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Un po’ come avviene nel poker, anche gli eSports soffrono di una questione “di genere”. L’idea che uno sparatutto piuttosto che un videogame sportivo siano il territorio elettivo dei maschi esiste ancora, anche perché il dato fino a qualche anno fa lo confermava.

Ma già nel 2019 la “quota rosa” degli appassionati di videogiochi è salita notevolmente, fino a raggiungere un rapporto di 3:1, cioè il 75% dei giocatori sono maschi, il 25% donne. Ancora più interessante è una ricerca del 2020 condotta da Newzoo, secondo la quale in certe zone del pianeta la quota delle giocatrici supera il 25% e, contrariamente a quanto ci potrebbe aspettare, una di queste è l’area dei Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA, Middle East and North Africa), dove il gender gap è notoriamente più ampio: qui, le giocatrici comprese tra i 18 e i 24 anni, sono il 35% del totale.

Sulla base di questo dato, Lenovo, marchio ben noto nel settore dei computer, e Power League Gaming hanno deciso di lanciare un’iniziativa affinché questa tendenza venga sostenuta e rafforzata.

Si chiama Miss Esports la piattaforma pensata per aiutare le videogamers che vivono in Medio Oriente e nel Nord Africa. L’idea di fondo è chiara: “È fondamentale che si sviluppi un ambiente di inclusione, e proprio questo ci è sempre stato molto a cuore”, ha spiegato Claire Carter, direttrice marketing di Lenovo per la zona Mena. “Miss Esports è solo l’ultimo dei nostri sforzi per creare e promuovere una community sicura e dall’atteggiamento positivo in cui i talenti femminili possano brillare. Il nostro obiettivo finale è quello di non avere più una necessaria differenziazione tra giocatori e giocatrici, ma anzi avere una piattaforma comune e condivisa dove tutti possano competere ed avere accesso al livello più alto di competizione”. (fonte esportsmag.it)

Insomma, la nota dolente sembra rimanere quella di un mai sopito – anche se sotterraneo – bullismo di genere, come ha dichiarato qualche tempo fa Shagufta Iqbal, influencer indiana nota sul web come Xyaa e “donna in carriera” nel mondo degli eSports, al punto da essere scelta come ambasciatrice Logitech.

E proprio su un nutrito gruppo di testimonial femminili può contare Miss Esports, le quali dovranno sostenere le donne nel loro percorso di crescita nel settore dei videogame. Non parliamo solo di giocatrici, ma anche di caster, conduttrici di trasmissioni e altre figure professionali. La piattaforma sta attualmente reclutando giocatrici nell’area Mena, che rappresenteranno il loro Paese d’origine e lavoreranno per difendere “il talento e la concorrenza leale”.

Va detto che Miss Esports non è l’unica iniziativa che mira a costruire un rapporto di pari opportunità negli eSports e più in generale nel settore dei videogiochi. Prima di Miss Esports, erano già state attivate la campagna di promozione e sensibilizzazione Women in Esports, promossa dalla British Esports Association nel 2019 e il CCSW, campionato nordamericano ed europeo di Rainbow Six Siege a partecipazione strettamente femminile, arrivato alla sua seconda edizione.

 

Immagine di testa by esportsmag.it

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