Chi sono i “protagonisti” del mondo esportivo? I giocatori professionisti, è la prima risposta che viene in mente. Ma è una risposta che, ad una analisi approfondita, risulta molto parziale.
Anche se non c’è dubbio che i pro players siano al centro delle competizioni di videogiochi, la vita di una società esportiva si regge su molte altre figure professionali. In questo senso, è paradigmatica l’attenzione che gli istituti superiori di formazione professionale stanno riservando alle professioni legate agli eSports e che comprendono non solo i giocatori, ma anche i coach, gli analyst, i manager e altri soggetti che si dedicano alla preparazione dei player e alla loro gestione a livello professionale.
In sostanza, la società esportiva ha molto in comune con quella sportiva tradizionale. A cominciare dalla presenza del coach, anzi dei coach visto che il più delle volte un’organizzazione dispone di più team impegnati su titoli diversi. Il coach (o la coach) è la persona che prepara il team alla partita, sia a livello tecnico che strategico. Ma, come succede in tutti gli sport di squadra, ha anche il compito non meno importante di “gestire lo spogliatoio”. Questo potrebbe sorprendere, ma solo se non ci accorgiamo che il team work (o lavoro di squadra) è assolutamente decisivo nel mondo degli eSports.
Proprio in questa direzione, negli ultimi tempi hanno fatto la loro comparsa all’interno delle organizzazioni esportive anche i mental coach. Per lo più si tratta di psicologici con indirizzo sportivo che vengono chiamati appositamente per gestire la preparazione mentale dei giocatori. Al pari del poker, il mindset è fondamentale negli eSports. A maggior ragione se si tiene presente che la maggior parte degli esporters sono giovani che si trovano a dover lottare con i problemi legati all’età: scuola, gestione dell’impegno, problematiche adolescenziali di varia natura. Un buon mental coach deve aiutare gli esporters a superare le frustrazioni e lo stress che inevitabilmente si accumulano, e a mantenere alte le motivazioni senza perdere di vista il fatto che, dopotutto, stiamo parlando di un’attività che deve anche divertire.
Le altre figure che contribuiscono a preservare la buona salute dei pro players sono quelle del preparatore atletico e del nutrizionista. Le gaming house più all’avanguardia, infatti, sono attrezzate con palestre dove i giocatori possono mantenere una buona forma fisica, indispensabile per reggere la fatica – mentale ma non solo – di tante ore passate davanti al monitor. Inoltre, i giocatori nelle gaming house devono seguire un regime alimentare specifico, studiato appositamente per loro dal nutrizionista. Insomma, all’interno di queste realtà si vive secondo l’antico adagio “mens sana in corpore sano”.
Sul lato più prettamente tecnico del gioco opera invece un’altra figura molto importante per il coach e per i giocatori: quella dell’analyst. Come succede negli sport dove le statistiche sono decisive (ad es. nel basket), l’analista esportivo si occupa di monitorare tutte quelle dei pro players e individuare gli errori da correggere in vista della partita. Inoltre, gli analyst studiano i team da affrontare e raccolgono tutti i dati utili sui loro giocatori e sulle loro strategie. In altre parole, sono i matematici del team che aiutano il coach portando alla sua attenzione gli elementi statistici delle partite già giocate.
Questo è più o meno l’assetto dello staff che gestisce il team. Poi ci sono le figure professionali che operano a cavallo tra i giocatori e la struttura societaria. Innanzitutto il manager che si occupa di aspetti commerciali, legali e di marketing. Per questo capita spesso che la figura del manager coincida con quella del proprietario, del fondatore o di uno dei soci dell’organizzazione. Ad esempio, al manager compete la gestione contrattuale degli esporters e al tempo stesso la ricerca di sponsor per rendere sostenibile, e possibilmente profittevole, una società di eSports. Allo stesso modo gestisce i vari diritti di immagine e le relazioni sui social anche se per questi ultimi aspetti si avvale quasi sempre di esperti del settore della comunicazione.
Oggi più che mai si può dire che la comunicazione sia il fulcro di una società che si occupa di competizioni videoludiche. I risultati nei tornei sono importanti, ma rischiano di perdere peso se non sono adeguatamente condivisi con le community. In quest’ultimo ambito si nota la differenza principale con il mondo degli sport tradizionali che, rispetto agli eSports, sono ancorati a modelli più vecchi di comunicazione. Gli eSports si rivolgono ad un pubblico composto principalmente da giovanissimi i quali, a loro volta, vivono immersi in un “web” fatto di social media e contenuti multimediali. Ecco allora che nelle società esportive i social media manager e i videomaker sono figure professionali molto richieste. Senza dimenticare chi mette la faccia e la voce durante le partite: questi sono in caster – l’equivalente dei commentatori sportivi – e gli streamer.
L’intera immagine di questo mondo ci fa capire che le qualità dei singoli esporters sono importanti, ma non sono l’unica chiave per il successo nelle competizioni. Dietro ad ogni vittoria c’è quasi sempre uno staff completo e complesso, che contribuisce non solo alla buona performance dei player ma sostiene il business stesso delle organizzazioni, senza le quali gli eSports non sarebbero mai diventati il fenomeno globale che sono oggi.