Sono 46 gli anni compiuti oggi da Del Piero, semplicemente il giocatore più rappresentativo della ultracentenaria storia della Juventus.
Alessandro Del Piero è stato la Juve. L’assunto viene praticamente naturale, così come Maldini-Milan, Zanetti-Inter, Totti-Roma. Ha rappresentato una delle ultime bandiere, legato così visceralmente alla propria maglia da non lasciarla per quasi vent’anni. Non è facile emergere nella squadra torinese, con una Società che sin dalla sua fondazione ha messo sotto contratto i migliori giocatori al mondo, perché alla Juve “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”, come ricordava Boniperti. Giocatori che hanno segnato un’epoca, Palloni d’Oro e chi più ne ha, più ne metta, tutti i migliori o quasi sono stati vestiti della prestigiosa maglia bianconera. Ma nessuno è paragonabile a ciò che ha fatto Alex Del Piero, un ragazzo semplice, nella provincia del Veneto, arrivato a essere identificato con la squadra più vincente d’Italia. E pensare che da giovanissimo gli osservatori erano scettici per il suo fisico gracile. Dovettero ricredersi a breve, dato che neanche maggiorenne aveva già esordito in Serie B con la maglia del Padova, allora una delle migliori realtà del calcio veneto. Il suo periodo patavino non durò molto, perché già nel 1993 proprio il già citato Boniperti convincerà la dirigenza a investire una cifra di 5 miliardi di Lire su di lui, dimostrando ancora una volta la lungimiranza dei sabaudi quando si tratta di pescare giovani talenti italiani. Il periodo di adattamento dura poco: il primo anno segna 5 gol in 11 partite, il secondo anno è praticamente sempre in campo (e vince anche il suo primo Scudetto), il terzo anno la dirigenza si convince addirittura a lasciar andar via un mostro sacro come Roberto Baggio per puntare tutto su di lui, nel frattempo diventato Pinturicchio, come il pittore del ‘400, per la classe che esibiva in campo. Lo scetticismo iniziale di alcuni mutò in stupore quando nel ’96 la Juve sollevò al cielo la Coppa dei Campioni, seguita dalla Supercoppa Europea e l’Intercontinentale, decisa proprio da Del Piero. Alex era ormai una stella, iniziarono le convocazioni in Nazionale, addirittura un tipo di gol, l’interno a giro sul palo lontano prese il suo nome, il celebre “gol alla Del Piero”.
Cosa volere di più? A trovare il pelo nell’uovo, si poteva dire che non era mai arrivato in doppia cifra in Serie A. Detto, fatto. Nel 97/98 è autore di una delle stagioni più dominanti della storia della Serie A, 21 gol segnati e Juventus trascinata allo Scudetto contro la temibilissima Inter del Fenomeno Ronaldo. Del Piero è ormai il miglior giocatore italiano, ma la malasorte è sempre in agguato. Dopo un Mondiale da protagonista, nel novembre dello stesso anno una lesione al legamento crociato anteriore lo costrinse a stare fuori per ben nove mesi, facendogli saltare tutta la stagione in corso. Ci mise un po’ a riprendersi dallo shock, ma lo fece alla grande: fondamentale il suo contributo negli Scudetti 2002 e 2003, un po’ meno in quelli, poi revocati, del 2005 e 2006, con Capello che spesso lo tiene in panchina. Fase calante? Macché. Quella stessa estate vince il Mondiale con l’Italia segnando in semifinale e nella serie dei rigori con la Francia, accetta di seguire la Juventus anche in Serie B diventando capocannoniere con 20 gol, e replicando anche l’anno dopo in Serie A, questa volta con 21 reti. Gli ultimi anni lo videro ancora dare tutto per la maglia, fino al 2012, dove chiuse la sua carriera juventina vincendo un ulteriore Scudetto, ma non vedendosi rinnovare il contratto. L’addio non è stato dei migliori, ma il tributo rivoltogli dai fan bianconeri fu immenso, e come pensare altrimenti: con 705 presenze e 290 gol è recordman all-time della Juve in queste due categorie. Ha appeso gli scarpini al chiodo dopo aver esportato la sua classe ed eleganza anche in Australia e India, salutando il calcio giocato all’età di 40 anni. Alessandro Del Piero, tuttora, e sicuramente uno dei migliori calciatori italiani della storia, e siamo pronti a scommettere che le sue gesta non saranno mai dimenticate.