Il Milan non può più sbagliare, l’Inter di Conte cerca un altro tassello chiave nel suo brillante percorso verso lo Scudetto. Due vittorie nelle ultime cinque gare di Serie A e troppi punti concessi alle inseguitrici Napoli e Atalanta: i risultati del Diavolo, da marzo in avanti, hanno acceso qualche campanello d’allarme. Dopo l’1-1 in casa con la Sampdoria, l’undici di Pioli è obbligato a rimettersi in carreggiata nella sfida di sabato col Parma. I precedenti sono incoraggianti per la formazione rossonera, dato che l’ultimo ko con i Ducali in campionato risale al 2014; altrettanto vero però che il match d’andata si è concluso 2-2 e che gli emiliani, a quattro mesi dal confronto del Meazza, sono invischiati nella lotta per non retrocedere, e sono consapevoli che ogni punto in questo finale di stagione sarà fondamentale. Difficile immaginare un match senza gol, soprattutto per quanto riguarda gli ospiti, che vanno a bersaglio su questo campo da sette turni. Risale infatti al marzo 2010 l’ultima trasferta contro il Parma in cui il Milan è rimasto a secco, con Leonardo in panchina. Altrettanto complicato presumere un successo dei padroni di casa: la formazione gialloblù è quella che conta meno vittorie nel torneo in corso (tre) e affronta un’avversaria che si è aggiudicata 14 delle ultime 16 partite lontano da casa. Per quanto riguarda gli interpreti spiccano tre nomi su tutti: Jasmin Kurtic da una parte, che è andato a segno in entrambe le sfide di Serie A disputate contro i rossoneri con la sua attuale maglia; Theo Hernandez e Zlatan Ibrahimovic dall’altra. Il terzino francese, chiamato a riscattarsi dopo la prestazione contro la Sampdoria, ha firmato tre reti contro i Ducali in Serie A, inclusa la doppietta all’andata. Lo svedese invece ha un particolare feeling con gli avversari di giornata: il Parma è infatti una delle sue tre vittime preferite (10 sigilli, realizzati con la media di uno ogni 89 minuti). Le premesse per fare risultato, al Milan di Pioli, non mancano di certo.
Prospettive diverse quelle che attendono l’Inter capolista, impegnata nel lunch match domenicale col Cagliari. I precedenti tra nerazzurri e rossoblù premiano nettamente i padroni di casa, sia in termini di risultati sia per quello che riguarda i numeri in attacco; ma gli undici di Semplici sono completamente immersi nella lotta per non retrocedere e da qui a fine campionato ogni incrocio peserà come una finale. Il Biscione ha perso soltanto due delle ultime 19 gare interne contro i sardi nel massimo campionato (12 successi e cinque pareggi completano il bilancio) e soprattutto solo in uno degli ultimi 37 confronti è rimasto a secco di reti (0-2 nell’aprile 2013). Difficile, non soltanto per il bagaglio offensivo confezionato in questa stagione da Lukaku e compagni, pensare che quelli del weekend saranno 90’ senza gol per i primi della classe: l’ultima volta che il Cagliari ha tenuto la porta inviolata in casa dell’Inter in Serie A risale infatti al marzo 1992 (0-0). Da allora i nerazzurri hanno realizzato 47 reti in 22 incontri (2.1 di media). Tutt’altra aspettativa quella che riguarda i numeri in attacco degli ospiti: il Cagliari infatti, dall’inizio del 2021 è la squadra che ha realizzato meno reti in campionato: soltanto 10 in 15 gare disputate. Sembrerebbe una sfida già segnata, tra una squadra che viaggia a ritmi altissimi e una in palese difficoltà. Confermare il pronostico della vigilia, significherebbe per la squadra di Conte accorciare ulteriormente l’ormai sottile gap che separa i nerazzurri dalla vittoria del diciannovesimo Scudetto.
Foto di testa e contenuto a cura di Redazione Opta