L’edizione 2020 del Main Event WSOP è stata caratterizzata, anche nella fase finale live, da un field molto variegato. La ragione è probabilmente dovuta alle giornate di qualificazione disputate online che hanno aumentato il numero dei non professionisti presenti ai final table. E in effetti agli ultimi due tavoli, quelli giocati dal vivo a Las Vegas e a Rozvadov, è arrivato un po’ di tutto: debuttanti assoluti nel poker live, studenti, player amatoriali, specialisti dell’online e giocatori che, pur avendo un altro lavoro, si dedicano al poker con notevole profitto. E’ questo il caso del vincitore finale, l’argentino Damian Salas che di professione è avvocato.
E poi c’è quello di Michael Cannon, 3° classificato al final table americano per $529.258 di payout. Ad oggi è questo il suo risultato più importante nel poker, che porta i precedenti $184.584 dollari vinti nei tornei live a un totale di $713.842, accumulati nell’arco di 10 anni di poker. Se però togliamo il mezzo milione arrivato a fine 2020, non si tratta di una cifra che consente di parlare di professionismo.
E in effetti per “geNet1x_“- questo il suo nick quando gioca online – è ancora difficile definirsi un professional player, come lui stesso ha candidamente ammesso in un’intervista a PokerNews: “I miei amici ed io scherziamo spesso sul fatto che io sia un giocatore professionista (di poker). Al momento non posso dire di aver lavorato molto nella mia vita e di aver incassato molti soldi, se non di recente, ma sono stato fortunato perché ho sempre trovato il sostegno dei miei genitori e anche di quelli della mia ragazza, che mi hanno permesso di prendermi del tempo prima di decidere cosa fare”.
Ora il 29enne di Harrisburg (Pennsylvania) dispone di un budget sufficiente per dedicarsi al poker sia live che online in maniera professionale. D’altra parte, il gaming competitivo e per profitto lo aveva già sperimentato in precedenza. Tra i 15 e i 19 anni d’età, Michael Cannon è stato infatti un ottimo esporter, molto competitivo su Gears of War 1 e 2 per Xbox 360. Con il Team Infinity, Cannon ha vinto cinque Major League Gaming, un campionato MLG National, una medaglia d’oro ai World Cyber Games, oltre a numerosi altri tornei organizzati negli Stati Uniti tra il 2006-2010. Il tutto per cifre interessanti che il giovane ha cercato di gestire, in atteso del “colpo di fulmine”.
“Con una parte di quei soldi ho aiutato i miei genitori, il resto l’ho messo via, fino a quando ho deciso di iniziare a giocare a poker per profitto”, ha raccontato sempre a PokerNews. D’altronde, tra videogame competitivi e tornei di poker qualche affinità c’è. Ci sono però anche le differenze che vanno subito individuate se si decide di fare il salto: prima fra tutte la gestione del bankroll che nel poker è fondamentale, mentre negli esports non esiste ancora.
“La similarità tra i due mondi mi ha portato in direzione del poker. Ho giocato tantissimo e all’inizio le cose sono andate bene. A quel punto ho pensato di essere più bravo di quanto realmente fossi…”. E così succede che, come tanti altri prima e dopo di lui, “geNet1x_” decida di alzare gli stake. Gioca fuori bankroll, un errore gravissimo, e inizia a perdere. Una fetta dei risparmi se ne va, poi ci pensa il Black Friday a dare il colpo finale alle sue velleità di giocatore online. Non volendo trasferirsi al di fuori degli States per continuare a grindare, Cannon rallenta con il poker e cerca di vivere con i soldi messi da parte.
Ma anche quelli, prima o poi sono destinati a finire e qualcosa il giovane americano deve fare. La chiamata delle carte è troppo forte: “Più o meno tre anni fa, mi sono detto: ‘devo dare al poker un’ultima chance, giocando in maniera più seria e rispolverando quel po’ di talento che credo di avere’. Ho cominciato a giocare i tornei live della East Coast organizzati al Casinò Parx e al Borgata, in particolare”.
E’ in questo periodo che Michael Cannon incontra Ryan “Hagzzz021” Hagerty, anch’esso finalista al ME WSOP 2020. Tra i due nasce un piccolo sodalizio pokeristico che riaccende la voglia di Cannon di diventare un pro. Ad aiutarlo in tutto questo c’è anche il ritorno dell’online nel New Jersey: i volumi di gioco si alzano di nuovo e nel 2019 l’ex esporter realizza la sua miglior stagione dal punto di vista degli introiti legati al Texas Hold’em. Nel 2020, com’è intuibile, stabilisce il nuovo primato personale.
E adesso? “Sono di nuovo sul punto di potermi definire un poker pro” ammette Cannon, il quale ha decisamente recuperato anche in questo ambito l’autostima che ne aveva fatto in passato un esporter vincente.
“Sono molto fiducioso. Ho giocato molte mani nel corso del torneo (il Main Event WSOP, ndr) anche al tavolo finale, e sono davvero contento delle mie letture. Sento anche che il mio gioco è cresciuto. Sia chiaro, non sto dicendo che sono un top player, ma sento che sto giocando il mio miglior poker di sempre”. D’altra parte, arrivare al tavolo finale del ME WSOP non può che essere una grande iniezione di fiducia.
“La cosa più importante è che potrò sempre dire di aver fatto un tavolo finale del Main Event delle WSOP! È una cosa davvero fantastica da raccontare ed è il sogno di molti giocatori di poker. Anche se non ho vinto, voglio godermi questo momento e non farci troppi ragionamenti sopra!” Difficile dargli torto.
Foto di testa: Michael Cannon (courtesy of PokerNews)