Il 2019 è stata un’ottima annata per l’Italia del poker che è riuscita ad infilare una serie di grandi risultati nelle competizioni dal vivo.
Come infatti non ricordare il 17° posto di Enrico “WhaTisLoVe” Camosci al Main Event della PS Caribbean Adventure seguito, quattro giorni dopo, dalla vittoria nell’evento #20 della kermesse bahamense, il $10.300 NL Hold’em.
E ancora, il trionfo di Stefano Schiano nell’EPT National di Montecarlo, accompagnato dai successi di Giuseppe Caridi nell’EPT Cup e di Dario Sammartino nel torneo di short-deck. Italiani ancora protagonisti a Barcellona, dove Pasquale Braco è andato vicinissimo a un doppio final table di grande valore, chiudendo 11° nell’Estrellas Main Event e 8° nell’EPT Main Event.
Ma a rendere davvero grande e indimenticabile la stagione 2019 è stato Dario Sammartino, con il suo secondo posto in quello che ancora oggi è considerato il campionato del mondo di poker: il Main Event WSOP.
Che per i giocatori italiani quell’estate a Las Vegas promettesse bene, lo si era capito nelle giornate precedenti allo start del ME. Marco Bognanni era stato runner-up nel $800 No Limit Hold’em Deepstack. Andrea Buonocore aveva chiuso 4° nel $1.000 Double Stack No Limit Hold’em, Daniele D’Angelo 7° nel $800 No-Limit Hold’em Deepstack 8-Handed e infine lo stesso Sammartino era arrivato 3° per ben due volte: nel $10.000 H.O.R.S.E. Championship (Event #29) e 9° nel $50.000 Poker Players Championship.
E ai buoni presagi è seguita la grande perfomance dello stesso Sammartino nel Main Event. La cavalcata di MadGenius fino all’ultimo atto del torneo più importante è qualcosa di grandioso. Non solo perché è il miglior risultato di sempre ottenuto da un italiano nel Main Event WSOP (prima c’erano stati il 4° posto di Filippo Candio nel 2010 e l’8° di Federico Butteroni nel 2015), ma perché Dario Sammartino ha dimostrato in quella occasione di poter competere con chiunque e di meritare un posto – insieme a Mustapha Kanit – tra i grandissimi del poker internazionale.
Al final table il player italiano ha dimostrato grande solidità e capacità di recupero. Dopo aver iniziato da short stack, è riuscito infatti a rientrare in gioco senza mai sprecare le chips.
Raggiunta la fase 3-handed con Hossein Ensan e Alex Livingstone, Sammartino è di nuovo scivolato in fondo al chipcount. A quel punto molti giocatori avrebbero forse scelto la strada del colpo azzardato, magari appagati da un premio a 7 cifre già garantito. E invece no, ecco di nuovo la rimonta costruita colpo su colpo che porta Dario Sammartino all’heads-up finale.
La sfida con Hossein Ensan, giocatore meno tecnico dell’italiano ma sicuramente molto esperto – nel suo ricco palmares c’è un titolo EPT ME Praga 2015 condito da tanti altri final table – e altrettanto determinato, è una storia ormai nota. Si conclude con l’all-in di Dario Sammartino in semibluff su questo board: 10♠6♠2♦9♣. MadGenius ha 8♠4♠, quindi progetto di colore e di scala a incastro, 12 out per circa un 27% di vittoria. Ma Ensan legge perfettamente la situazione e chiama con K♥K♣. L’ultima carta del board è una Q♣ che non completa i draw di Sammartino, relegandolo al ruolo di runner-up per 6 milioni di dollari. 10 milioni sono invece il premio per il nuovo campione del mondo.
L’ultima mano ha suscitato parecchie discussioni anche tra i professionisti più affermati, sia per l’azione aggressiva di Sammartino sia per lo snap-call di Ensan. Ma due giorni prima di questa, un’altra action aveva sollevato un vespaio di tutt’altro tipo e che aveva coinvolto la direzione del torneo. Ed è di questa che vogliamo parlare.
Siamo a 11 left. Dario Sammartino inizia l’azione con un rilancio a 1,7 milioni da UTG+1. Nick Marchington va all-in da Small Blind e l’italiano chiama con una coppia di 10, impattando nella coppia di Donne dell’inglese. Il board scorre liscio e consegna un gran bel pot a Marchington. Fin qui nulla di strano, se non fosse che Dario Sammartino è costretto a pagare 22.200.000 al posto dei 17,2 milioni annunciati dalla dealer al momento dell’all-in di Marchington.
Il pro italiano si appella subito ai floormen, gli “arbitri” di un torneo di poker, ma non c’è nulla da fare nonostante il ricorso alla registrazione video. Dario Sammartino è costretto a pagare nonostante l’evidente errore nel conteggio. A questo punto viene spontaneo chiedersi: se a Dario fosse stato comunicato l’importo giusto, avrebbe forse effettuato una scelta diversa, cioè avrebbe foldato la mano?
In realtà questa opzione non sembra molto probabile, perché con coppia di 10 avrebbe potuto trovarsi in situazione di coin-flip favorevole (vs AK, AQ ad esempio) o addirittura in netto vantaggio contro una coppia inferiore. E non si tratta nemmeno di recriminazioni, quanto piuttosto di comprendere bene perché quella decisione non sia stata modificata.
Al punto 104 del regolamento delle World Series Of Poker si legge infatti: “Azione accettata. Il poker è un gioco di attenzione e continua osservazione. E’ a carico del giocatore intenzionato a fare call la responsabilità di determinare il corretto ammontare di una puntata avversaria, prima di effettuare il call, indipendentemente da quanto dichiarato dal dealer o dagli altri giocatori partecipanti al tavolo stesso. Se un giocatore richiede un conteggio ma riceve un‘informazione errata dal dealer o dai partecipanti, e mette l’ammontare delle chips dentro il piatto, allora egli è chiamato ad accettare il corretto ammontare della puntata o dell’all-in“. (traduzione italiana credits Assopoker.com)
La regola è quindi chiarissima e, da questo punto di vista, inappellabile. La “ratio”, invece, lo è un po’ meno a nostro avviso. Non si capisce infatti perché tocchi al giocatore, che è impegnato a ragionare sulla scelta, verificare l’esattezza della somma puntata. Per questo c’è il dealer al quale chiedere lumi. Se il giocatore non lo fa, allora la responsabilità è sua ed è giusto che si accolli il danno. Ma in questo caso Dario Sammartino ha effettivamente chiesto l’ammontare e gli è stata fornita un’informazione scorretta, come dimostra la registrazione video.
Il suo torneo non sarebbe probabilmente cambiato, come abbiamo già evidenziato. Ma se immaginiamo una situazione non di all-in, una situazione in cui il calcolo delle pot odds è fondamentale per poter fare la scelta migliore, allora ricevere un conteggio errato della puntata e/o del piatto può fare molta differenza. In quel caso, l’infrazione dovrebbe poter essere corretta anche ricorrendo alla prova del video, se possibile.
Per il momento, però, il ricorso al “VAR” nel poker ancora non c’è e quindi la regola 104 resta. Almeno fino alla prossima edizione delle WSOP.
Immagine di testa: Dario Sammartino (credits PokerNews)