E’ il compleanno del fuoriclasse statunitense: imbattuto per quasi dieci anni nei 400hs vinse due Olimpiadi e due mondiali, migliorando 4 volte il record del mondo
Se parli di Edwin Moses il concetto che ti appare chiaro nella mente è quello dell’eccellenza assoluta. Nato il 31 agosto del 1955 a Dayton, Edwin Corley Moses è il più grande interprete che la storia dell’atletica leggera abbia conosciuto nello specifico dei 400 metri ostacoli, la prova più massacrante del programma. Per dieci lunghi ma esaltanti anni, Edwin Moses è stato il primattore assoluto della specialità, vincendo 122 gare consecutive, 107 delle quali erano finali e migliorando il record del mondo per quattro volte. Un regno incontrastato che lo statunitense costruì e consolidò grazie ad un talento superiore ad ogni misura ma anche alla tenacia messa in ogni seduta di allenamento, nella quale perfezionò una tecnica di corsa, tredici passi tra un ostacolo e l’altro, che lo rese imbattibile. In un simile contesto, pensare ad un palmares eccezionale diventa inevitabile. Non per nulla Edwin Moses vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Montreal nel 1976 e di Los Angeles nel 1984. Nel suo periodo di massimo splendore trionfò anche ai Campionati del Mondo di Helsinki 1983 e Roma 1987. La storia sportiva di Edwin Moses inizia in un College, il Morehouse, dove non c’era una pista di atletica. La passione scorreva già forte, nelle vene del giovanotto di Dayton, che si allenava negli impianti pubblici, concentrando la sua attenzione sulla distanza delle 180 yard ad ostacoli. La scintilla scoccò però in quegli anni: corse una volta le 440 yard ad ostacoli, si rese conto di quanto e come poteva migliorarsi ed iniziò la sua straordinaria ascesa. Nel 1976 disputò i 400hs ai Trials e conquistò un posto nella squadra statunitense che partì per i Giochi Olimpici di Montreal. Era la sua prima vera competizione internazionale, ma Moses non se ne fece cura e stupì il mondo: 47”64 record del mondo e medaglia d’oro. L’anno dopo raccolse i frutti dei suoi allenamenti e stabilì un nuovo record mondiale correndo in 47”45. Ad inizio settembre del 1977, Moses battè Harald Schmid a Düsseldorf, una corsa che rimase nella storia: da quella gara, per quasi dieci anni, nessuno riuscì più a batterlo. Moses non collezionò solo primi posti nelle gare più prestigiose del calendario, ma non mancò mai di sottolineare la sua leadership con prestazioni superlative. Nel luglio del 1980, a Milano, ritoccò il primato mondiale portandolo a 47”13. Record che durò per tre anni, sino a che, nel 1983, Edwin Moses a Coblenza fermò i cronometri dopo 47”02. La bacheca di Edwin Moses si impreziosì con le tre vittorie in Coppa del Mondo, con le medaglie d’oro meritate ai “Mondiali” e con il secondo alloro olimpico che giunse a Los Angeles nel 1984, otto anni dopo quello di Montreal. A Los Angeles, i riflettori si accesero su Moses anche per un altro avvenimento: chiamato a recitare il giuramento dell’atleta, egli si interruppe in un paio di circostanze perché si era dimenticato le parole. Va ricordato che ai Giochi Olimpici di Mosca nel 1980, dove avrebbe continuato a lasciar briciole agli avversari più temibili, Edwin Moses non c’era per il noto boicottaggio deciso dagli Stati Uniti. A lui riuscì di vincere una terza medaglia olimpica, ma a Seul 1988 salì sul terzo gradino del podio.
Pensare a Edwin Moses come al più grande atleta mai visto all’opera nei 400 ostacoli è legittimo ma non è sufficiente. A lui si devono alcune interessanti e fondamentali iniziative a favore dell’intera disciplina. Fu lui, agli inizi degli anni Ottanta, a farsi promotore delle riforme per le regole internazionali che disciplinarono l’eleggibilità olimpica. Fu sempre Edwin Moses che promosse l’idea di istituire un fondo fiduciario per gli atleti affinché questi potessero beneficiare di stipendi o proventi da sponsorizzazioni. Sempre molto attento ai valori dell’atletica leggera, Edwin Moses si impegnò in prima persona anche nella lotta al doping, contribuendo, nel 1988, allo sviluppo di un test sempre più specifico e realizzando il test per i periodi lontani dalle competizioni. Grazie alla sua valente attività organizzativa e dirigenziale, Moses nel 1994 Moses ha ricevuto un Master in Business e Amministrazione da parte dell’Università Pepperdine. Tanti e prestigiosi i premi attribuiti a Edwin Moses: fu il primo a ricevere il “Jesse Owens Award” istituito dalla “USA Track & Field”. Nel 1983 gli venne consegnato il “Sullivan Award” da parte della AAU come miglior atleta dilettante degli Stati Uniti. Nel 1994, la National Track & Field lo inserì nella Hall of fame dell’atletica leggera. Ritiratosi dall’atletica leggera Edwin Moses si cimentò nel bob, riuscendo, col l’olimpionico Brian Shimer, a vincere la medaglia di bronzo nella prova di Coppa del Mondo disputata nel 1990 a Winterberg in Germania, nel 1990. Assieme all’olimpionico statunitense Brian Shimer vinse la medaglia di bronzo nel bob a due.