Il secondo appuntamento in Bahrain ha regalato agli appassionati di Formula 1 un weekend all’insegna delle emozioni e dei colpi di scena, con il culmine arrivato proprio nella gara di domenica. L’ennesima gara pazza di questo 2020 che, sportivamente parlando, ha regalato spettacolo nonostante un calendario rivisto causa Coronavirus. Sono cinque principalmente i temi del weekend e non si può non partire da Perez, senza però dimenticare Russell e Bottas, con menzione anche per Leclerc e i commissari.
PEREZ – Chapeau per Sergio Perez che, al 190° GP in carriera, festeggia la prima vittoria al termine di una gara in rimonta, causa incidente al via che lo ha costretto a ripartire dall’ultima posizione. Difficilmente il messicano si sarebbe potuto immaginare un epilogo del genere ma le corse sono imprevedibili e regalano emozioni fino alla bandiera a scacchi. Ciò non toglie che la tenacia e la caparbietà del messicano hanno fatto la differenza, dimenticando il flop di Bahrein 1 (ha chiuso 18°) e confermandosi uno dei piloti più in forma, considerando anche il podio a Istanbul in un’altra gara all’insegna della pazzia e del fattore medio che ha sparigliato le carte. Al momento, però, c’è un unico punto interrogativo: come fa Perez a ritrovarsi senza squadra per il 2021? L’unica opzione è la Red Bull che pare ci stia pensando anche perché, in un confronto del 2020 con Albon, non c’è proprio partita.
RUSSELL – Il protagonista del weekend è senza dubbio George Russell: il giovane inglesino ha l’occasione della vita (per ora) di sedersi sulla vettura di Lewis Hamilton e la sfrutta appieno. Domina nelle prove libere, fa secondo in qualifica e supera Bottas al via, mantenendo anche un buon vantaggio fino alla Virtual Safety Car ma da quel momento parte il suo incubo: la Mercedes sbaglia il suo pit stop mettendogli le gomme di Bottas, lo richiama nuovamente ai box per evitare sanzioni e poi, quando è secondo e sta per prendere anche Perez, gli segnalano una foratura, costringendolo ad un altro pit. Il sogno della prima vittoria e del primo posto svanisce così ma dal weekend emerge appieno tutto il talento del piccolo George che si consola (difficile a dirsi) con i primi punti conquistati in carriera.
BOTTAS – Chi esce invece con le ossa rotte è inevitabilmente Valtteri Bottas: dopo la pole position del sabato, il finlandese risente della pressione di dover dimostrare di essere all’altezza del novellino ma quello che ne esce fuori è una gara disastrosa. Si fa sorprendere al via da Russell e arriva a pagare oltre 8 secondi (su un giro di circa 56 secondi) dal compagno di team, sulla vettura da appena due giorni. Per sua fortuna c’è la Virtual Safety Car che gli permette di rosicchiare terreno prima di incappare nell’errore dei box che condiziona anche la sua gara. Con i se e con i ma non si è fatta la storia ma, per tre quarti di gara, il buon Valtteri ha preso la paga da Russell. E questo è innegabile ed evidenzia come le recenti vittorie di Hamilton, seppur meritate, arrivino praticamente senza avversari.
LECLERC – Passiamo poi alle note stonate e l’errore di Leclerc è da matita rossa, o forse anche nera: l’ingresso troppo ottimista in curva 4 porta al contatto con Perez e costringe Verstappen ad allargare la traiettoria e finire contro le barriere. Un’entrata sicuramente non necessaria al primo di 87 giri da percorrere che rovina un sabato che invece è stato quasi perfetto, con un quarto posto che, al momento, è il massimo a cui la Ferrari 2020 può ambire. In stagione, Charles ha mostrato ampiamente di essere un pilota promettente ma questo errore porta al quarto ritiro stagionale e ricorda molto il primo, avvenuto in Austria dopo un ingresso avventato che ha portato all’incidente con l’altra Ferrari di Vettel. Il tempo sicuramente è dalla sua ma, al termine del terzo anno in F1, era forse lecito aspettarsi maggiore maturità da parte del monegasco.
SCHUMI JR – Il tempo sicuramente è anche dalla parte di Mick Schumacher che, nel weekend del Bahrain, ha festeggiato il titolo in GP2: l’ultima gara non è stata positiva per lui (problemi di gomme lo hanno costretto ai box, ha finito 18°) ma il suo avversario diretto nel Mondiale, Ilott, finisce decimo e il figlio del grande Michael diventa così campione di F2. Un’annata all’insegna della costanza per il tedesco, con ben 10 podi e due vittorie. Per lui ora si aprono le porte della F1 con la Haas. A 21 anni, siamo certi che avrà modo, spazio e tempo per provare ad imporsi ad alti livelli, senza dover per forza replicare le gesta del padre, inarrivabile per tutti e non solo per Mick.