Ralf Rangnick si sbilancia e sembra tendere una mano verso il Milan: le ultime dichiarazioni del manager tedesco paiono infatti una conferma.
Sono ormai mesi che il nome di Ralf Rangnick è accostato con grande insistenza al Milan. Il factotum del gruppo Red Bull, consulente di mercato del Lipsia, potrebbe diventare il deus ex machina del Milan che verrà, o almeno è questa l’idea di Singer e del gruppo Elliott, che sogna di programmare la rinascita del club rossonero per portarla ad alti livelli, con la Champions League che manca da marzo 2014. Un’enormità per un club blasonato come il Diavolo. E a Rangnick dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere affidato il ruolo di direttore sportivo e allenatore, un doppio ruolo in stile manager inglesi che costruiscono la squadra e poi l’allenano. Un cambio di paradigma in casa Milan.
Lo stesso Rangnick è stato intervistato dalla Bild rilasciando parole che sembrano un prologo di quello che avverrà nelle prossime settimane: “Io al Milan? Cosa si può escludere nel calcio? Non posso escluderlo completamente. Il Milan mi ha chiesto disponibilità così ho avvisato la Red Bull e ci sono stati colloqui con il mio agente. Poi è arrivata l’emergenza Coronavirus e ora ci sono questioni più importanti”, ha anticipato Rangnick che poi aggiunge: “Non sono uno che va in difficoltà ad immaginare come potrebbero svilupparsi le cose. L’avventura mi piace ma non deve essere una missione suicida”. Insomma, il manager tedesco, ex allenatore dello Schalke 04 che arrivò in semifinale di Champions nel 2011, si è sbottonato non poco per manifestare comunque l’interesse e l’analisi della proposta avanzata dal club rossonero. Dal fronte Milan, però, si aspettano segnali concreti anche se l’eventuale prosieguo del campionato – oggi potrebbe essere una delle giornate decisive in tal senso – potrebbe far slittare la deadline per la decisione di Ralf Rangnick che, nei giorni scorsi, ha ricevuto l’endorsement di Ancelotti, uno che la storia del Milan l’ha fatta: “Ci siamo incontrati quando ero in Germania. Non lo conosco, da quello che leggo era innamorato del Milan di Sacchi, ma la metodologia non lo conosco. Al Milan devono spaventare gli allenatori scarsi, non quelli stranieri”, parola di Carletto.