Il 20 settembre del 1942 a Goteborg, lo svedese fu il primo a scendere sotto i 14 minuti. Un record poi via via migliorato sino al recente 12’35”36 di Cheptegei
E’ il 20 settembre del 1942: sulla pista di Goteborg, che lui conosce bene, Gunder Hägg sta per entrare nella storia dell’atletica leggera mondiale. Gunder Hägg era nato il 31 dicembre del 1918 a Bracke, un piccolo comune nella regione svedese del Norrland. L’atletica gli entra presto nel sangue ed in particolare le lunghe distanze dove eccelle ottenendo riscontri cronometrici la cui eco supera di gran lunga in confini della Svezia e dell’Europa. Lo segue da vicino Fridolf Westman che plasma il giovane mezzofondista, rendendolo atleta completo sportivamente e caratterialmente. Quel giorno, a Goteborg, Gunder Hägg si presenta al via dei 5000 metri. Impone subito il suo passo che nessuno riesce a tenere. E’ una cavalcata senza esitazioni che lo svedese chiude in un tempo stratosferico: 13’58”2, primo uomo al mondo a sfondare il muro dei 14’. Hagg toglie così il primato del mondo che sin lì era stato di atleti finlandesi: dal 14’36’6 di Hannes Kolehmainen del 1912 sino al 14’08”8 (il tempo battuto da Hagg) che aveva fatto segnare nel 1939 Taisto Maki a Helsinki togliendolo al mitico Paavo Nurmi. L’impresa di Gunder Hägg fa preso il giro del Mondo. Invitato negli Stati Uniti per una sfida con i migliori specialisti americani, lo svedese partecipa a otto gare e le vince tutte, suggellando una supremazia che proseguirà per diversi anni, quelli in cui la rivalità con il connazionale Arne Andersson riempie le cronache dei giornali. Il record mondiale sui 5000 metri però resiste, nonostante i competitor di valore non manchino. La performance di Gunder Hägg resterà la migliore di sempre sino al 30 maggio del 1954: quasi dodici anni dopo, a Colombes, in Francia, è il grande campione cecoslovacco Emil Zatopek a “limare” un secondo, portando il nuovo limite a 13’57”2. Solo pochi mesi di regno, perché nello stesso anno, nel breve volgere di due mesi, il record dei 5000 subisce tre scossoni. Il russo Vladimir Kuc prima corre 13’56”6 a Berna il 29 agosto e poi scende addirittura a 13’51”2 a Praga il 23 ottobre, riprendendosi il primato che dieci giorni prima a Londra gli era stato strappato dall’inglese Christopher Chataway (13’51”6). Col passare degli anni, la prova dei cinque chilometri su pista vide salire alla ribalta atleti di grandissimo spessore. Vladimir Kuc si tenne stretto lo scettro di migliore al mondo migliorandosi sino al 13’35” che fece segnare a Roma il 13 ottobre 1957, riprendendo il record ancora ad un inglese (Gordon Pirie, 13’36”8). Poi arrivò l’epopea del grande Ron Clark, l’australiano che dal 16 gennaio 1965 (13’34”8 a Hobart, Australia) sino al 5 luglio 1966 abbassò il record sino allo strabiliante 13’16”6 ottenuto a Stoccolma. Nel 1972 il primato mondiale torna in Europa per merito del finlandese Lasse Viren prima e del belga Emil Puttemans che sulle piste di casa propria (rispettivamente Helsinki e Bruxelles) si “passano il testimone” nel giro di una settimana. Ciò che solo qualche anno prima sembrava un traguardo impossibile, correre i 5000 metri in meno di 13’, stava invece diventando una possibilità tutt’altro che remota. La prepotente entrata in scena dei fuoriclasse africani servì da decisivo impulso. Henry Rono, il fortissimo keniota, abbassò il limite a 13’06”2 il 13 settembre del 1981 a Knarvik, in Norvegia. Prestazioni da brividi furono quelle che il britannico David Moorcroft e il marocchino Said Aoiuta regalarono a Oslo rispettivamente il 7 luglio 1982 e il 27 luglio 1985: 13’00”41 l’inglese e 13’00”40 il mezzofondista del Marocco. La grande impresa era nell’aria: Said Aoiuta mise la sua firma nelle leggendarie pagine dell’atletica leggera il 22 luglio 1987 a Roma: 12’58”39. Da quel giorno sino ad oggi, altri secondi sono stati “limati” grazie a prestazioni sempre più al limite. Africa protagonista, si diceva: col keniota Moses Kiptnaui, con l’etiope Haile Gebrselassie (da 12’56”96 del giugno 1994 sino al 12’39”39 del giugno 1998) che ha lasciato il trono al connazionale Kenenisa Bekele, primo recordman del Terzo Millennio a Hengelo, in Olanda quando corse in 12’37”35: era il 31 maggio del 2004. Poco più di un mese fa, dopo oltre 16 mesi, l’ugandese Joshua Cheptegei ha stabilito il nuovo record mondiale in 12’35”36. In ventotto anni, dal record del 20 settembre 1942 di Gunder Hägg a quello attuale, dal record dei 5000 metri sono stati limati 82 secondi, per la precisione 1 minuto, 22 secondi e 44 decimi…