La decisione della Federazione Italiana Rugby di sospendere definitivamente il campionato non trova il pieno assenso di Giovanni Malagò. Il presidente del CONI, però, ha fatto capire come tale epilogo potrebbe essere identico a quello di altri sport
Le parole di Giovanni Malagò ai microfoni di Radio 24 hanno evidenziato una non condivisione della scelta della Federugby che, per prima, ha deciso di fermare definitivamente tutti i campionati, non assegnando nessun titolo e bloccando retrocessioni e promozioni. “Il rugby che chiude la stagione? Non sono contrario alla decisione della federazione, non condivido il timing. Non hanno voluto aspettare una data condivisa. Se è vero che le federazioni hanno l’onere e l’onore di organizzarsi in autonomia, è anche vero che ci sono ordinanze e non puoi dare garanzie di sicurezza. Si arriverà a quello che ha detto il rugby anche in altri sport”, la precisazione di Giovanni Malagò che, da numero 1 del CONI, si sarebbe atteso una piena condivisione senza far distinzioni tra singole Federazioni, in un momento talmente drammatico che anche lo sport, dal calcio a quello con meno seguaci, è diventata tematica accessoria e non di primo piano.
La decisione del Rugby, tra l’altro, è talmente forte che avrebbe forse meritato una simil ‘approvazione’ da parte del CONI, visto che è la prima volta che tale sport si ferma anzitempo dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.Come si legge nel comunicato della FIR, il tema cardine è quello della “tutela della salute e il futuro dei giocatori di rugby di ogni età e livello del nostro Paese, delle loro famiglie e delle loro comunità” ma la presa di posizione di Malagò, che per un attimo ha lasciato in un cassetto la diplomazia per dire il suo pensiero ‘senza peli sulla lingua’, testimonia come la sensazione sia che la stessa Federazione della palla ovale abbia agito quasi in maniera autonoma. La situazione attuale in Italia e nel resto del mondo è preoccupante e non sembra destinata a risolversi in tempi brevi: forse è anche per questo motivo che il Rugby ha deciso di chiudere il discorso per poi pensare al resto. Come a dire: cala il sipario, ora è tempo di pensare a cose più importanti. E, vedendo polemiche e dichiarazioni in altri sport (calcio in primis), forse non è stata una decisione del tutto errata.