Compie oggi 45 anni uno dei più grandi difensori della storia del calcio, emblema della Lazio poi passato al Milan: Alessandro Nesta.
Dal 2000 al 2003 Nesta è stato eletto quattro volte miglior difensore dell’anno dall’Associazione Italiana Calciatori. È arrivato quinto nella classifica del Pallone d’Oro nel 2000, e insieme a Maldini e Cannavaro ha rappresentato il meglio che la scuola difensiva italiana ha offerto negli ultimi vent’anni. Nesta era semplicemente invalicabile: forte, agile, corretto, senso dell’anticipo, del contrasto, un incubo per gli attaccanti avversari. Un ragazzo nato a Roma nel 1976, esattamente come un certo Francesco Totti, a cui l’attaccamento a vita alla maglia che amava, quella della Lazio, è saltata per questioni meramente economiche. Anche il padre di Sandro era laziale, tant’è che si oppose a un suo passaggio alle giovanili della Roma quando il futuro centrale era ancora un bambino, Entrò a far parte dei biancocelesti nel 1985, giocando ovunque, prima di specializzarsi al centro del reparto arretrato. È arrivato in prima squadra otto anni più tardi, è diventato un giocatore superlativo. Nella golden age della Lazio, fine anni Novanta – inizio anni Duemila, era il capitano della squadra, partecipava anche ai Cda della Società, era il faro della corazzata di Cragnotti, capace di portare a Roma uno Scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. Nel mezzo i Mondiali del ’98 iniziati da titolare ma terminati per un brusco infortunio, la stessa, maledetta sorte, che gli toccherà nel 2002 e nel 2006, dove comunque si laureerà campione del mondo.
Era tutto scritto: Nesta e Totti, i due coetanei a vita nelle loro squadre a simboleggiare la grandezza della Capitale. E invece, come sappiamo bene, non andò così: Sandro non voleva andar via, ma i rubinetti si stavano chiudendo e ai biancocelesti non rimase molta scelta. Il 31 agosto 2002, ultimo giorno di mercato, Nesta passa al Milan per 31 milioni di euro, per la disperazione di Vieri che, tentandole tutte invano per portarlo all’Inter, spaccherà un telefono per la rabbia. Dieci anni maestosi quelli del romano in rossonero, colonna portante della squadra di Ancelotti, vincente ovunque in Italia e in Europa. C’è lui a guidare la retroguardia nelle due Champions del 2003 e del 2007, così come forma una linea invalicabile nel 2004, quando il Diavolo vinse lo Scudetto subendo solo 24 gol in tutto il campionato. Gli ultimi anni vide, come è naturale, diminuire il suo minutaggio, prima di salutare l’Italia nel maggio 2012, quando tutta la colonna portante del Milan lasciò la squadra. Nel suo curriculum anche due esperienze all’estero, in Mls con il Montreal Impact e in India con il Chennaiyin, prima di iniziare la sua carriera di allenatore a Miami, per poi raggiungere Perugia e Frosinone, dove lotta per portare i ciociari nella massima serie. Alessandro Nesta resterà impresso nella memoria degli sportivi come tutti i grandi difensori della scuola italiana, da Trapattoni a Bergomi, da Maldini a Chiellini.
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