Il 16 agosto del 2005 un gruppo di imprenditori evitò il fallimento del Torino sommerso da problemi finanziari. Da lì a poco il club sarebbe passato a Urbano Cairo
Il 16 agosto di quindici anni fa, grazie all’iniziativa di un gruppo di imprenditori che faceva capo all’avvocato Pierluigi Marengo, la FIGC diede il nulla osta affinché fosse salvato un titolo sportivo che rischiava di scomparire nel nulla: quello del Torino Calcio. Da lì a pochi giorni, avuta anche la conferma dell’iscrizione al campionato di Serie B, salì sulla ribalta Urbano Cairo che assunse la presidenza del Torino Football Club, quello che attualmente disputa il massimo campionato italiano. Furono giorni, quelli dell’agosto del 2005, fondamentali per ridare linfa ad un club che ha regalato epiche e gloriose pagine al calcio e allo sport italiano e che, senza l’iniziativa degli imprenditori succitati, era giunto ad un passo dalla scomparsa, sommersa da una crisi finanziaria senza pari. Una storia, quella della maglia granata, iniziata nel 1887 quando nacque (in maglia rossonera) il Torino FCC. Nel 1889 prese vita il sodalizio (in giallonero) del Nobili Torino. Nel 1891 le due società si unirono (in maglia bianco nera) nell’Internazionale Torino. Nel 1894 vi entrò a far parte anche la Torinese (in maglia arancio e nera). La vera svolta arrivò il 3 dicembre 1906, quando nella birreria Voigt di via Pietro Micca venne sancita un’alleanza con un gruppo di dissidenti della Juventus, guidati dallo svizzero Alfred Dick: dalla fusione tra la Torinese e il citato gruppo prese vita il Football Club Torino. Colore scelto per la maglia fu il granata. Il primo incontro ufficiale venne giocato il 16 dicembre 1906, a Vercelli contro i padroni di casa della Pro Vercelli, terminato 3-1 per i granata. Nel 1912 entrò a far parte dello staff tecnico Vittorio Pozzo. Il momento più fulgido fu quello rappresentato dal Grande Torino, una squadra imbattibile, capace di vincere 5 titoli nazionali consecutivi tra il 1943 e il 1949, e una Coppa Italia nel 1943: grazie a questo successo, il Torino fu la prima squadra a centrare il “double” scudetto-coppa nazionale nella stessa stagione. Asse portante della nazionale italiana di quegli anni, il Grande Torino riuscì a portare anche 10 giocatori contemporaneamente in campo in azzurro. Capitano e leader indiscusso di quella formazione era Valentino Mazzola, mentre la formazione-tipo era composta da Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola e Ossola. Il ciclo di vittorie venne bruscamente interrotto il 4 maggio 1949, quando l’aereo che trasportava l’intera squadra, di ritorno da una amichevole con il Benfica giocata a Lisbona, andò a infrangersi contro il muraglione posteriore della basilica di Superga. A questa grave tragedia seguirono anni difficili per il sodalizio torinese. Il lento declino portò nel 1959 alla prima retrocessione in Serie B, avvenuta con la denominazione commerciale di Talmone Torino.
La lenta ma inesorabile risalita sfociò nella conquista dello scudetto avvenuto, 27 anni dopo Superga, al termine della stagione 1975-1976, dopo una rimonta entusiasmante ai danni della Juventus di Carlo Parola. Negli anni successivi, pur rimanendo nelle prime posizioni della classifica, la squadra si avviò verso un lento declino e non riuscì più a ripetere gli stessi risultati, con l’eccezione del secondo posto ottenuto nel campionato 1984-85, dietro al sorprendente Verona di Osvaldo Bagnoli. Al termine del campionato 1988-1989 il Torino cadde in Serie B, per la seconda volta nella sua storia. Dopo alti e bassi ed una finale di Coppa Uefa persa nella stagione 1991-1992, a causa di problemi finanziari mal gestiti dal presidente Cimminelli, il Torino non fu ammesso alla nuova stagione sportiva con il conseguente fallimento societario. Si arriva così all’agosto 2005 con le vicende raccontate in apertura. Il Torino Football Club di Urbano Cairo, dopo aver conquistato immediatamente la promozione in Serie A al termine di un emozionante play off col Mantova, ottiene la salvezza nel campionato 2012-2013. Da lì si ha una netta inversione di marcia: il Torino chiude al settimo posto, ottenendo l’accesso all’Europa League: protagonisti della positiva annata furono Alessio Cerci e Ciro Immobile, autori rispettivamente di 13 e 22 gol. La stagione 2014-2015 vede i granata giungere fino agli ottavi di finale di Europa League. In campionato concludono al nono posto, tornando a vincere un derby dopo ben 20 anni. Il Torino vive poi un campionato di transizione nel 2015-2016 concluso con l’addio di Giampiero Ventura passato alla guida della nazionale. Arriva al suo posto Siniša Mihajlović il quale, con un gioco improntato all’attacco (71 reti al termine del campionato), nella stagione 2016-2017 conduce la squadra al nono posto. Si mette particolarmente in luce Andrea Belotti, autore di 26 reti. La stagione 2017-2018, iniziata con dichiarate ambizioni europee, si rivela poi altalenante ed è caratterizzata dall’avvicendamento tra Mihajlovic (esonerato al termine del girone d’andata) e il nuovo tecnico Walter Mazzarri. I granata chiudono il campionato al nono posto e i migliori giocatori per rendimento sono Iago Falque e i neoacquisti Sirigu e Nkoulou. Nella stagione successiva il Torino termina al settimo posto con 63 punti ottenuti, registrando così il proprio record in Serie A dall’introduzione dei 3 punti a vittoria, e riqualificandosi in Europa League dopo un lustro d’assenza partendo dal secondo turno preliminare. I granata tuttavia non riuscirono ad accedere alla fase a gironi, eliminati ai play-off dal Wolverhampton. Il resto è storia di oggi: la difficile stagione pre e post Covid, la salvezza faticosa ma meritata e l’annuncio del nuovo tecnico Giampaolo. Che sia l’ennesima inversione di tendenza?