Il problema delle loot box, ovvero dei pacchetti acquistabili all’interno di molti videogame e contenenti upgrade a sorpresa, esiste ormai da un paio d’anni. Un problema che contrappone il business dei publisher, che con questi “ovetti a sorpresa” aumentano notevolmente i propri guadagni, al rischio di dipendenza soprattutto per i più giovani che i governi di alcuni Paesi vedono in questo sistema, unitamente al fatto che le loot box possano essere o meno equiparate a gioco d’azzardo.
Dal punto di vista normativo, il nodo delle questione è proprio quest’ultimo. Ne abbiamo parlato in un recente articolo, dove abbiamo evidenziato come negli Stati Uniti e in Canada siano già partite una serie di class action contro le loot box. All’interno della Comunità Europea i primi a muoversi sono stati invece Belgio e Olanda, Paesi che già da tempo considerano questo sistema come gioco d’azzardo, dal quale sono ovviamente interdetti i minorenni.
Ma come prevenire che i giocatori sotto i 18 anni continuino ad acquistare gli upgrade casuali, infrangendo la legge? In fondo, utilizzare la carta di credito dei genitori o altre forme di pagamento non è poi così difficile. Resta un’unica soluzione: bloccare il sistema alla radice.
Su questa linea, arriva dai Paesi Bassi una presa di posizione destinata a lasciare il segno anche in altri Stati. Il 15 ottobre scorso, il giudice di un tribunale olandese ha infatti dato ragione alla Netherlands Gambling Authority, l’autorità preposta al controllo del gaming a livello nazionale, sentenziando che le loot box vengano rimosse dai giochi distribuiti in Olanda, pena una multa severa.
Il primo publisher ad essere colpito dalla sentenza del giudice è stato EA Sports per il videogame FIFA che nel formato Ultimate Team offre l’opzione delle loot box. L’azienda statunitense si trova così obbligata a rimuovere gli upgrade a pagamento da FIFA 2019, 2020 e 2021 nell’arco delle prossime tre settimane. In caso contrario le verrà inflitta una multa di 500.000 euro (250 per EA e 250 per la divisione europea) per ogni settimana di ritardo, fino ad un massimo di 10.000.000 di euro.
Per il momento EA Sports non ha rilasciato alcun comunicato ufficiale, ma è probabile che voglia tentare la via del ricorso. L’azione olandese potrebbe infatti spingere altri Paesi a prendere la stessa decisione, in primis il Belgio già sul piede di guerra, ma anche Inghilterra, Francia, Giappone e Corea del Sud che si stanno interrogando da tempo sulla questione se le loot box siano o meno un gioco d’azzardo. In quel caso il danno economico per EA Sports diventerebbe enorme e giustificherebbe almeno un tentativo di ricorso contro la sentenza olandese.
Immagine di testa by EA.com