Compie gli anni oggi il cestista francese che ha contribuito agli anni d’oro dei San Antonio Spurs regalando ai texani talento, estro e mentalità vincente
William Anthony Parker è nato a Bruges il 17 maggio 1982. Oggi è un dirigente sportivo e presidente dell’ASVEL (squadra di pallacanestro con sede a Villeurbanne in Francia), ma la ribalta della cronaca la ottiene facendo quel che più gli piace: il giocatore di pallacanestro, ruolo playmaker. Anche se nato in Belgio, Parker ha la nazionalità francese. Suo padre è un ex-giocatore professionista di pallacanestro statunitense, mentre sua madre è una modella olandese. Parker è alto 188 cm, pesa 80 kg. Nel ruolo di play maker costituisce un giocatore abbastanza atipico, in quanto preferisce più il gioco offensivo, effettuando penetrazioni invece di fornire assist. Era dotato di un primo passo rapidissimo difficilmente contenibile una volta partito in penetrazione: arrivava a concludere facendo compiere alla palla traiettorie alte non facilmente stoppabili da giocatori molto più imponenti, oppure facendo arresti e step-back per poi concludere in sospensione. Giocatore di grande esperienza, è stato spesso fondamentale per le sue «clutch plays»: riusciva a mantenere il sangue freddo anche se sotto pressione.
Dopo aver giocato per due anni, dal 1999 al 2001, nel campionato francese nelle file del Paris Basket Racing, si rende eleggibile al Draft NBA del 2001. I San Antonio Spurs, ultimi a scegliere al primo giro, lo chiamano al numero 28 e la scelta del francese si rivelerà un vero «draft steal», analogamente a quello che due anni prima aveva portato alla squadra texana Emanuel Ginóbili, scelto al numero 57 del secondo giro e rivelatosi poi colonna dei successi degli Spurs. Parker ha debuttato nel massimo campionato professionistico di basket il 30 novembre 2001, nella partita con i Los Angeles Clippers diventando così il secondo cestista di nazionalità francese, dopo Tariq Abdul-Wahad, a giocare nella NBA. È diventato anche il più giovane esordiente della storia di San Antonio, avendo debuttato a 19 anni, 6 mesi e 13 giorni. Con la squadra texana ha vinto il campionato NBA nel 2003, nel 2005, nel 2007 e nel 2014. Nel 2006-07 scende in campo 77 volte su 82 partite, tenendo una media di 18,6 punti a partita, distribuendo 5,5 assist e catturando 3,2 rimbalzi, tirando con il 52% dal campo e col 39,5% da oltre l’arco. Durante i play-off tiene una media di 20,6 punti, 6 assist e 3,2 rimbalzi, tanto da arrivare a essere nominato MVP delle finali, grazie alle sue ottime prestazioni con i Cleveland Cavaliers, che perderanno 4-0 nella serie finale soprattutto grazie ai suoi 24,5 punti di media nelle quattro partite. Parker continua ad inanellare ottime stagioni anche negli anni successivi, per quanto gli Spurs non riescano più a raggiungere le finali NBA. In particolare nel 2008-2009 il play francese fa registrare la sua migliore stagione texana: supera per la prima volta i 20 punti stagionali (22) e fa registrare anche la sua miglior media assist di sempre (6.9). Nonostante le grandi prestazioni di Parker, San Antonio, testa di serie numero 3 a Ovest, si ferma al primo turno con i Dallas Mavericks.
Nell’ottobre 2011 si trasferisce temporaneamente all’ASVEL Lyon-Villeurbanne, fino al termine del lockout NBA 2011-2012: nonostante le poche partite disputate Parker gioca molto bene sia in Francia sia in Eurocup, ed è nominato MVP nella prima settimana della competizione. Al termine del blocco Tony torna negli USA per disputare la stagione 2011-2012: il 4 febbraio, facendo registrare 42 punti e 9 assist diventa il giocatore degli Spurs con il maggior numero di assist in carriera. Divenuto sempre più leader della squadra, la conduce al miglior record stagionale, guadagnandosi il secondo quintetto della lega e una forte candidatura a MVP della stagione regolare. Ai playoff, gli Spurs giungono alla finale di conference con gli Oklahoma City Thunder, perdendo 4-2. Nel 2013 gli Spurs arrivano in finale con i Miami Heat di LeBron James. Nonostante le precarie condizioni di una caviglia Parker offre il suo solito contributo, ma, grazie a una tripla di Ray Allen allo scadere di gara 6 che porta la partita ai supplementari, gli speroni devono arrendersi 4-3. La rivincita arriva l’anno successivo quando gli Spurs, dopo aver concluso al primo posto la Regular Season, sconfiggono 4-3 i Dallas Mavericks al primo turno, 4-1 i Portland Trail Blazers, e 4-2 gli Oklahoma City Thunder nella finale della Western Conference. In finale i texani ritrovano i Miami Heat di Lebron James, ma il risultato è un netto 4-1 che permette al francese di mettersi al dito il quarto anello di campione NBA. Le ultime stagioni per Parker sono state segnate da molteplici infortuni oltre che da un calo di rendimento.