Si è tenuta questa mattina l’assemblea del Comitato Esecutivo dell’UEFA per tracciare le linee guida per l’eventuale ripartenza del calcio: ecco gli aggiornamenti
Attraverso un comunicato ufficiale, l’UEFA ha fatto il punto della situazione sui tanti temi avviati per cercare di mettere ordine in una situazione talmente straordinaria che non è né di facile lettura né di facile previsione. Da quello che emerge è che l’UEFA si aspetta che le singole Federazioni riescano a concludere i propri tornei in tempo utile per far sì che si riesca a stilare il nome delle squadre qualificate alle prossime competizioni europee. Qualora tale situazione non dovesse accadere per problemi legati al Covid-19, l’UEFA delega la scelta alle singole Federazioni ma purché avvenga in piena trasparenza e in maniera legata al merito sportivo. Traduzione: se non si può giocar, può essere valida la classifica all’ultima giornata o, in alternativa, si possono giocare meno partite (playoff) e stabilire in quel modo la vincitrice e le qualificate.
In maniera più esplicita, poi, l’UEFA comunica di essere pronta a versare ai club circa 70 milioni di euro così suddivisi: 50 ai club che hanno prestato giocatori alle 39 Nazionali non incluse nei playoff, 17,7 alle 16 che faranno i playoff (senza contare le partite) e 2,7 ai club che daranno giocatori anche per le partite di playoff. Inoltre l’UEFA attingerà alle proprie casse e, per Euro2020 (che manterrà la denominazione sebbene si giocherà nel 2021), saranno stanziati almeno 200 milioni di euro per i club che daranno i giocatori alle Nazionali qualificate ad Euro 2020. Una suddivisione equa per tutti i 676 club delle 55 Federazioni – si va dalla soglia minima di 3200 euro fino ad un massimo di 630mila – in base a quanti giocatori ‘prestati’ alle proprie Nazionali. Insomma, circa 300 mln messi sul tavolo dall’UEFA per salvare il calcio e garantirgli un futuro. Ora, però, la palla passa alle singole Federazioni e ai singoli Governi che dovranno prendere una decisione in tempi brevi, sebbene l’emergenza Coronavirus non permetta una pianificazione lineare ed uniforme per tutte le varie Nazioni, visto che la Germania è pronta a ripartire – si parla il 9 maggio – mentre Italia e Spagna, i due paesi più colpiti, sono ancora lontani da una ripresa.