Sono 36 gli anni compiuti oggi dallo Squalo dello Stretto, il ciclista plurititolato che non ha la minima intenzione di smettere.
Vincenzo Nibali è uno dei migliori ciclisti italiani, sia di oggi, sia di ogni epoca. I suoi successi negli ultimi dieci anni hanno tenuto alta la grande tradizione tricolore in questo sport, da sempre caratterizzato da grandissimi atleti, da Coppi e Bartali fino a Bugno e Pantani, passando per Saronni e Moser. La bicicletta è nel DNA dello sport italiano, e Nibali si appassionò proprio osservando da piccolo i grandi duelli dei campioni delle due ruote, sognando un giorno di poter essere lui il protagonista. La bici è la sua grande passione, e la persegue sin dalla tenera età, proseguendo con i suoi primi successi giunti poco dopo essere diventato maggiorenne. È qua che vengono gettate le basi per quello che è il suo soprannome, uno dei migliori dei tanti, e fantasiosi, che vengono assegnati ai grandi sportivi italiani: “Squalo dello Stretto”, come dicevamo in apertura. Perché il riferimento allo Stretto è facile capirlo, dato che Vincenzo è nato e cresciuto a Messina, la città che fa da porta all’ingresso in Sicilia, origini che il campione non ha mai dimenticato e ha sempre ricordato con passione. Squalo, invece, si riferisce al suo stile, sempre all’attacco, sempre pronto a braccare la preda per superarla, come ha dimostrato spesso in carriera con le sue volate sia sui percorsi pianeggianti che sulle impervie tappe in salita. È nel 2005 che Nibali diventa professionista, iniziando la sua carriera con il team Fassa Bortolo, che lascerà poco dopo per la Liquigas. Dopo i primi anni, in cui iniziò a mettersi in mostra in ogni dove, dai Grandi Giri alle Classiche Monumento, dai campionati del Mondo fino alle Olimpiadi di Pechino, al quale parteciperà arrivando quattordicesimo nella cronometro, la grande svolta del suo percorso arriva nel 2010.
Quell’anno, dopo un terzo posto al Giro, Vincenzo si presenta alla Vuelta de España con grande voglia di far bene. Dopo una prima parte condotta sempre a ridosso dei primi, diventa il leader della classifica alla quattordicesima tappa, anche se con soli 4” sul rivale Joaquim Rodriguez. La perse solo per una tappa, quella di Gijon-Cotobello, per riprenderla subito dopo nella cronometro di Peñafiel e non lasciarla più. Arriverà a Madrid da campione, primo italiano a conquistare la maglia rossa dopo vent’anni, a 43” su Mosquera. È da qui che inizia l’assalto ai Grandi Giri: un altro snodo fondamentale arriva al Giro d’Italia 2013, dove Nibali arriva con la chiara intenzione di far suo il più importante appuntamento ciclistico italiano. Va in maglia rosa all’ottava tappa, anche in questo caso una cronometro individuale da Gabicce Mare a Saltara, e da lì allarga sempre di più il vantaggio sui suoi diretti concorrenti. Il trionfo è suggellato dalla cronoscalata da Mori a Polsa, seguito dall’arrivo in cima sulle mitiche Tre Cime di Lavaredo, dove Nibali arriva per primo sulla Cima Coppi, festeggiando poi a Brescia la sua prima volta in rosa alla quinta partecipazione. Per fare l’en-plein manca solo il Tour de France, per cui l’appuntamento è a luglio 2014. Froome e Contador sono i favoriti, ma Nibali già alla seconda tappa prende la testa, tagliando per primo il traguardo a Sheffield. I due avversari rimarranno vittime della sfortuna, mentre lo Squale continua a scatenarsi arrivando primo a La Planche des Belles Filles, Chamrousse e Hautacam, allargando sempre più il vantaggio sui rivali. Chiuderà trionfante a Parigi con oltre 7 minuti sul secondo classificato, maglia gialla e campione del Tour de France 16 anni dopo Pantani, sesto ciclista della storia ad aver vinto tutti i Grandi Giri. La ciliegina sulla torta è la seconda vittoria al Giro nel 2016, un Giro in cui non era mai stato in rosa inizialmente, arrivando ad accumulare quasi 5 minuti di ritardo dall’olandese Kruijswijk, sorpassato però da una strepitosa salita a Risoul, in cui Lo Squalo approfitta della caduta del rivale, per prendere la maglia rosa e indossarla fino alla fine. Insomma, un campione straordinario entrato nella leggenda di questo sport, che non ha la minima intenzione di mollare, che ha ancora fame di vittorie, anche a quest’età.