Qualche giorno fa abbiamo proposto una serie di aforismi sul poker, “firmati” da grandi campioni di questo gioco. Ma ci sono anche i film ad offrire perle di saggezza sulle due (o più) carte, con battute che sono entrate nella storia del cinema.
In questo senso, la risorsa principale è senza dubbio rappresentata dal film-icona di questo gioco, cioè Rounders – Il Giocatore. Nel famosissimo “poker movie” di John Dahl, le partite a carte diventano una palestra di vita e il tavolo è l’arena dove si incrociano i destini dei protagonisti. Su tutti, quello del personaggio principale Mike McDermott, interpretato in modo magistrale da Matt Demon. Le sue battute accompagnano l’intero film, a cominciare dalla prima scena in cui il voice over di Mike spiega il bivio che separa chi può diventare un professionista e chi no: “Se non riesci a individuare il pollo nella prima mezz’ora di gioco, allora il pollo sei tu“.
Il dialogo di Mike con le spettatore è necessario perché non si può dare per scontato che tutti conoscano il poker. Ad esempio, quando serve per chiarire a che gioco si gioca. “Ci sono alcuni, come Doyle Brunson, che considerano la texana (senza limiti di puntata) come l’unico gioco rimasto“. E non mancano i concetti fondamentali sul poker all’americana: “La chiave è giocare sull’avversario, non sulle tue carte“.
Poi ci sono i momenti di filosofia pura: “Qualcuno ha detto: la vita si gioca in un colpo solo, il resto è attesa“. E ancora: “In ‘Confessioni di un giocatore di poker vincente’, Jack King scrive: pochi giocatori si ricordano delle vincite, anche se sembra strano, ma ognuno ricorda con esattezza le sconfitte della propria carriera. Ed è vero, perché ricordo a malapena come sono riuscito a mettere via il mio gruzzolo, ma non riesco a dimenticare in che modo l’ho perso“. Sono gli swing esistenziali di un rounder.
Mike è un personaggio costantemente impegnato nel tentativo di forgiare il proprio destino, nonostante il suo insegnante universitario di diritto, Abe Petrovsky (Martin Landau), ne sia l’esempio contrario: “Non puoi scappare da ciò che sei, è il destino quello che decide per te“.
E non si può certo dimenticare il vecchio amico di Mike, Lester “Worm” Murphy (Edward Norton), che ricorda al protagonista gli ostacoli da evitare, avversari forti a parte: “Nel gioco del poker che è la vita, le donne sono la tangente. Sono una maledetta tangente“.
Lester, tuttavia, è destinato a rimanere uno sconfitto perché non ha controllo sul proprio destino, perché non riesce a rispettare alcune regole fondamentali della vita. Il suo gioco è fallimentare, ma non quello di Mike che sa che il poker è prima di tutto uno skill game: “Mi spieghi” chiede alla sua fidanzata Jo “perché le stesse cinque persone fanno la finalissima ai mondiali di poker ogni santo anno? Che cosa sono, i più fortunati di Las Vegas? E’ un gioco di abilità“. Altri tempi, ma il livellamento verso l’alto del field odierno conferma il ruolo dell’abilità nel poker.
Mike è un giocatore che conosce le regole di questo mondo: sa dove trovare i soldi senza correre troppi rischi. “Come disse Canada Bill Jones, è immorale lasciare che un merlo si tenga i propri soldi. E come ti insegnano al primo anno di legge l’acquirente si assume il rischio“. Ma sa anche quando entrare in gioco e quando invece farsi da parte: “Non puoi perdere quello che non metti nel piatto, ma non puoi neanche vincerlo“.
Quest’ultima riflessione diventa decisiva nel confronto finale, la rivincita con Teddy KGB (John Malkovich). Mike capisce il punto debole del suo avversario e sa come sfruttarlo: “Doyle Brunson dice: il trucco per vincere alla texana è spingere l’avversario a scommettere tutto quello che ha. Teddy l’ha appena fatto“.
Rounders la fa da padrone nel campo delle battute sul poker, ma ci sono almeno altri tre film in grado di offrire alcune frasi celebri sul gioco. E sono tutti da vedere, ovviamente!
Uno di questi è Cincinnati Kid (1965). Al termine dell’ultima mano, Dita d’Oro si rivolge al Campione che ha appena sconfitto il giovane e ambizioso Kid (Steve McQueen): “Hai rilanciato con solo 3 carte a colore!“. Il vecchio professionista risponde: “Il che dimostra che spesso basta una mossa sbagliata al momento giusto“. Come a dire: la vita, come il poker, a volte va vissuta un po’ fuori dagli schemi.
In Havana (1990), Sydney Pollack fa dire a Robert Redford che i “maniac” nel gioco e nella vita (in questo caso i politici) sono facili da intrappolare. Jack (Redford): “I politici li conosco, ci gioco a carte insieme e volentieri, perché è facile batterli“. Arturo: “Perché è facile batterli?” Jack: “Perché a volte nel poker conviene perdere con una mano vincente per vincere dopo con una perdente, e i politici questo non lo possono capire: loro vogliono il potere subito“.
Di poker si parla (e ci si gioca) anche in Agente 007 Casinò Royale (2006) dove Daniel Craig, che interpreta l’agente segreto al servizio di Sua Maestà, dimostra di sapere il fatto suo anche al tavolo. “A poker non giochi con le carte che hai in mano, ma con la persona che hai di fronte“.
Chiudiamo con due battute tratte da altrettanti film dove il poker non è protagonista, ma in un modo o nell’altro ha un ruolo.
“Un dollaro vinto è due volte più dolce di un dollaro guadagnato“. L’ha detto il campione di biliardo Eddie Felson, interpretato da Paul Newman nel film Il Colore dei Soldi). “Qual è la regola numero uno a poker? Lasciare le emozioni fuori dalla porta“. E se a dirlo è Brad Pitt, alias Robert “Rusty” Charles Ryan di Ocean’s Eleven, c’è da credergli!
Immagine di testa credits Rounders/Miramax Films