Nato quarantacinque anni fa, il funambolico giocatore ha dato spettacolo sui campi della NBA grazie ad un carattere mai domo e al micidiale tiro da tre punti
Walter Ray Allen è nato a Merced il 20 luglio 1975 ed è un ex cestista statunitense, di ruolo guardia. Considerato uno dei più abili tiratori da tre punti nella storia della pallacanestro, prima dell’affermazione di Stephen Curry era ritenuto da molti il migliore di sempre. Vincitore di due titoli NBA (il primo con la casacca dei Boston Celtics, il secondo con i Miami Heat), conta 10 convocazioni all’All-Star Game, ed è il giocatore che ha realizzato più tiri da tre punti nella storia della lega (2973). Nel 2018 è stato inserito fra i membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Alto 196 cm per circa 93 kg, è soprannominato Candy Man (lett. “venditore di dolciumi”), per l’eleganza del suo stile di gioco. Soffre di un lieve disturbo ossessivo-compulsivo, dal quale deriva la sua routine di allenamento, estremamente precisa e rigorosa. Dopo aver giocato per tre anni nella University of Connecticut, Allen si dichiara eleggibile per il draft del 1996. I Minnesota Timberwolves lo selezionano come quinta scelta assoluta alle spalle di Allen Iverson, Marcus Camby, Shareef Abdur-Rahim e Stephon Marbury. I T’wolves sono però interessati in modo particolare al playmaker scelto dai Milwaukee Bucks Stephon Marbury: Allen viene così immediatamente girato ai Bucks insieme al pivot Andrew Lang. Rimane a Milwaukee dal 1996 al 2003, mettendo in mostra il suo talento cristallino, ma non riuscendo ad ottenere risultati di squadra. Il 20 febbraio 2003 Allen viene ceduto in una trade che lo porta ai Seattle SuperSonics in cambio di Gary Payton e Desmond Mason. Per la stagione 2003-2004 i Sonics non riescono ad accedere ai play-off, ma nella stagione successiva, forse la migliore disputata in carriera da Allen, la squadra di Seattle centra l’accesso alla fase successiva, vincendo il primo turno contro i Sacramento Kings per 4-1 e dovendo arrendersi soltanto ai futuri campioni NBA, i San Antonio Spurs, per 4-2. La stagione 2005-2006 è però un passo indietro, dato che i Sonics non centrano l’accesso ai playoff e anzi si ritrovano ad essere una delle ultime squadre della Western Conference, così come l’anno successivo. Durante il draft viene ceduto ai Boston Celtics, venendo così incontro sia alla volontà del giocatore, che desidera giocare in una squadra da titolo, sia a quella dei Sonics, che pianificano un ringiovanimento della squadra. Insieme a Kevin Garnett e Paul Pierce costituisce il gruppo dei “Big Three” che guida i Celtics alla vittoria della regular season. Allen conclude la stagione con una media punti di 17,4 e una percentuale nel tiro da tre punti di poco inferiore al 40%. Nei play-off Ray Allen, soprattutto nelle semifinali di Conference contro i Cleveland Cavaliers, non riesce ad incidere come dovrebbe ed infatti Boston fatica andando a gara-7 sia con gli Atlanta Hawks sia contro i Cavs di LeBron James. Nella serie contro i Detroit Pistons Allen gioca finalmente ai suoi standard, realizzando ben 29 punti in gara 5 e contribuendo al ritorno dei Celtics alle Finals. Contro i Los Angeles Lakers, nella più classica delle sfide della storia dell’NBA, Ray Allen gioca una buona serie e con il successo dei Celtics in gara 6 (26 punti e 7 triple su 9 tentativi) per 131-92 si aggiudica il primo titolo NBA della sua carriera. Le stagioni successive con i Boston Celtics, lo confermano al top della lega, senza però portarlo ad un altro anello. Nei primi giorni di luglio 2012 firma un contratto triennale con i Miami Heat, campioni in carica. Esordisce all’AmericanAirlines Arena il 31 ottobre 2012 nella vittoria 120-107 contro i Boston Celtics, sua ex squadra, mettendo a referto 19 punti. Conclude la stagione con 79 partite giocate, da sesto uomo, con 10,9 punti di media con il 44% al tiro. Ai play-off, in gara 3 del primo turno contro i Milwaukee Bucks, entra nella storia diventando il giocatore con più triple segnate ai play-off (322), superando ancora una volta Reggie Miller. Durante gara 6 delle finali contro i San Antonio Spurs mette la tripla del pareggio a 5,2 secondi dalla fine del quarto quarto, realizzando un canestro incredibile e portando la partita ai supplementari, poi vinti dai suoi Heat. Al termine della serie contro la squadra texana si laurea campione NBA per la seconda volta in carriera. Disputa un’ultima annata con la casacca dei Miami Heat, la 2013-2014 e annuncia ufficialmente il ritiro due anni dopo, il 1º novembre 2016.