L’intervista di Gian Piero Gasperini, nel corso della quale ha ammesso di aver contratto il Coronavirus, ha scatenato la reazione del Valencia: i dettagli
Nella giornata di ieri, il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha ammesso, nel corso di un’ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, di aver avuto il Coronavirus, con i sintomi già paventati durante la trasferta di Valencia, match valido per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League, vinto dagli orobici. “Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19. Il giorno prima della partita di Valencia stavo male, il pomeriggio della partita peggio. Non sentivo febbre ma mi sentivo a pezzi”, uno stralcio delle parole di Gasp che sono arrivate fino a Valencia.
Il club spagnolo, infatti, ha diramato nella tarda serata un comunicato di accuse nei confronti dell’allenatore dell’Atalanta, reo di aver messo a repentaglio la sicurezza degli avversari: “Alla luce delle dichiarazioni dell’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini che è apparsa sulla stampa italiana questa domenica, il Valencia CF desidera esprimere pubblicamente la propria sorpresa per il fatto che l’allenatore della squadra rivale negli ottavi di finale di Uefa Champions League riconosca che sia il giorno prima che il giorno della partita giocata il 10 marzo a Mestalla era a conoscenza, almeno riguardo a se stesso, di avere sintomi presumibilmente compatibili con il Coronavirus senza prendere misure preventive, mettendo a rischio numerose persone durante il loro viaggio e soggiorno a Valencia”, spiega il club iberico che, tra l’altro, ha avuto il 35% dei propri dipendenti – tra giocatori e staff – positivo al Coronavirus. L’ammissione in buonafede di Gasperini, che ha parlato a cuore aperto alla Gazzetta dello Sport raccontando i suoi giorni più bui, ha riportato in auge un profondo tema etico che il mondo del pallone non sembra essere in grado di assimilare. E la risposta del Valencia – c’è chi non esclude che si possa anche passare a delle denunce – appare la forma più naturale di protesta e disapprovazione, per aver continuato a lavorare senza curarsi della salute altrui.