Il 6 gennaio 1999, esattamente 21 anni fa, si giocò, come oggi, Milan – Juventus allo stadio Meazza di Milano, partita finita 1-1.
S. Rossi; Sala, Ayala, Maldini; Helveg, Albertini, Ambrosini, Ziege; Leonardo, Bierhoff, Weah. Peruzzi; Tudor, Ferrara, Montero; Di Livio, Deschamps, Tacchinardi, Davids; Zidane, Amoruso, F. Inzaghi. Questi i ventidue giocatori in campo quel giorno, agli ordini dell’arbitro Bettin. Tra di essi vi erano dei campioni di caratura nazionale e internazionale, tutt’ora ricordati. Queste le formazioni scese in campo nel primo e, fino a oggi, ultimo, Milan – Juve del 6 gennaio. I rossoneri, allenati da Alberto Zaccheroni, erano stati completamente rivoluzionati in estate, per via delle due pessime annate precedenti. Il Milan finì prima undicesimo e poi decimo, fuori dalle coppe europee in un decennio che l’aveva vista dominare da protagonista la Coppa dei Campioni. L’esperimento Tabarez fallì miseramente, così come il ritorno prima di Sacchi e poi di Capello, l’addio di Franco Baresi lasciò un vuoto incolmabile. I milanesi furono contestati duramente dai propri tifosi, e così Galliani e Berlusconi decisero di cambiare tutto: Zac, autore di uno storico terzo posto sulla panchina dell’Udinese, sbarcò a Milano portandosi il capocannoniere Bierhoff e l’esterno Helveg. Dopo un inizio stentato, tre sconfitte e altrettanti pareggi nelle prime undici partite, il Milan parve poter riprendersi, anche se la Fiorentina rimaneva salda al comando. La Juve era invece in un momento storico ottimo: con Marcello Lippi, i bianconeri avevano vinto tre degli ultimi quattro Scudetti, raggiungendo anche tre finali di Champions League consecutive, di cui una vinta. La Juve era una corazzata, guidata da Zidane, vincitore del Mondiale 1998 ed eletto Pallone d’oro neanche un mese prima di questo incontro, nonché da Inzaghi e Del Piero, efficacissima coppia gol. L’8 novembre 1998 però, dopo un buon inizio di campionato, proprio Alex Del Piero subì a Udine il peggior infortunio della sua carriera, in cui si ruppe entrambi i legamenti del ginocchio, dovendo stare fuori per circa un anno. La Juve inizia a colare a picco, quattro sconfitte in cinque partite, con zero gol segnati, arrivano prima della sfida col Milan, con la timida ripresa del 3-0 sulla Salernitana del turno precedente, tripletta di Pippo Inzaghi.
Quella sera Zaccheroni schierava il solito 3-4-3 con Ayala al posto di Costacurta in difesa, due esterni alti e un tridente con Leonardo, spesso in gol dalla panchina, al posto dell’indisponibile Boban. Nella Juve Tudor al posto di Iuliano, ovviamente Nick Amoruso supplisce alla mancanza di Del Piero. La partita è molto ruvida fin dall’inizio, l’arbitro estrarrà dieci cartellini gialli, cinque per parte. Il Milan parte a mille, i bianconeri vanno in difficoltà: spesso colti di sorpresa, gli ospiti devono ricorrere alle maniere forti, con Davids che mette giù impunemente Leonardo, mentre Tudor falcia Weah in area, per un rigore ineccepibile. Peruzzi intuisce, ma Albertini trasforma l’1-0. I padroni di casa spingono molto ma non raddoppiano, la Juve, dopo un primo tempo incolore, vive un’ottima ripresa, anche grazie all’ingresso in campo di Antonio Conte e Paulo Fonseca. All’inizio della ripresa Tudor segna di testa su punizione, ma Bettin annulla in maniera incomprensibile. Si finisce in dieci contro dieci, dato che Montero viene espulso per un fallo di mano di troppo, e Weah, incontenibile all’inizio, cacciato per doppio giallo appena quattro minuti dopo. Nel finale il Milan non tiene più: palla dentro per Fonseca, dribbling e palla in rete per l’attuale allenatore della Roma, che fissa il punteggio sull’1-1 al minuto 85. Finisce senza vincitori né vinti una partita molto maschia, come si direbbe un tempo, che consegna un punto che poco serve alle due squadre. Tuttavia, l’annata finirà in maniera trionfale per il Milan, capace di rimontare prima la Fiorentina e poi la Lazio di Eriksson, superata dopo una striscia di sei vittorie di fila, con il titolo conquistato nell’ultima giornata a Perugia, uno dei più insperati della storia rossonera. Per la Juve sarà invece una stagione terribile, conclusa al settimo posto e fuori dalle coppe europee. Lippi, promesso sposo dell’Inter, se ne andrà dopo un 2-4 subito in casa dal Parma, lasciando il suo posto a Carlo Ancelotti, il quale riuscirà a raddrizzare la situazione e a rimanere anche nei successivi due anni alla Vecchia Signora, senza però mai riuscire a centrare il grande obiettivo dello Scudetto.