Oggi il tributo lo dobbiamo a Nadia Comaneci, 59 anni, unanimemente considerata come una delle più grandi atlete del XX Secolo.
14 anni, 8 mesi e sei giorni. Questa era l’età che aveva Nadia Comaneci il giorno in cui si aprirono le Olimpiadi di Montreal 1976. C’è che dice che a quell’età, nel mondo di oggi, si è ormai grandi, visti anche tutti gli strumenti tecnologici di cui possono usufruire ragazzi e ragazze fin da giovanissimi, i quali a volte impongono una crescita rapida. Il mondo di allora era totalmente diverso però da quello di oggi, e l’immagine di Nadia a quelle Olimpiadi era esattamente quello di una ragazzina, sia nel corpo che nell’espressione, che si stava affacciando a qualcosa di enormemente più grande di lei. Eppure, in quei Giochi, Nadia lasciò tutti a bocca aperta, anche il mezzo tecnologico che doveva valutare la sua immensa grazia. D’altronde, non si può dire che non fosse arrivata preparata a quel momento. Nadia Comaneci, nata nel 1961 in una Romania baluardo dei valori sovietici negli anni della Guerra Fredda, iniziò a praticare la ginnastica già dall’età di 3 anni. È incredibile pensare quanto fosse giovane, eppure il suo talento fu notato presto, e a 6 anni già si allenava in una società sportiva. Non ci mise molto a farsi notare: già da piccola iniziò a imporsi prima in Romania, per poi ampliare le competizioni anche a livello europeo. Ottenne i suoi primi riconoscimenti, e negli Europei di Skien del 1975 vinse l’oro nell’all-around e in tutti gli attrezzi, a parte il corpo libero dove ottenne un argento. Era chiaro che le Olimpiadi, previste in Canada nell’estate successiva, erano un traguardo decisamente alla portata. Ci arrivò alla grande, ottenendo prima della manifestazione la valutazione di 10.0, praticamente un’esecuzione perfetta, senza il minimo errore e sbavatura. Non era quindi una sconosciuta, alla vigilia dei Giochi, tanto che l’agenzia americana United Press International l’aveva nominata atleta femminile dell’anno al termine della stagione precedente.
Il 18 luglio, giorno successivo all’accensione della fiamma olimpica, gli occhi del mondo si sgranarono. Il filmato di Nadia Comaneci alla parallele asimmetriche è un momento magico dello sport, che tuttora non smette di emozionare. I giudici non ebbero dubbi: 10. Nessuno era mai riuscito prima d’ora ad ottenere la votazione perfetta, e il momento fu reso ancora più catartico dal computer che segnò 1,00 come valore, dato che non era stato pensato per ricevere un voto superiore a 9,99. Nadia, con i suoi movimenti impeccabili, aveva mandato in tilt anche la tecnologia, e lo fece altre sei volte, vincendo 3 ori, nel concorso individuale, trave e parallele, un argento nel concorso a squadre e un bronzo nel corpo libero. Quelle Olimpiadi resteranno per sempre le Olimpiadi di Nadia Comaneci, la quale diventò un simbolo nazionale della Romania, insignita delle più alte cariche. Tuttavia, come dicevamo in apertura, il mondo di allora era profondamente diverso. Il Capo di Stato-dittatore Ceausescu aveva capito le potenzialità che nascevano dal poter usare le imprese della Comaneci a scopi propagandistici. Fu costretta ad intrattenere una relazione con il terzogenito di Ceausescu a soli 15 anni, il quale, come confermò poi lei, l’abusò più volte fisicamente e sessualmente. Con una forza enorme e invidiabile a quell’età, Nadia continuò la sua carriera nella ginnastica artistica continuando a mietere successi, portando a casa altri importanti titoli a Mondiali ed Europei. Ai Giochi di Mosca 1980 si ripete con un oro nel corpo libero e nella trave, oltre al doppi argento a squadre. Dopo questo exploit si ritirò poco dopo dalle gare. Non partecipò, come tutto il blocco sovietico, a Los Angeles 1984, e cercò sempre più in modo per fuggire da un Paese dove l’aria era sempre più irrespirabile. Nel 1989, dopo aver camminato per 6 ore, scavalcò il confine rumeno entrando in Ungheria, da dove fu poi portata negli USA, accolta come rifugiato politico. Passò solo un mese prima che la rivolta popolare abbattè il regime di Ceausescu, in un’epoca in cui la caduta del Muro aveva dato il la anche alla caduta degli Stati sotto la sfera dell’URSS. Oggi Nadia è una donna libera, e conserva ancora lo sguardo della ragazzina che a 14 anni ha stupito tutti.