Fausto Gresini è morto all’età di 60 anni, stroncato dal Covid-19: una notizia che ha scosso tutto il mondo dei motori ma non solo
“La notizia che non avremmo mai voluto darvi ma che sfortunatamente siamo costretti a condividerla con tutti voi. Dopo due mesi di battaglia contro il Covid-19, Fausto Gresini è morto oggi all’età di 60 anni”. Recita così il messaggio pubblicato su Twitter da parte del Gresini Racing che ha annunciato la scomparsa del pilota imolese classe 1961. Una notizia che era già rimbalzata sul web nella serata di ieri, prima che arrivasse la smentita dello stesso Team. Un messaggio da parte di quel nuovo mondo creato da Fausto nel post-carriera da pilota che ha dato una speranza a tanti giovani talenti e permesso ad altri di diventare campioni. Un messaggio che, giunto nella notte, aveva dato ancora qualche speranza, sebbene la situazione restasse allarmante e il quadro clinico critico. Quest’oggi è arrivato il triste annuncio. Fausto Gresini, che ha condiviso tanti momenti belli in pista e fuori con tutti gli appassionati di due ruote e motori, non è più tra noi ma il suo ricordo non svanirà.
Sin dall’esordio a 21 anni (1982) in 125, la categoria in cui Fausto ha messo in mostra la sua qualità centrando due Mondiali (1985 e 1987), un secondo posto (1986) e un terzo nel 1984, Gresini si è contraddistinto per una tenacia in pista ma con rispetto per gli altri piloti e una passione smisurata per le due ruote, tanto che, dopo 13 anni nel Motomondiale – Fausto ha corso solo in 125 -, divisi tra MBA, Garelli, Aprilia e Honda, aveva già le idee chiare: nel 1997 fonda infatti il Gresini Racing e come Team Manager della squadra vince tre titoli iridati con Kato (in 250 nel 2001), Elias (in Moto2 nel 2010) e Jorge Martin (Moto3 nel 2018). Tra i tanti piloti che hanno corso per il Team Gresini si annoverano nomi del calibro di Gibernau, Melandri, Edwards e quel Marco Simoncelli, col quale era molto legato e la cui morte ha lasciato un segno nel cuore e nell’anima di Fausto. A fine dicembre, Gresini viene ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna in condizioni già grave dopo essere risultato positivo al Covid-19. A metà febbraio le condizioni peggiorano sensibilmente, i medici lo sedano per provare a limitare l’infiammazione polmonare tuttavia senza riuscirsi, tanto che oggi è arrivata la notizia più amara che ci sia.