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Con le WSOPE 2022 in pieno svolgimento a Rozvadov (Rep. Ceca), ci sembra giusto ricordare qualche episodio importante delle passate edizioni. Quello che proponiamo qui ci fa fare un salto indietro nel passato di ben 10 anni e ci consente di parlare ancora una volta del più “divisivo” giocatore di sempre: Phil Hellmuth.

Il 2012 è un anno speciale per il grande professionista americano. A giugno Poker Brat si porta infatti a casa il 12° braccialetto WSOP con la vittoria nel $2.500 Seven-Card Razz, un risultato che gli frutta 182.793 dollari di prima moneta e mette a tacere le voci sulla sua presunta mediocrità nelle varianti. Non contento, nel giro di pochi giorni va vicinissimo ad altri due braccialetti. Arrivano due quarti posti: prima nel $10.000 H.O.R.S.E. per $134.056 di premio e poi nel Big One For One Drop, evento milionario che lo ripaga con 2.645.333 di payout.

Eppure Hellmuth non è ancora soddisfatto. Si sente particolarmente in forma e decide di puntare anche alle WSOPE, l’appuntamento europeo con le World Series Of Poker che quell’anno si svolgono a Cannes.

Nella famosa località turistica della Costa Azzurra, Phil Hellmuth mette a segno subito tre in the money nei primi 5 giorni di tornei. Poi si iscrive al Main Event da 10.000+450 euro di buy-in, insieme ad altri 419 giocatori. Un field importante non solo per il numero ma soprattutto per la qualità degli avversari. Ma lo stato di forma dell’americano è eccellente e gli consente di arrivare al final table. Qui ad attenderlo ci sono giocatori di grande livello, quali Tomothy Adams, Jason Mercier, Paul Tedeschi e Joseph Cheong. Hellmuth si lascia alle spalle i primi tre e raggiunge la fase 4-left: è a questo punto che il suo torneo vive il momento cruciale.

In gara ci sono ancora Cheong, il player francese Stephane Albertini, l’ucraino Sergei Baranov e ovviamente Phil Hellmuth. I bui sono 25.000/50.000 ante 5.000 quando, dopo il fold di Cheong da utg, Albertini apre a 100.000. Baranov rilancia fino a 200.000 da Small Blind. Hellmuth controlla le proprie carte e chiama, seguito dal player transalpino.

Il flop porta 9♠2♠2♥. L’ucraino continua ad aggredire e “spara” 275.000 chip nel piatto. Hellmuth chiama mentre Albertini decide di mollare la presa. La quarta carta è una Q♦, sulla quale Baranov insiste con altri 500.000 pezzi. L’americano non ci pensa troppo e chiama ancora. Un 10♥ completa il board. Baranov piazza un milione di chip nel pot e questa volta manda in the tank il suo avversario.

Hellmuth inizia il suo “talk show” nel tentativo di carpire qualche informazione. “Ancora fortunato? O è così oppure sei in bluff di nuovo. Questa non è facile. Pensi che una coppia di Jack sia buona? Puoi batterla, Sergei?

Nel piatto ci sono 4 milioni di chip, una cifra in grado di cambiare gli equilibri al tavolo. A rendere la decisione ancora più delicata, c’è in palio c’è un Main Event che vale, oltre al braccialetto, più di un milione di euro.

A quel punto potevo battere solo un bluff” ha raccontato in seguito Phil Hellmuth a PokerNews. “Ci ho ragionato sopra e sono stato sul punto di foldare. Ho pensato: se chiamo e sbaglio, mi ritrovo short stack. Se passo, ho comunque ancora abbastanza chip per giocarmela. E’ un call rischioso perché ci sono molte probabilità che Sergei sia avanti. Ha rilanciato preflop e ha continuato a puntare su tutte le street. E’ difficile che uno lo faccia con il nulla cosmico in mano. Perfino Antonio Esfandiari era convinto che Sergei fosse avanti“.

Passa ancora qualche minuto, durante il quale il giocatore del Wisconsin studia il suo avversario. E’ in difficoltà ma alla fine decide di  affidarsi all’istinto, quello che gli fa dire “call“. Immediatamente Baranov risponde “Hai vinto” e mucka le sue carte di fronte al J♠J♦ di Hellmuth.

Da quel momento in poi, il torneo di Phil Hellmuth prende una piega favorevole. Arriva all’heads dove trova di nuovo Baranov il quale, proprio il giorno prima, aveva predetto questo esito. Ma il vantaggio dell’americano è ampio e il duello si conclude a suo favore. Phil Hellmuth si infila al polso il 13° braccialetto WSOP e diventa così il primo (e per ora unico) giocatore ad aver vinto il ME sia a Las Vegas che in Europa. E poi c’è il premio monetario: 1.022.376 euro, per festeggiare quella indimenticabile annata.

E’ stato un grande risultato per la mia carriera. Ho iniziato vincendo il mio primo braccialetto in una specialità diversa dal Texas Hold’em, poi è arrivato il titolo più importante delle WSOPE. Dopo tre secondi posti alle WSOP nel 2011, ripresentarmi con due titoli l’anno successivo è stato come mandare un messaggio a tutto al mondo: non solo non ero sul viale del tramonto, ma sarei stato il giocatore da battere nella stagione successiva“.

Foto di testa: Phil Hellmuth dopo la vittoria al ME WSOPE 2012 (credits PokerNews)