Giornata importante quella di oggi per il futuro del calcio italiano, anche se il Ministro Spadafora si è preso qualche giorno prima di emettere il verdetto
La FIGC e la Serie A premono, alcuni club frenano nonostante le smentite di rito. E il Governo? Oggi c’è stata una video-call tra il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e le componenti del mondo del pallone: “Dopo un confronto con il Ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni aggiornate in merito alla possibilità e alle modalità per la ripartenza degli allenamenti”, ha dichiarato lo stesso Spadafora che si è dimostrato prudente, senza però chiudere alla possibilità di un ritorno in campo della massima serie.
Ciò che è emerso dal vertice, però, è che non è ancora chiaro se il 4 maggio possa essere la data per la ripresa degli allenamenti. Il Governo si prenderà alcuni giorni prima di prendere una decisione così importante ma, secondo le ultime, già domani o giovedì potrebbe arrivare il responso definitivo per l’ok al 4 maggio, seppur con grandi cautele. Uno dei problemi più importanti riguarda i tamponi, da fare circa a 1500 persone solo per la Serie A. Tamponi che, per il resto del Paese, rappresentano un problema perché a disposizione in quantità limitate. E, in più, c’è anche il tema dei calciatori stranieri, perché alcuni di loro non sono ancora rientrati in Italia e, quando lo faranno, dovranno stare in quarantena per 14 giorni prima di poter tornare ad allenarsi nei centri sportivi delle rispettive squadre. La Serie A, come detto, preme per il ritorno in campo e ha indicato a metà maggio la deadline per la ripresa degli allenamenti: servono infatti almeno 20 giorni per permettere ai giocatori di tornare in forma, anche se è altissimo il rischio di ricadute fisiche, a maggior ragione se si dovesse giocare ogni tre giorni per quasi due mesi. E, come se non bastasse, le parole di Spadafora non lasciano ben sperare: “Dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo riaprire perché lo sport è importante non solo come valore economico ma come valore sociale. Lo dobbiamo fare però nel rispetto assoluto della salute di tutti: quindi gradualmente potremmo pensare di riaprire sicuramente tutta la parte che riguarda gli allenamenti. Per quanto riguarda i campionati e l’attività motoria all’aperto valuteremo insieme al Comitato tecnico scientifico e alla Protezione civile, consapevoli che questa ripartenza va assolutamente spinta ma va tutelata la salute degli italiani”.