Sedici anni fa, contro ogni pronostico, la nazionale ellenica di calcio si è laureata Campione d’Europa superando i padroni di casa del Portogallo
Il campionato europeo di calcio del 2004, informalmente chiamato Euro 2004, è stata la dodicesima edizione del torneo continentale per squadre nazionali maschili. Si svolse in Portogallo dal 12 giugno al 4 luglio e vide la prima vittoria della Grecia. Alla manifestazione sono stati dedicati un videogioco e due album di figurine editi dalla Panini, uno dei quali tascabile. L’UEFA assegnò l’organizzazione del torneo al Portogallo il 12 ottobre 1999, dopo una riunione ad Aquisgrana. Lo Stato lusitano vinse la concorrenza della Spagna, mentre Austria e Ungheria si erano candidate congiuntamente. Il Portogallo fu ammesso d’ufficio in quanto nazione ospitante, mentre le restanti 15 squadre emersero dalle qualificazioni (svoltesi dal settembre 2002 al novembre 2003). Il sorteggio avvenne a Lisbona il 25 gennaio 2002: il regolamento prevedeva l’ammissione diretta per le vincitrici dei 10 gironi, con spareggi a doppio turno (andata-ritorno) tra le seconde classificate. La fase a gruppi riservò sorprese già dalla partita inaugurale, in cui la Grecia (alla seconda partecipazione dopo quella del 1980) piegò i padroni di casa per 1-2. Furono proprio i lusitani e gli ellenici a qualificarsi, eliminando la favorita Spagna e la Russia: quest’ultima uscì di scena alla seconda giornata, dopo aver incassato un doppio knock-out. Gli iberici rimasero invece in corsa fino alla fine, quando la sconfitta con i vicini rivali li condannò: la seconda piazza venne infatti occupata dai greci, che a parità di punti sorpassarono le Furie Rosse per aver segnato più gol. Il girone B fu vinto dalla Francia, che superò l’Inghilterra grazie alla vittoria nello scontro diretto d’esordio. I britannici ebbero poi la meglio su Svizzera e Croazia, con le reti del giovane Rooney. I transalpini, detentori del titolo continentale, li superarono di un solo punto. Più complicata la situazione del terzo gruppo, con la Bulgaria subito eliminata e le altre squadre a pari punti. L’Italia ottenne due pareggi e una vittoria, esattamente come Svezia e Danimarca: le scandinave furono però premiate dal 2-2 nel confronto diretto, poiché le sfide contro gli azzurri erano terminate 1-1 (con i gialloblu) e 0-0 (con i biancorossi). La coincidenza del risultato fece nascere sospetti di combine, tuttavia mai provati. L’ultimo raggruppamento vide l’affermazione, a punteggio pieno, della Repubblica Ceca: a farle compagnia nei quarti l’Olanda, battuta in rimonta per 3-2 alla seconda giornata. Spiccò la clamorosa eliminazione della Germania, capace di raccogliere soltanto due pari. Fanalino di coda fu l’esordiente Lettonia, capace comunque di fermare sullo 0-0 i tedeschi. Il primo quarto di finale vide opposte il Portogallo e l’Inghilterra, che andò in gol al 3′ con Owen. Hélder Postiga trovò il pari nel finale, trascinando l’incontro ai supplementari: le marcature di Rui Costa e Lampard portarono il punteggio sul 2-2, rendendo necessari i rigori. Dopo gli errori di Beckham e dello stesso Rui Costa, che calciarono alto, la sfida fu decisa da Ricardo Pereira: l’estremo difensore lusitano si tolse i guanti e parò il tiro di Vassell, per poi segnare a sua volta. I lusitani accedettero alla semifinale per la seconda edizione consecutiva. La Grecia, che aveva già sorpreso superando il girone, si confermò la rivelazione del torneo battendo i campioni della Francia con un gol di Charisteas. La sequenza dal dischetto interessò anche Svezia e Olanda, a capo di una gara povera di emozioni per ben due ore: lo 0-0 non si schioda nemmeno nel prolungamento, con gli Oranje che vinsero poi ai rigori dopo quattro eliminazioni di fila (tra Europei e Mondiali) dagli 11 metri. La Repubblica Ceca ebbe vita facile a sbarazzarsi della Danimarca, sconfiggendola per 3-0 con tutti i gol nel secondo tempo. Contro l’Olanda, il Portogallo conseguì un risultato storico vincendo per 2-1 e trovando la sua prima finale; i lusitani erano infatti stati eliminati nel 1984 e 2000. In una delle rare partite decise dal silver goal, la Grecia batté invece i cechi con la rete di Dellas al 105′. A Lisbona, Portogallo e Grecia si ritrovarono 22 giorni dopo la sfida inaugurale: mai era successo prima d’ora che le finaliste si fossero già sfidate anche al debutto. Un gol di Charisteas, in precedenza autore dell’eliminazione francese, consegnò uno storico titolo agli ellenici. Non era inoltre mai avvenuto che i padroni di casa perdessero la finale. Ciò riaccadrà nel 2016, quando proprio gli stessi lusitani batteranno la Francia nazione ospitante.