Sulla carta, il gruppo A del Campionato Europeo di calcio avrebbe una sua gerarchia dovuta al prestigio, alla storia e alle caratteristiche tecniche delle squadre che lo compongono.
L’Italia è ovviamente la favorita del girone, Svizzera e Turchia dovrebbero giocarsi il secondo posto per il passaggio del turno senza dover sperare nella roulette russa del raffronto con le altre tre migliori terze, mentre il Galles sembrerebbe la compagine che ripone poche speranze nell’approdo agli ottavi di finale.
Tutto questo, vale la pena ribadirlo, sulla carta, visto che gli annali di calcio sono pieni zeppi di sorprese e il Galles potrebbe fare un dispettoso sgambetto ad almeno una delle sue tre avversarie.
E se proprio vogliamo parlare di sorprese, fu proprio il Galles a indossare le vesti di squadra rivelazione del Campionato Europeo del 2016, quello francese, nel quale, al termine di una cavalcata leggendaria, chiuse la sua corsa in semifinale al cospetto del Portogallo che diventò poi campione.
In quella occasione il Galles chiuse addirittura primo nel Gruppo B, in un girone difficilissimo con Inghilterra, Slovacchia e Russia, e sarà proprio su questo che lo staff tecnico gallese punterà a motivare i propri giocatori.
Negli ottavi di finale il Galles fece fuori gli odiati cugini dell’Irlanda del Nord, per poi passeggiare per 3-1 sull’eterna incompiuta nazionale belga, prima del già citato stop contro i lusitani.
Se tutto questo non vi basta, pensate che quella fu la prima partecipazione dei gallesi ad un europeo, che fa il paio con l’unica presenza ad un Campionato del Mondo, quello del 1958 in Svezia dove, peraltro, raggiunse i quarti di finale.
Il CT: Robert Page
Un uragano. Non si trova un modo migliore per etichettare quello che è successo poco prima dell’inizio dell’europeo per quanto riguarda la panchina gallese.
Fino a qualche settimana fa, infatti, ad allenare, peraltro con discreti risultati, la nazionale, era Ryan Giggs, ma lo scandalo mediatico rimediato dopo l’ennesima torbida storia di sesso che ha riguardato il protagonista, ha portato lo stesso Giggs e la Federazione a dividere le proprie strade.
Un vero peccato, perché con l’ennesimo piccolo miracolo sportivo, il Galles era riuscito a centrare il secondo posto in sede di qualificazione, in un Gruppo ostico formato da Croazia, Slovacchia, Ungheria e Azerbaigian.
Per sostituire l’ex centrocampista del Manchester United sulla panchina del Galles, è stato chiamato Robert Page, che aveva già lavorato come vice allenatore tra il 2019 e il 2020.
Una grossa occasione, quindi, per Page, che non dovrebbe comunque snaturare il gioco del suo predecessore, tanto che ha già dichiarato alla stampa internazionale di non avere intenzione di cambiare una virgola rispetto a quanto fatto da Giggs.
Come giocherà il Galles ad Euro 2020
Spazio dunque al 3-5-2, che Page riproporrà con una certa continuità durante la kermesse europea, con un modulo flessibile che può trasformarsi in 3-4-3 in fase di attacco.
Una squadra che vivrà soprattutto sulle giocate di Bale e Ramsey, probabilmente i due giocatori più rappresentativi del Galles nell’ultima decade, insieme al giovane virgulto Daniel James in forza al Manchester United.
Rispetto ai propri club tutti questi giocatori troveranno una collocazione più avanzata, in virtù della penuria di attaccanti che assilla ormai da anni la nazionale gallese.
Ed ecco che i tre difensori potrebbero essere Rodon, con il centrale Lawrence e Mepham a destra, larghissimi sugli esterni Williams e Roberts, due che arano le proprie fasce e sanno di dover partecipare alla fase difensiva, oltre che alla costruzione del gioco dal basso.
Le due mezzali dell’asse mediano dovrebbero essere Morrell e Wilson che si giocheranno i due posti con Ampadu, mentre il centrale di centrocampo sarà Ramsey, con Bale e James avanzati.
La stella: Gareth Bale
In un ruolo così dispendioso come quello di Gareth Bale, la carriera di un giocatore non può essere infinita come succede per altri campioni, anche perché sono ormai anni che Bale è considerato uno tra i giocatori più forti del mondo.
La carriera del centrocampista offensivo di proprietà del Real Madrid è puntellata dal faraonico trasferimento proprio ai “blancos” nell’ormai lontano 2013, quando fu prelevato dal Tottenham per la clamorosa cifra di 100 milioni di Euro, che all’epoca rappresentò uno spartiacque che fino ad allora nessuno si era mai sognato di segnare.
Nato a Cardiff nel 1989, Bale cresce sportivamente nel Southampton dove compie tutta la trafila delle giovanili per venire poi ceduto a 18 anni dal Tottenham.
Il trasferimento al Real arriva nell’estate del 2013 e con la squadra spagnola vince due titoli, una Coppa del Re, una Supercoppa di Spagna, ma soprattutto tre Supercoppe UEFA, quattro coppe del mondo per club e ben quattro Champions League.
Con la squadra della capitale spagnola gioca 171 partite segnando ben 80 gol, prima di passare in prestito al Tottenham a settembre dello scorso anno, dove disputa una stagione positiva seppur costellata da qualche problemino fisico che ne limita l’impiego a 20 partite e 11 gol segnati.
In campo europeo segue l’andamento della sua nazionale negli ultimi tempi, conquistando la prestigiosa semifinale agli europei del 2016.
Nato addirittura come terzino sinistro, Bale ha giocato in quasi tutte le posizioni del campo, tra cui quelle di esterno destro e sinistro di centrocampo, trequartista, punta e seconda punta.
La sorpresa: Daniel James
Daniel James è uno dei prospetti più interessanti del calcio gallese, nasce e cresce come centrocampista, ma, alla luce del discorso affrontato in precedenza, verrà utilizzato da Page come seconda punta.
Minuto, veloce e molto guizzante, James è alto 170 centimetri e fa della sua tecnica l’arma migliore del suo arsenale.
Dotato di una visione di gioco sopraffina, il centrocampista avanzato di proprietà del Manchester UTD comincia la sua carriera nelle giovanili di Hull City e Swansea, al termine delle quali verrà chiamato in prima squadra proprio dallo Swansea, dove giocherà 33 partite realizzando 4 gol.
Lo nota lo United, dove approda nel 2019 e dove gioca 45 partite siglando 6 reti e distribuendo assist a larga mano ai compagni di reparto.
In nazionale, anche alla luce della posizione in campo più avanzata propostagli da Giggs, ha giocato fin qui 19 incontri, segnando 4 reti.