nel 2013, ma le sliding door della vita lasciano sempre delle occasioni inaspettate e, con le dimissioni del CT della nazionale maggiore Allardyce, si presentò un’altra grande chance, quella di sedersi al suo posto.
Nominato in un primo momento ad interim, a Southgate venne proposto successivamente un quadriennale che sfruttò alla grande, portando la sua squadra fino al quarto posto ai mondiali del 2018 in Russia e al terzo posto nella Nations League della stagione successiva.
Come giocherà l’Inghilterra
C’è molta curiosità per capire come l’Inghilterra affronterà gli europei, anche in seguito ad una recente intervista rilasciata proprio da Southgate, che ha parlato di un ausilio informatico rivoluzionario che lo aiuterà nella scelta dei convocati e nello stato di forma dei suoi giocatori, nonché nella preparazione stessa delle partite.
Per chi non crede a questo tipo di software, noi, con molte meno velleità tecnologiche, andiamo a scoprire quale potrebbe essere l’undici di partenza della squadra inglese.
Pochi dubbi in porta, dove Pickford dovrebbe avere il posto assicurato, mentre rimangono alcuni dubbi riguardanti il modulo che il CT inglese proporrà in ciascuna delle tre partite iniziali.
Il 4-3-3 è il marchio di fabbrica di Southgate ed è quello con cui ha presentato i suoi ragazzi nella maggior parte delle sue ultime uscite.
La differenza la faranno con tutta probabilità gli avversari di turno, contro i quali l’Inghilterra potrebbe scendere in campo con un più difensivo 3-4-3.
Azzardiamo la prima opzione con questi effettivi:
Inghilterra: 4-3-3: Pickford; Chilwell, Stones, Maguire, Walker; Foden, Mount. Rice; Rashford, Kane, Sterling.
La Stella: Harry Kane
Nel pieno della sua maturità calcistica, Harry Kane è senza dubbio il giocatore che può regalare all’Inghilterra quei gol che serviranno alla sua squadra per andare avanti nell’europeo.
Negli ultimi giorni si è parlato tantissimo della sua carriera, anche e soprattutto alla luce del sempre più probabile addio alla squadra che ha guidato in attacco nelle ultime 8 stagioni, il Tottenham.
Con gli Spurs il centravanti della nazionale ha messo a segno qualcosa come 221 reti in 336 presenze, divenendo per ben tre volte il capocannoniere della Premier League, nel 2016, 2017 e nel 2021, rispettivamente con 25, 29 e 23 gol.
Il cruccio di Kane è però quello di non aver ancora conquistato alcun titolo durante la sua carriera, il tempo passa e, probabilmente, la decisione di cambiare aria dipende dalla fame che lo vorrebbe portare a vincere qualcosa. Partendo dagli europei…
La sorpresa: Phil Foden
Se vogliamo parlare di prospetti interessanti per il futuro del calcio mondiale, uno dei più gettonati è certamente Phil Foden, il prodigio classe 2000 che ha lasciato tutti a bocca aperta al termine di tre stagioni una migliore dell’altra.
Di proprietà del Manchester City, Foden ha trovato in Guardiola l’uomo della provvidenza, adattandogli una posizione in cui sembra esprimersi alla grandissima, quella di esterno alto di centrocampo, prevalentemente a sinistra.
Il calcio moderno richiede duttilità e, soprattutto con un allenatore visionario come lo spagnolo che quest’anno ha giocato molto raramente con una punta centrale, Foden si è prestato perfettamente alle esigenze tecnico-tattiche del City.
Dotato di tecnica fuori dal comune, Foden potrebbe essere la sorpresa, se così la possiamo definire per un giocatore già dominante per la sua età, non solo per l’Inghilterra di Southgate, ma anche per l’intero europeo.
Da professionista ha già giocato con la maglia dei Citizens qualcosa come 123 partite, realizzando 31 reti e, rispetto al ben più esperto Kane, ha messo in cascina già 10 tra titoli e trofei: 3 Premier League, 4 Coppe di Lega, 2 Community Shield e 1 Coppa d’Inghilterra.