Quarantasei anni oggi per l’opinionista televisivopiù apprezzato che ha saputo farsi ben valere e volere sul campo per la tenacia e la correttezza
Nato a Correggio il 10 luglio 1974, Daniele Adani è stato un calciatore, per la precisione un difensore centrale. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, “Lele” ha avuto un grande successo come commentatore televisivo, prima su Sportitalia, con le partite del campionato argentino e di Copa Libertadores, e poi su Sky Sport. Sulla sua vita privata si sa veramente pochissimo. Stando ad alcune indiscrezioni che l’ex calciatore non ha mai confermato pubblicamente, sembra che il padre fosse un artigiano, forse un falegname. Poche anche le notizie legate alla madre, dipendente (o proprietaria) in una tipografia a San Martino in Rio. Lele ha un fratello, Simone, anche lui ex calciatore professionista e oggi dirigente di calcio. Inizia a giocare a calcio nella Sammartinese, squadra del suo paese, San Martino in Rio, per poi entrare nel settore giovanile del Modena, dove fa le sue prime apparizioni all’età di 18 anni. Nell’estate del 1994 si trasferisce alla Lazio, senza mai scendere in campo in campionato. Nel novembre 1994 passa al Brescia, con cui esordisce in Serie A nel campionato 1994-1995. La stagione, che vede Adani disputare 30 incontri, si chiude con la retrocessione dei lombardi in Serie B. Nelle successive quattro stagioni il difensore è tra i punti fermi delle rondinelle, impegnate tra Serie B (tre stagioni) e Serie A (nel 1997-1998). Vince il campionato cadetto nel 1996-1997 e nel 1997-1998. Nel 1999, dopo l’annata in Serie B con il Brescia, firma per la Fiorentina, in cui milita per un triennio. Con i viola esordisce, l’11 agosto 1999, in UEFA Champions League nella partita vinta per 3-1 in casa contro i polacchi del Widzew Łódź, valida per l’andata del terzo turno preliminare dell’edizione 1999-2000, incontro nel quale segna anche un gol. Con i toscani vince la Coppa Italia 2000-2001. Dopo il fallimento della società viola nel 2002, si trasferisce all’Inter, con cui gioca fino al 2004. Durante l’esperienza in nerazzurro, è da ricordare in particolare il suo gol al 95′ nella semifinale di ritorno della Coppa Italia 2003-2004 che ha permesso all’Inter di pareggiare 2-2 con la Juventus (partita poi vinta ai rigori dai bianconeri). Adani dedicò il gol a Francesco, un 15enne tifoso dell’Inter scomparso una settimana prima da casa, in provincia di Brescia. Il ragazzo, fuggito a Genova, vide la dedica di Adani e tornò a casa il giorno dopo. Nell’estate del 2004 fa ritorno al Brescia, ma nel marzo 2005 rescinde il contratto (assieme al compagno di squadra Guana) per le diatribe sorte con i tifosi. Rimane in massima serie fino al 2008, giocando con Ascoli ed Empoli. Rientra quindi alla Sammartinese, militandovi fino al ritiro avvenuto nel 2011. Nel periodo in cui Giovanni Trapattoni ha allenato la nazionale italiana, il difensore ha ricevuto 14 convocazioni, scendendo in campo in 5 partite amichevoli; ha esordito il 15 novembre 2000 allo Stadio Delle Alpi di Torino nella gara vinta per 1-0 contro l’Inghilterra, in cui è subentrato ad Alessandro Nesta al minuto 67, e ha disputato l’ultimo incontro il 31 marzo 2004, nel 2-1 esterno contro il Portogallo. Oggi Daniele Adani è forse il più apprezzato commentatore di calcio in circolazione. Dopo l’esperienza a Sportitalia, la consacrazione arriva nel 2012 con il passaggio a Sky Sport. Tra un commento e l’altro, Lele ha sempre messo in mostra la sua grande competenza, riconosciuta non soltanto da tifosi e colleghi ma anche dagli addetti ai lavori (allenatori, dirigenti, calciatori ecc). “La garra charrua” di Daniele Adani, il tormentone lanciato dopo il gol realizzato da Matias Vecino nei minuti finali di Inter-Tottenham di Champions League del 18 settembre 2018, è ormai diventato un cult soprattutto tra i tifosi nerazzurri. Ma cos’è di preciso? Lo stesso Daniele Adani lo ha spiegato alla Gazzetta dello Sport: “Tutto nasce nel Rio de la Plata. L’Uruguay è il miracolo calcistico del mondo. È grande come la Toscana, eppure ha vinto due Mondiali e due Olimpiadi perché loro hanno la ‘garra’, l’artiglio per lottare alla morte, e hanno discendenze ‘charrua’, una piccola tribù indigena che lottò per secoli contro i colonizzatori. La passione nel calcio l’hanno messa argentini e uruguaiani”. A proposito del match di Champions tra l’Inter e gli Spurs, l’esultanza del duo Trevisani-Adani al gol-vittoria di Vecino non è piaciuta ai tifosi delle altre squadre, che hanno definito eccessiva la gioia dei due telecronisti per una semplice partita del Girone. Ma le polemiche hanno contributo a rendere ancora più celebre la coppia di commentatori di Sky.